SCANDALO NELL'OSPEDALE DI FOLIGNO: SPOLETINA SOTTOPOSTA A RASCHIAMENTO, MA ERA INCINTA. DENUNCIA AI CARABINIERI - Tuttoggi.info

SCANDALO NELL'OSPEDALE DI FOLIGNO: SPOLETINA SOTTOPOSTA A RASCHIAMENTO, MA ERA INCINTA. DENUNCIA AI CARABINIERI

Redazione

SCANDALO NELL'OSPEDALE DI FOLIGNO: SPOLETINA SOTTOPOSTA A RASCHIAMENTO, MA ERA INCINTA. DENUNCIA AI CARABINIERI

Gio, 16/12/2010 - 10:30

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di Carlo Ceraso

L'hanno sottoposta ad un raschiamento, ma era incinta. E' in estrema sintesi la terribile disavventura capitata ad una spoletina, sposata e già madre di un bambino di 4 anni, ricoverata alla fine dello scorso mese di novembre presso il reparto di ostetricia di Foligno. E che Tuttoggi.info può anticipare. Errore o fatalità sarà la magistratura ad accertarlo. Perchè la donna nei giorni scorsi si è presentata ai carabinieri della compagnia di Spoleto per presentare una dettagliata denuncia, assistita dal legale di fiducia, l'avvocato Michele Faustini. I militari hanno già trasmesso l'atto alla procura della repubblica di Perugia, competente su Foligno, anche se al momento non si conoscono le decisioni prese dal p.m. anche se è probabile il sequestro a breve della cartella clinica della malcapitata.

L'odissea ha inizio lo scorso 19 novembre quando la signora, dopo aver acquistato in farmacia un test per la gravidanza, scopre felicemente di essere incinta. Il ginecologo dell'ospedale di Spoleto, non rilevando dalla ecografia alcuna camera gestazionale, le prescrive gli esami 'beta' (Bhcg). Il valore che ne scaturisce è basso (349.9 mlU/ml) ma con il passare dei giorni, e degli esami, tende ad aumentare: 656mlU/mg il 22 novembre, 960 l'indomani, 1.849 il giorno ancora dopo.

L'ecografia non rileva però la presenza del feto e così, in presenza dei valori aumentati, i sanitari del nosocomio spoletino consigliano alla signora il ricovero all'ospedale di Foligno.

Si teme infatti una gravidanza extrauterina. Le disposizioni del primario folignate di ostetricia e ginecologia, che ha la responsabilità anche del reparto spoletino, sono precise: i 'casi particolari' vanno trattati dall'ospedale della città della Quintana. Non è dato sapere il perchè.

La donna viene qui ricoverata il 24 stesso. La dottoressa che la prende in carico, ma che, a quanto trapela, sembra aver escluso una gravidanza extrauterina, la sottopone agli esami di rito.

Gli esami beta del 25 registrano il risultato di 1.325 mlU/mg, in leggera discesa. Il giorno dopo viene fatto un nuovo prelievo: ancor prima di attendere il responso, la donna viene portata in sala operatoria per un raschiamento. I medici annunciano alla signora che la gravidanza si è interrotta e che pertanto conviene intervenire. Ma le analisi daranno un esito diverso: 2.325 mlU/mg.

La spoletina però nella stessa sera del 26 novembre viene dimessa con una cura da seguire nei giorni successivi.

Il 6 dicembre la signora riprende addirittura servizio presso l'ufficio dove lavora. Il giorno dopo, quasi 2 settimane dopo la dimissione, riceve la telefonata dall'ospedale di Foligno che la chiama nuovamente a visita. Gli impegni di lavoro non le consentono di recarsi subito al nosocomio ma non le impediscono di rifare l'esame Bhcg. E qui la sorpresa: le analisi rilevano che il valore è di ben 9.012 mlU/mg. Accompagnata dal marito la malcapitata corre verso l'ospedale di Foligno. Dopo quasi 3 ore, così ha lamentato la donna, viene finalmente visitata dal medico di guardia che non può far altro che ricoverarla in attesa che il giorno dopo venga visitata dai medici del reparto di ginecologia. All'indomani le analisi segnalano un ulteriore incremento delle Bhcg. La paziente chiede spiegazioni ma le risposte dei sanitari folignati non la convincono e così decide per firmare le dimissioni e abbandonare il nosocomio.

Nel frattempo torna a farsi visitare dal suo ginecologo di fiducia che, sottoponendola di nuovo ad un esame ecografico, rileva la camera gestazionale. La donna è incinta.

Facile immaginare lo stato d'animo dei due coniugi: felici per la gravidanza ma anche estremamente preoccupati per gli eventuali esiti sia del raschiamento, sia dell'assunzione dei farmaci da parte della mamma. Una situazione ora al vaglio della magistratura che dovrà far luce sul caso.

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