Grandi progetti e performance a Young Jazz Festival - Tuttoggi.info

Grandi progetti e performance a Young Jazz Festival

Redazione

Grandi progetti e performance a Young Jazz Festival

Attenzione al sociale, concerti in strada e musicisti 'speciali'
Lun, 19/05/2014 - 16:04

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Per lo Young Jazz Festival le giornate di martedì 20 maggio e mercoledì 21 maggio saranno all’insegna di “Jazz Community”, sezione rivolta al sociale inserita anche quest’anno all’interno dell’edizione del decennale.

I concerti e gli altri appuntamenti del festival – che andrà avanti a Foligno ancora fino al 25 maggio – sono infatti abbinati a progetti unici ed originali proprio come questi riferiti al “jazz della comunità”. E dopo il successo delle scorse edizioni, lo Young Jazz Festival non dimentica quindi le tematiche sociali presentando questa sezione grazie alla quale il jazz diventa la musica che unisce e dà voce a tutta la comunità, compresi i disabili fisici e mentali, gli anziani, i bambini,  gli stranieri, dove ognuno è protagonista e spettatore allo stesso tempo. E per questo, come afferma il direttore artistico Giovanni Guidi “è un festival unico al mondo nel legare l’improvvisazione del jazz all’intera comunità e alle tematiche sociali”.

Anche per l’edizione 2014, pertanto, “Jazz Community” incontra la disabilità mentale attraverso il teatro e la musica, grazie ad uno spettacolo, “Giezzisti.3” – nato dalla collaborazione con l’associazione “Liberi di Essere” per la promozione e la tutela della salute mentale, la compagnia “La Società dello Spettacolo” – l’Usl Umbria 2 e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. La performance teatrale si svolgerà martedì 20 maggio alle 21.30 presso l’Auditorium San Domenico a Foligno, ed è il momento conclusivo di un atelier teatrale svolto dalla compagnia ‘La Società dello Spettacolo’ un gruppo di ricerca teatrale di Foligno che parallelamente all’attività di produzione artistica, da tempo affianca un percorso dedicato a progetti sociali, nell’arco di sei mesi. Si tratta di un percorso di riabilitazione nell’ambito del disagio mentale attraverso il teatro, come strumento che privilegia e usa le emozioni e il corpo per intervenire sulla sfera cognitiva e comportamentale dell’individuo. L’inclusione è un concetto chiave del progetto e dello spettacolo, che sfocia quindi nel “suono” di un’unica grande “orchestra” in cui ciascuno improvvisa il proprio contrappunto all’esistenza.

Nella giornata di martedì 20 maggio – all’interno del cartellone musicale del festival – ci sarà anche spazio per un concerto. Alle 18 – presso l’Umami Bar – si esibiranno Top Hat Sisters (voci, ukulele e washboard)e Blue Dean Carcione (ukulele, voce), per una collaborazione tutta umbra. Le Top Hat Sisters sono un duo di ragazze perugine che ha deciso di combattere il tedio della vita provinciale armandosi di ukulele e washboard. Le loro melodie sono memori di una tradizione musicale che va da Sister Rosetta Tharpe al Quartetto Cetra. Blue Dean Carcione, da Foligno, si guadagna da vivere suonando l’ukulele in strada e proponendo un vasto repertorio di blues, gospel, ragtime e country-western. Insieme hanno registrato un ep prodotto dall’etichetta Black Vagina Records.

La sezione “Jazz Community” – mercoledì 21 maggio – si occuperà poi di disabilità fisica presentando un’orchestra di musicisti “speciali”, la LiberOrchestra, che hanno seguito un laboratorio jazz, tenuto dal direttore artistico del festival Giovanni Guidi, nella struttura socio riabilitativa per la disabilità adulta “Il Laboratorio”, di titolarità della Usl Umbria 2 e gestito dalla Soc. Coop. La Locomotiva. L’appuntamento è alle 21.30 presso l’Auditorium San Domenico. Il progetto nasce dal desiderio di rendere possibile l’incontro tra la musica jazz e l’universo della disabilità attraverso la creazione spontanea, collettiva ed individuale, di musica, suoni e rumori. La LiberOrchestra torna quindi con una nuova performance musicale diretta da Giovanni Guidi, colma di tratti originali e permeati di vissuti ed emozioni. “Di tutto quello che faccio durante la mia professione di musicista – afferma Guidi – questa, artisticamente e umanamente parlando, è la parte musicale che mi dà più soddisfazioni”.

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