La chiusura di una locale nel centro storico che forse, a Palazzo come in città, qualche nervosismo ha creato. La determina del sindaco di Perugia, datata 29 giugno, ha dato lo stop ad un locale di intrattenimento nel cuore del centro storico gestito da giovani, ma già con una solida esperienza sulle spalle in fatti di divertimento notturno.
L’ordinanza. Alla notizia della chiusura, i gestori del locale si sono subito adoperati per realizzare gli interventi necessari alla riduzione del rumore così da provocare meno disagi possibili ai residenti. Interventi di messa in regola che sono stati immediatamente comunicati all’Arpa ma che al momento sarebbero ancora in attesa di risposta, positiva o negativa. Questione che, secondo indiscrezioni, avrebbe preso a cuore lo stesso sindaco Romizi che nelle ore scorse avrebbe scritto e firmato una lettera indirizzata all’Arpa proprio per conoscere i risultati delle nuove rilevazioni, così da eventualmente ritirare l’ordinanza di chiusura.
Ma dietro la polemica movida o coprifuoco, che va avanti da un decennio, c’è molto di più. Da una parte i locali che vogliono vendere “divertimento” ai cittadini e ai turisti, dall’altra i residenti che sognano notti silenziose e che lamentano qualche decibel di troppo a un’amministrazione che deve ascoltare e tutelare entrambe le categorie. A questa situazione si aggiunge la normativa vigente che dice che se vengono superati i tre decibel (che corrisponde al rumore del fruscio delle foglie) verificati da Arpa e comunicati all’Asl Umbria 1, il locale va chiuso a tutela della salute pubblica. Questo almeno “sino alla eventuale realizzazione degli interventi necessari alla riduzione di rumorosità prodotta e alla verifica dell’adeguatezza degli stessi ai fini del rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa vigente”.
La proposta di Ncd. Ma alla notizia della chiusura di un locale sui social è scoppiata la polemica e sulla questione prende parola il consigliere di Ncd Emanuele Scarponi. Attento alla problematica rumore nel centro storico, ha riferito che a giorni dovreebb passare in giunta la sua proposta in fatto di rumore. Alcuni Comuni dell’Emilia, infatti, hanno realizzato un sistema in rete che serve a monitorare le emissioni sonore dei vari locali che sembra aver avuto ottimi risultati. “Certo – aggiunge ScarponI – questo non mette a riparo dagli esposti…”
La proposta del Pd. Settimane fa, il consigliere Tommaso Bori, ha presentato una interrogazione al sindaco sulla mancata attuazione di una determina approvato il 7 aprile del 2014 e che vede al centro proprio la situazione dei locali notturni nell’acropoli. Nel pacchetto di cinque proposte per rendere “Perugia viva”, il consigliere si occupa anche del rumore: il Pd vorrebbe la revisione della zonizzazione acustica delle vie e delle piazze del centro, con un piano specifico dedicato ai locali di intrattenimento. “Non è possibile – ha detto Bori – che qui ci sia lo stesso tetto di decibel del Colle della Trinità”.