Perugia, 70mila euro alla Santa Croce | Mense appaltate - Tuttoggi.info

Perugia, 70mila euro alla Santa Croce | Mense appaltate

Alessia Chiriatti

Perugia, 70mila euro alla Santa Croce | Mense appaltate

"Così si contengono i costi" | Waguè, "porte aperte ai genitori"
Gio, 09/07/2015 - 11:39

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Via libera dalla Giunta, ieri pomeriggio (8 luglio, ndr) per “il servizio di mensa scolastica e fornitura pasti per i cittadini in condizioni di disagio ed ultrasessantacinquenni” per l’anno 2015-2016. Approvata anche la manovra “salva Santa Croce”, dopo che in Consiglio Comunale lo stesso assessore Waguè aveva ribadito come Palazzo dei Priori non potesse intervenire per “risanare i debiti” dell’istituto.

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E’ pronto dunque un contributo di 70.000 euro, in via del tutto eccezionale, per far fronte alle difficoltà finanziarie della Scuola Santa Croce. Una misura che si rivela necessaria a fronte della grave situazione finanziaria della scuola montessoriana: “come promesso in occasione degli incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi presso la Prefettura di Perugia – si legge in una nota di Palazzo dei Priori – il Comune ha ritenuto opportuno e necessario intervenire con l’importo suddetto, già peraltro previsto nel bilancio 2015 in corso di approvazione”.

Mense appaltate – La Giunta ha dunque deciso, dopo lunghe discussioni in Commissione e in Consiglio (non ultimo quello dello scorso lunedì) di “omogeneizzare” i servizi mensa, per la sua gestione diretta (asili nido e alcune scuole d’infanzia statali) e indiretta (per altri istituti scolastici, per i cittadini adulti in condizioni di disagio e a domicilio per ultra 65enni). Il tutto mentre i genitori dei bambini di Perugia, riuniti in associazioni e comitati, avevano deciso di boicottare il servizio di refezione, scioperare dalle rette e rivolgersi a TAR e ANAC, proprio nel caso la Giunta del capoluogo umbro avesse continuato per la sua strada.

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Come è andata fino ad oggi – A Perugia, ad oggi, esiste una gestione diretta con 19 punti di preparazione pasti, annessi agli asili nido comunali e ad alcune scuola d’infanzia statali, con un organico pari a 55 unità; per la gestione indiretta, invece, sono presenti sul territorio 15 centri di preparazione pasti, che servono 51 scuole con numero potenziale di pasti giornalieri pari a 3515. Sulla base del contratto d’appalto in essere, il gestore assicura il trasporto e lo scodellamento dei pasti alle scuole non dotate di cucina e servite dai centri di preparazione pasti sia a gestione diretta che indiretta. Per l’acquisto delle derrate alimentari, esistono tre sistemi di gestione: per gli asili nido comunali si svolge annualmente una gara pubblica effettuata dagli uffici; per le scuole servite dal centro preparazione pasti di San Sisto la gestione è a cura dell’impresa affidataria, mediante specifiche clausole del contratto; per le altre scuole sono in atto convenzioni con le associazioni dei genitori che si occupano di acquistare le derrate.

La faccenda cambia quando il contratto di appalto del servizio mensa risulta essere in scadenza per il prossimo 31 agosto, senza inoltre avere la possibilità, dicono dalla Giunta, di prorogarlo. Un’organizzazione che per il Comune soffre di una “forte anomalia, in quanto la gestione per le stesse tipologie è articolata in modo del tutto diverso e disomogeneo con significativi e diversi effetti economici in capo all’Amministrazione“. Il centro di San Sisto (che fornisce 135.401 pasti potenziali) opera attraverso un appalto del servizio globale, comprensivo di approvvigionamento, preparazione, scodellamento e trasporto, remunerato solo a pasto consumato. Nelle altre strutture (potenziali 714.609 pasti) sono le associazioni di genitori che acquistano le derrate con remunerazione fissa per bambino pari a 350 euro annui.

Omogeneizzare il servizio, che per le associazioni dei genitori andrebbe a discapito di un modello virtuoso attivo da 25 anni, serve dunque, nelle parole della Giunta di Romizi,  ad “evitare distorsioni della concorrenza e del mercato ed al fine di assicurare la parità degli operatori economici sul territorio nazionale“, così come previsto dalla legge. Il nodo della questione sarebbe dunque non creare disparità tra le scuole, ad esempio, di San Sisto e Il Tiglio, e le altre presenti sul territorio, oltre che a rendere il servizio “conforme alla normativa nazionale vigente”.
Da Palazzo dei Priori spiegano poi la mossa come “utile a contenere i costi: l’affidamento della gara, peraltro, garantirà specifiche premialità per l’approvvigionamento a km 0 e di prodotti biologici determinanti per implementare il principio della corretta educazione alimentare”.

Niente paura per i genitori, assicurano dalla Giunta: “l’Amministrazione ritiene imprescindibile conservare ed addirittura rafforzare il ruolo di controllo, verifica e monitoraggio svolto dalle associazioni dei genitori; ciò avverrà con la costituzione di un apposito tavolo permanente di confronto, cui parteciperanno Amministrazione, impresa affidataria e genitori”.

Come funzionerà – Con le nuove regole, dunque, si procederà all’affidamento del solo servizio di approvvigionamento per le mense delle scuole d’infanzia comunali di Santa Lucia e Il Tiglio; al trasporto e scodellamento per il polo mensa della scuola d’infanzia di Castel del Piano, e fino al 23 dicembre, di quello di Via P.da Palestrina; all’affidamento di tutte le fasi del servizio di gestione della mensa scolastica, incluso l’approvvigionamento, nelle restanti cucine, poli mensa e nel centro preparazione pasti di San Sisto. Nella stessa gara verrà prevista anche la “normalizzazione” del servizio di fornitura pasti per la gestione indiretta.

Vorrei chiarire – ha dichiarato l’Assessore Waguèche con questa decisione l’Amministrazione intende rafforzare ulteriormente le attività di vigilanza e controllo da parte dei genitori, con i quali ci sarà sempre una forte collaborazione al fine di valorizzare idee, progetti e quanto opportuno per garantire la qualità del cibo destinato ai nostri bambini”.

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