Isola del Libro si conferma 'il salotto culturale'. Gratteri parla di mafia, "padrini e padroni" - Tuttoggi.info

Isola del Libro si conferma ‘il salotto culturale’. Gratteri parla di mafia, “padrini e padroni”

Redazione

Isola del Libro si conferma ‘il salotto culturale’. Gratteri parla di mafia, “padrini e padroni”

La quinta edizione dell’Isola del libro è partita venerdì 16 giugno dalla terrazza dell’hotel Lido di Passignano sul Trasimeno
Sab, 17/06/2017 - 11:17

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La quinta edizione dell’Isola del libro è partita venerdì 16 giugno dalla terrazza dell’hotel Lido di Passignano sul Trasimeno, dove il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri con il lago sullo sfondo, ha parlato dei temi della giustizia, tra lotta alle mafie e riforma del processo penale. Occasione, la presentazione – nel primo caffè letterario dell’anno – dell’ultimo libro del magistrato, “Padrini e Padroni”.

gratteri-1Dopo il saluto dell’ideatore, l’imprenditore libraio Italo Marri e quelli di Claudio Bellaveglia – assessore del Comune di Passignano – e del comandante provinciale dei Carabinieri di Perugia Paolo Piccinelli, il dibattito è entrato nel vivo proprio sul tema della riforma del processo penale appena approvata. «Non ci sono maggioranze forti per fare delle modifiche forti. Una volta superato il problema etico e morale, in Italia è ancora conveniente delinquere – ha detto il magistrato, simbolo della lotta alla ‘Ndrangheta – fino a quando non ci sarà questa volontà non saranno fatte rivoluzioni copernicane. Le modifiche normative che riguardano l’ordinamento devono puntare a far funzionare i tribunali e le procure. Se io fossi legislatore andrei all’origine, al motivo per cui i fascicoli stanno dieci anni chiusi in procura e su quali sono i rimedi a perché ciò non avvenga. Tutti i problemi vanno visti sempre a monte, mai a valle. Altrimenti è sempre un rattoppare, un rincorrere qualcosa».

Ma gran parte del dibattito, moderato dal direttore di Umbria TV, Riccardo Marioni, ha riguardato i metodi con i quali le mafie si infiltrano nel tessuto economico di tutte le regioni italiane e non solo. La ‘Ndrangheta, in particolare, è una organizzazione criminale sempre più pervasiva, che fattura oltre 50 miliardi di euro all’anno, pari a circa il 3,5% del Pil.  «Vediamo le mafie presenti laddove c’è da gestire denaro e potere, sono interessate anche a latifondi e terreni», ha spiegato Gratteri, portando l’esempio di un imprenditore agricolo umbro in crisi, che anziché fallire ha fatto entrare come socio di minoranza un prestanome della ‘Ndrangheta. «Una volta fatti entrare, all’azienda ci penseranno loro. È l’inizio della fine. Come quando gli imprenditori in crisi si rivolgono agli usurai». Nessun luogo, quindi, secondo il procuratore, ha ancora sviluppato gli anticorpi necessari: «Le mafie sono sempre più dinamiche e istruite, presenti nel centro e nord Italia, nel centro e nord Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Canada, non solo a gestire traffici ma anche ad amministrare la cosa pubblica».

I rischi, quindi, riguardano anche l’Umbria, che fino a poco tempo fa si credeva un’isola felice. «Dobbiamo stare attenti – ha esortato il sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci  – anche nella nostra regione la ‘Ndrangheta non è qualcosa di lontano. L’operazione Quarto Passo è avvenuto nelle nostre città. Chi diceva che in Lombardia e in Emilia c’erano gli anticorpi, non sentiva e non vedeva». Particolarmente importante, in questo senso, è la gestione dei beni confiscati. «Oggi non vengono sequestrati solo beni mobili e immobili ma anche industrie. Poco tempo fa in un porto italiano il dottor Gratteri ha sequestrato un mercato del pesce e dei pescherecci che erano in mano ai mafiosi. Qualche giorno dopo, si è posto il problema di evitare che quei pescatori e venditori restassero disoccupati. Bisogna evitare che passi il messaggio che la mafia dà lavoro e lo Stato toglie lavoro».

Nelle battute finali, Gratteri ha poi parlato anche della sua vita privata. «Vivo con la scorta da 28 anni ma mi sento uno degli uomini più liberi del mondo perché non ho mai chiesto nulla per me né per la mia famiglia. Faccio sacrifici, ma ho avuto e ho grandissime soddisfazioni. Nella magistratura – ha concluso – oltre a noi personaggi noti, lavorano però molti illustri sconosciuti più preparati e più bravi di me».


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