Sentenza choc, illegittimo anche il cimitero di Spoleto / Così Consiglio di Stato - Tuttoggi.info

Sentenza choc, illegittimo anche il cimitero di Spoleto / Così Consiglio di Stato

Redazione

Sentenza choc, illegittimo anche il cimitero di Spoleto / Così Consiglio di Stato

Ven, 21/02/2014 - 23:20

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Carlo Ceraso

Non c’è pace sotto i cipressi, neanche per il caro estinto. Almeno quelli che riposano in pace nel cimitero di San Sabino a Spoleto, alla prima periferia della città del festival. Perché il camposanto, o meglio la parte ampliata quindici anni fa, è stato costruito in modo illegittimo, in barba al legittimo proprietario che se lo è visto ‘sfilare’ dal comune senza neanche uno straccio di esproprio fatto secondo i crismi. E neanche di indennizzo. La cosa più clamorosa però è che il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza choc condannando il Municipio a “restituire al legittimo proprietario l’area cimiteriale”. Dove, dal novembre del 1999 ad oggi, sono stati realizzati centinaia di loculi e qualche decina di edicole e cappelle. Tutte tristemente occupate da chi se n’è andato per sempre.

La sentenza choc – il dispositivo della IV Sezione (composta da Riccardo Virgilio presidente, Giulio Veltri consigliere estensore e dai consiglieri Nicola Russo, Raffaele Potenza e Andrea Migliozzi) ha di fatto ribaltato quella emessa nel 2010 dal Tar dell’Umbria che aveva riconosciuto le ragioni del comune escludendo “la restituzione dell’immobile senza limiti di tempo” ma “indicando al contempo all’amministrazione i criteri al fine della liquidazione del danno”.

Criteri che il proprietario terriero, difeso dall’avvocato Giuseppe La Spina con la consulenza tecnica dello studio tecnico del geometra Francesco Restani, ha impugnato davanti al massimo organo della giustizia amministrativa. A favore del ricorrente ha giocato anche la recente introduzione dell’articolo 42 bis del Testo Unico Espropri. Leggiamo la sentenza che applica la norma in quanto “in assenza di un provvedimento di esproprio…la proprietà del suolo rimane in capo all’appellante, sicché nessun danno può profilarsi in relazione alla sua perdita. Piuttosto, il proprietario ha diritto alla restituzione materiale del suolo, ossia ad essere reintegrato anche nel possesso”. Per questo il CdS ha condannato l’amministrazione “salvo il potere della stessa, in costanza dei presupposti di cui all’art. 42 bis, di emanare un provvedimento di acquisizione postuma con contestuale liquidazione dell’indennizzo, nei termini e modi previsti dalla norma citata”. Una sorta di ‘via di fuga’ che consentirà al Comune di sanare la disdicevole situazione in cui ci si è venuti a trovare. Ovviamente risarcendo il legittimo proprietario, il quale, fino a quando non si troverà l’accordo, dovrà rientrare in possesso del proprio bene.

L'area – la zona 'espropriata' si sviluppa su una superfice di 8.954 metri quadrati. Un'area grande più di un campo di calcio, più o meno 100 appartamenti di medie dimensioni dove sono nel frattempo sorti diversi siti cimiteriali. Impossibile al momento quantificarne il valore, al quale si dovrà aggiungere gli interessi legali e probabilmente la mancata redditività di quello che un tempo era un terreno agricolo. Resta da capire quali azioni potrà ora intraprendere il proprietario nei confronti dell'amministrazione.

23 anni – la lite fra lo spoletino e l’amministrazione si chiude quindi dopo 23 anni, un tempo ben maggiore di quello del famoso libro di Alexandre Dumas e dei suo moschettieri. Un ventennio fatto di cause civili davanti al Tribunale di Spoleto (cominciate nel 1991), poi amministrative. E che aveva visto sorgere anche un comitato cittadino che non voleva l'ampliamento perchè troppo a ridosso delle abitazioni. Nel mirino, politicamente parlando, finiscono così ben due amministrazioni, quella del sindaco Alessandro Laureti (in carico fino alla primavera 1999) i cui funzionari espropriarono in malo modo l’area, e la prima amministrazione di Massimo Brunini che, nel novembre 1999, avviò i lavori di ampliamento. I danni saranno invece, ancora una volta, per le tasche dei contribuenti.

Armageddon o nuova tegola? – un nuovo scandalo che si abbatte sulle spalle della giunta di Daniele Benedetti in questo ‘febbraio nero’ già segnato dalla sentenza della Cassazione sul cosiddetto Mostro delle mura (i 2 palazzi costruiti a ridosso delle mura urbiche e ora a rischio di abbattimento) e ancora del Consiglio di Stato che meno di due giorni fa ha bocciato il Piano Regolatore Generale del 2008. Provvedimenti che non riguardano l’attuale giunta Benedetti ma che confermano con quanta superficialità amministratori e funzionari delle passate amministrazioni hanno gestito il loro potere. Ne sa qualcosa proprio l’attuale giunta che, ad esempio, sul fronte degli abusi edilizi ha avviato le procedure di contestazione (e di pressoché certa parziale demolizione) di quello che è il più importante circolo sportivo della città, quello di Montarello praticamente privo di autorizzazioni, eccezion fatta per quella del 1969 per il bocciodromo. Spoleto sembra diventato l’Armageddon, il luogo della battaglia finale fra bene e male che non è proprio come immaginarsi il prato per un picnic. Chiamarla “nuova tegola” sarebbe quasi un incitamento alla speranza, mentre qui si tratta di un pastrocchio gigante che stavolta mette davvero alle corde l'attuale amministrazione che rischia di non sapere più da che parte girarsi. A raccontarla ai posteri, la vicenda ha il sapore della commedia edoardiana, se non ci fossero di mezzo i sentimenti di coloro che credevano di aver seppellito in pace i loro cari, in luogo tranquillo, pagando la loro concessione 35ennale (per i loculi) o la concessione del suolo (per edicole e cappelle funerarie). E non vale nemmeno la vecchia cabala del “47 morto che parla” perché i defunti se solo potessero proferire parola abbatterebbero il muro del suono, meglio di un Jet.

“La Spina” nel fianco – Una nuova vittoria invece per il principe del foro umbro Giuseppe La Spina, nomen omen, che si “ficca” per la seconda volta nel fianco dell'amministrazione comunale proprio un attimo dopo la vicenda “sanguinosa” del Prg. Non sono scherzi del destino, ma solide procedure amministrative che nel tempo hanno fatto il loro corso fino a giungere alle sentenze recenti. Nemmeno ne “La notte dei morti viventi”, celeberrimo film di George A. Romero si era arrivati a tanto: il rischio di dover abbattere un pezzo di cimitero con tutto ciò che ne consegue! Altro che buchi di bilancio e Prg illegittimi. L'argomento è talmente delicato che sembra proprio che l'amministrazione comunale sia finita preda del bacio di un Dissennatore, personaggio fantastico della saga di Harry Potter. Notoriamente i Dissennatori strappano dalle loro vittime ogni pensiero felice poiché essi si cibano appunto della felicità altrui svuotando le persone intorno a loro di ogni pensiero gioioso e anzi, spesso, non distinguono tra colpevoli e innocenti. E qui la faccenda ha tutto il sapore di una saga alla Harry Potter, maghetto incluso.

(hanno collaborato Car.Van. e Sa.Mi.)

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