25 APRILE: “PER ALCUNI NON FU LIBERAZIONE MA ASSOGGETTAMENTO A DETTAMI DEMOCRATICI NON CONDIVISI” - Tuttoggi.info

25 APRILE: “PER ALCUNI NON FU LIBERAZIONE MA ASSOGGETTAMENTO A DETTAMI DEMOCRATICI NON CONDIVISI”

Redazione

25 APRILE: “PER ALCUNI NON FU LIBERAZIONE MA ASSOGGETTAMENTO A DETTAMI DEMOCRATICI NON CONDIVISI”

Ven, 24/04/2009 - 15:10

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di Fabrizio Luchetti

Caro Direttore, vorrei richiamare la Tua attenzione, e se possibile quella dei lettori di TO, sul significato che assume la data del 25 aprile soprattutto in questo momento.Esiste indubbiamente un dilagante disinteresse per le ragioni fondanti della nostra democrazia, promosso ed alimentato da chi trova nella mancanza di valori ed ideali il miglior viatico ad affermazioni politiche, elettorali ed economiche.Nei giovani non c’è oggi, se non in alcuni casi sporadici, la consapevolezza di quanto la Resistenza abbia contribuito a regalarci la Nazione che oggi è l’Italia.Si da tutto per scontato e sono passati in seconda linea i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, diritti che il leader dei partiti di governo dileggia e vede con fastidio perché di impaccio alla sua volontà di rendere lo stato sempre più uguale ad una Repubblica delle Banane.Resistenza e Costituzione sono due elementi dei quali non dobbiamo mai dimenticarci; la Resistenza è stato il contenitore nel quale Italiani di differente pensare politico sono confluiti unitariamente per combattere il fascismo e riportare la Democrazia in Italia mentre la Costituzione è il risultato di un comune sforzo di darsi delle regole democratiche e di garanzia comune per permettere all’Italia di avere un futuro migliore e non ricadere in baratri come quello del ventennio.I nostri padri e i nostri nonni ci hanno lasciato un esempio che non dobbiamo dimenticare.Tutti i tentativi che oggi la destra, in parte figlia del fascismo, in parte figlia di un liberismo spregiudicato e senza ideali ed in parte figlia di moti regionalisti che rinnegano, oltre che la Resistenza, il Risorgimento, pone in atto per smontare i dettami primari di una Democrazia parlamentare tra le più avanzate del mondo, devono essere rigettati indietro senza paura. Bisogna dire con chiarezza che non è accettabile che ci si chieda di festeggiare il 25 aprile con spirito unitario rispetto a coloro per i quali il 25 aprile non è stato una liberazione ma un momento di assoggettamento a dettami democratici non condivisi.Proprio in occasioni come questa dobbiamo reagire contro chi tenta di diminuire le garanzie costituzionali anche privando il Parlamento delle sue attribuzioni più elementari come quella della collegialità e della assenza di voto per delega o impedendo ai cittadini, attraverso leggi truffa, di scegliere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento.Dovunque il leader dei partiti di governo dovesse decidere di trascorrere il 25 aprile, qualunque italiano dovrebbe evitare di essere perché il suo 25 aprile non è il NOSTRO. Partecipiamo quindi alle celebrazioni dando però alla ricorrenza il significato che questa ha e che deve continuare ad aver e non sviliamo i connotati, le idee ed i sentimenti che sono alla base della nostra Repubblica.Proprio per avvalorare la mia tesi ho inserito di seguito, la definizione di Resistenza che si può trovare in Wikipedia. Tale definizione ha un senso generale non equivocabile, così come lo ha la frase Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione, che si trova anch’essa alla voce Resistenza: “Era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini”

Resistenza: nel corso della seconda guerra mondiale, la Resistenza italiana (chiamata anche Resistenza partigiana o più semplicemente Resistenza) sorse dall'impegno comune delle ricostituite forze armate del Regno del Sud, di liberi individui, partiti e movimenti che, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la conseguente invasione dell'Italia da parte della Germania nazista, si opposero – militarmente o anche solo politicamente – agli occupanti e alla Repubblica Sociale Italiana, fondata da Benito Mussolini sul territorio controllato dalle truppe germaniche.Il movimento resistenziale – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazista – fucaratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici). I partiti animatori della Resistenza, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana. Infatti, l'Assemblea costituente, eletta il 2 giugno 1946 contestualmente allo svolgimento del referendum istituzionale, fu in massima parte composta da esponenti dei partiti del CLN (PCI, PSIUP, DC) che, in tale veste, elaborarono la Costituzione, ispirata ai princìpi della Democrazia e dell'Antifascismo.

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Caro Fabrizio,

condivido l'analisi storica e i 'Veri' valori che devono contraddistinguere la Festa che domani ci apprestiamo tutti a celebrare. Carlo Ceraso


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