La “carica” dei 100 cani da tartufo dal fiuto impareggiabile che riescono a scovare a tempo di record il pregiato e prelibato prodotto della terra, celebrato in questi giorni a Città di Castello nella 38^ edizione della mostra-rassegna all’insegna del gusto, prelibatezze e percorsi enogastronomici fino a mercoledì 1 novembre. Bracchi, bracchi-pointer, lagotti, meticci, in questo lembo di terra di confine fra Umbria e Toscana, nascono, crescono e diventano autentici campioni della ricerca, indispensabili compagni di viaggio per i circa 2000 “cavatori”, i tartufai in possesso del regolare tesserino.
Oggi i cani, come detto circa 100 esemplari, con i loro proprietari provenienti da tutto il Centro Italia, si sono dati appuntamento al parco dell’Ansa del Tevere “Alexander Langer”, per una delle tante tappe del circuito nazionale della ricerca del tartufo. I cani per conquistare il podio finale devono, nel minor tempo possibile, scovare 6 tartufi disseminati a debita distanza l’uno dall’altro in un’area di terreno delimitata. Alla prova del cronometro, spesso, i cani altotiberini hanno fatto registrare tempi da Guinness dei primati: anche sotto i 40 secondi complessivi.
Dallo scorso 24 settembre, quando è iniziata ufficialmente la raccolta del tartufo bianco (che si concluderà il 31 dicembre) l’esercito dei cani e dei loro proprietari, fra cui spiccano sempre più giovani, donne e ragazze (c’è anche chi ha deciso di farlo per pagarsi gli studi universitari), è alle prese con una stagione fino ad ora avara di quantità ma qualità eccelsa. Alla borsa attuale dei prezzi al dettaglio, vista la scarsità e le piccole pezzature (qualità eccelsa) schizza a quotazioni stellari, anche oltre 3000 euro per un chilo di “bianco”.
“Se non cambiano le condizioni metereologiche – sottolinea Giuliano Martinelli, noto imprenditore ed esperto del settore – sarà una stagione forse simile a quella del 2003, con tartufi leggeri ma profumati di qualità eccellente e prezzi elevati almeno in partenza. La terra asciutta favorisce questo genere di prodotto eccellente che potrebbe però riservare anche pezzature record”. Nel 2003 complice l’euro, la trifola al chilo superò anche i 4000 euro. “Il crescente interesse verso la ricerca del tartufo è sostanzialmente legato a due fattori: la possibilità di integrazione del reddito familiare, soprattutto degli addetti all’agricoltura, e all’attività che di per sé rappresenta un momento di sinergia con l’ambiente naturale e col proprio cane”, precisa il Commissario della Comunità Montana Alta Umbria Mauro Severini.
“Il nostro tartufo bianco e gli altri prodotti del bosco non temono confronti – sentenzia l’assessore al Commercio e Turismo Riccardo Carletti, che sottolinea anche l’aspetto “legato alla promozione e valorizzazione culturale, artistica e ambientale del comprensorio e dell’Umbria”. “I tartufai e i loro straordinari cani – conclude Fernanda Cecchini, assessore regionale all’Agricoltura – sono i veri protagonisti di questo importante settore agro-alimentare, che contribuisce ad elevare immagine e promozione del nostro territorio anche attraverso un’attività, quella del tartufaio, propria della nostra storia e delle nostre tradizioni”.
[Foto di Marco Milanesi]