11 Warriors, Jackie Chan’s Troupe ammalia il Festival - Tuttoggi.info

11 Warriors, Jackie Chan’s Troupe ammalia il Festival

Carlo Ceraso

11 Warriors, Jackie Chan’s Troupe ammalia il Festival

Vd, Ft | Il kung fu per scoprire tradizioni e filosofie della Cina | Applausi a scena aperta
Sab, 15/07/2017 - 17:12

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11 Warriors sbanca il botteghino del Festival dei 2 Mondi registrando il tutto esaurito per uno spettacolo che, come preannunciato, ha rappresentato la chiave ideale per entrare in una parte dell’immenso e longevo mondo della storia della Cina.

Non una dimostrazione del kung fu, ma uno straordinario e spettacolare evento dove l’arte marziale si fonde con quella del balletto tradizionale cinese e della danza moderna.

Narrando antiche tradizioni e filosofie che dimostrano la grandezza del popolo cinese. Con il passare dei secoli la teoria dei cinque elementi (ferro, legno, acqua, fuoco e terra) è stata raffinata dal Tempio Shaolin fino a dar vita alle “Cinque forme”: la scimmia, il serpente, la tigre, la mantide e la gru.

E’ dalla analisi dei combattimenti di questi animali che in Cina prese piede la nobile arte marziale. Come lo sviluppo del nunchaku, arma contundente composta da due bastoni di legno legati da una corda, derivata da uno strumento agricolo per trebbiare il riso. I giapponesi lo svilupparono a 3 bastoni prendendo a riferimento il ‘morso’ del cavallo.

Se a Bruce Lee va il merito di aver portato il kung fu alla attenzione del mondo con i suoi film, a Jackie Chan quello di averlo tenuto vivo, nelle pellicole cinematografiche come sui palchi teatrali.

I due si conobbero durante le riprese de I 3 dell’Operazione Drago del 1973. Per ricordare la figura di Lee, il regista ha scelto la scena ribattezzata Game of Death dove Bruce Lee combatte in una tuta gialla contro alcuni maestri del karate (tra cui l’ex campione di basket Kareem Abdul Jabbar). L’interprete sembra il sosia, capace di imitare anche quello ‘strano verso’ che Lee faceva prima di portare un colpo all’avversario (in realtà si tratta di una tecnica per aumentare la potenza del colpo stesso).

La scena si svolge lungo cinque “quadri”. Dalle origini del kung fu fino alle più attuali e raffinate tecniche di combattimento. Anche se kung fu in cinese non significa combattere ma perseguire la perfezione, tanto fisica quanto spirituale. I cinque atti raccontano che si diventa Warriors solo attraverso un allenamento importante, rigoroso.

Lo spettacolo è arrivato al Festival dei 2 Mondi con il sostegno del Ministero della cultura della Repubblica popolare della Cina.

Straordinari i protagonisti, capaci di evoluzioni e di scene mozzafiato: eccoli saltare fuori da un palchetto, rincorrere la platea e balzare sul palco. Grazia e fisicità si uniscono regalando momenti di stupore.

Meritano di essere citati gli 11 Warriors , alias i danzatori/artisti marziali scelti da Jackie Chan: Hu Mingwu, Yang Ao, Su Jingjing, Guo Kai, Su Xiaopeng, Xing Shishuai, Cao Jialong, Zhao Yi, Li Xiaofeng, Ren Jinkun, Jiang Xingju. La regia è dello stesso Hu Mingwu. Negli ultimi 3 anni si sono esibiti in oltre 60 Paesi.

In Cina sono delle vere star. Eppure al termine dello spettacolo si sono ritrovati nel foyer del Teatro Menotti a firmare autografi a chiunque li chiedesse. Il Kung fu è appunto uno stile di vita. Che tante Prime donne e vip dovrebbero con umiltà studiare, se non praticare.

© Riproduzione riservata

(foto MLaura Antonelli/AGF per Festival dei 2 Mondi)

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