Ex Merloni, "crisi drammatica" per 400 operai | Regione, "Porcarelli rispetti i patti" - Tuttoggi.info

Ex Merloni, “crisi drammatica” per 400 operai | Regione, “Porcarelli rispetti i patti”

Alessia Chiriatti

Ex Merloni, “crisi drammatica” per 400 operai | Regione, “Porcarelli rispetti i patti”

La mozione di Smacchi (Pd) approvata all'unanimità | Umbria e Marche insieme per scongiurare la mobilità
Mar, 02/08/2016 - 17:17

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Fare di tutto per evitare che sia portata a compimento la procedura di mobilità di 400 lavoratori della Jp Industries (ex Merloni, ndr)“. E’ quanto ha chiesto alla Giunta della presidente Marini oggi, durante la seduta dell’assemblea regionale a Palazzo Cesaroni, il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd). In queste ore resta alta l’agitazione per gli operai del complesso industriale di Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Fabriano e Sassoferrato dove, se non verrà trovato un accordo diverso con i sindacati e le altre parti coinvolte entro 120 giorni dallo scorso 29 luglio (giorno in cui Giovanni Porcarelli ha comunicato la volontà dell’azienda), per 400 lavoratori dei 684 dipendenti della ex Merloni si apriranno le porte della mobilità occupazionale.

Un impegno, quello della Regione, approvato all’unanimità dopo la mozione urgente di Smacchi: ora Palazzo Donini dovrà confrontarsi anche con la Regione Marche, dove insiste parte della ex Merloni, e con il ministero dello Sviluppo Economico, al quale è già stato chiesto un tavolo. Smacchi oggi ha inoltre richiesto che fosse l’assessore regionale allo sviluppo economico, il vicepresidente Fabio Paparelli, a riferire in aula sugli sviluppi della vertenza.

Per Smacchi la decisione del 29 luglio dell’imprenditore Giovanni Porcarelli, a capo del gruppo che ha rilevato la ex Antonio Merloni, “è ingiustificata“, nonostante lo stesso Porcarelli parli di “mutate condizioni del mercato“. Lo stesso viceministro dello Sviluppo Economico, Bellanova, ha parlato di un comportamento aziendale “inqualificabile“, che si abbatte su un territorio, come quello della fascia appenninica, che soffre già pesantemente della crisi di settori strategici come l’edilizia e la ceramica.Da otto anni – sottolinea Smacchi – i lavoratori della ex Antonio Merloni e della J.P. industries stanno vivendo una crisi drammatica. La Jp Industries, nel 2011, aveva acquistato l’ex colosso dell’elettrodomestico, promettendo il riassorbimento di 700 lavoratori tra Umbria e Marche e la continuità della produzione del ‘bianco’. A ottobre finirà la mobilità per altri 700 lavoratori non riassorbiti, sono oltre 5mila considerato l’indotto i lavoratori che perderanno il posto di lavoro. Quello di Porcarelli è un atteggiamento complicato da comprendere e giustificare, anche in relazione a problematiche di altre piccole aziende in crisi”. La Regione Umbria aveva già stanziato risorse importanti per la ex Merloni: 9 milioni dell’accordo di programma sono stati destinati infatti al comparto della Jp Industries. Umbria e Marche hanno accantonato 2,6 milioni per cofinanziare un grande progetto di ricerca e sviluppo della Jp che, qualora andasse in porto, “otterrebbe 10-15 milioni di contributo pubblico”, ha concluso Smacchi.

Nel suo intervento, la presidente Marini ha tracciato il lungo percorso della crisi dell’Antonio Merloni, iniziata nel 2008, “una delle prime dieci grandi crisi industriali del nostro Paese“. Un percorso che la Regione intese fin da subito, comprendendo come la ripresa non poteva celarsi nella ripresa produttiva semplice degli impianti della vecchia proprietà. La questione all’epoca fu anche ben più difficile, perché una parte consistente dei lavoratori era in una fascia di età giovane che non poteva rientrare in accordi sulla mobilità tali da consentire il ricorso a strumenti alternativi anche ai fini pensionistici. Ma quando è arrivata la cessione della ex Merloni alla Jp Industries, definita a metà del 2014 e impugnata anche da un pool di 7 banche che avevano investito e prestato finanziamenti alla ex Merloni, il piano industriale non ha trovato le proprie gambe per camminare. 36 i milioni destinati da Regione Umbria e Marche per la reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi Merloni.

Scade il 19 marzo 2017 il termine ultimo per la Jp Industries per entrare nella fase attuativa del programma e del progetto: l’industria potrà avvalersi della legge 181 e sul decreto ministeriale 1 aprile 2015,  per finanziare progetti di ricerca e di sviluppo nell’ambito anche di accordi stipulati dal ministero con le Regioni.  “Ma la condizione fondamentale dell’utilizzo di queste risorse economico-finanziarie e di progetti industriali – ha precisato Marini – è che guardino alla salvaguardia e al mantenimento dell’occupazione“. Porcarelli nello specifico guarda alla produzione di una nuova gamma di elettrodomestici ecocompatibili. Tale progetto  si dovrebbe realizzare negli stabilimenti sia delle Marche sia nel sito umbro di Gaifana per un valore complessivo dell’investimento di circa 36 milioni di euro, 16 dei quali a valere sulla legge 181 e 20 a valere sul decreto ministeriale ricerca e sviluppo.  Nello specifico il sito umbro del progetto dovrebbe ospitare la produzione di nuovi frigoriferi per un investimento di 15,6 milioni, riconducibili 7, 3 alla legge 181, e 8,3 al decreto ministeriale ricerca e sviluppo. “Per quanto riguarda la Regione Umbria – detto la presidente – noi partecipiamo al decreto ministeriale ricerca sviluppo per un programma per 1 milione 79 mila, mentre la Regione Marche partecipa per un milione 500 mila euro per un totale di 2,6 milioni di euro.  Il Governo ha prontamente accolto la richiesta fatta in questi giorni da Umbria e Marche, domani è convocato l’incontro che sarà presieduto dalla vice ministro Teresa Bellanova, e faremo l’incontro col gli interlocutori della JP Industries, per capire anche qual è il merito degli annunci fatti dalla proprietà”.

A questo punto resta il testa a testa tra Porcarelli e i 400 lavoratori che rischiano la mobilità. “Ciò che non è tollerabile – ha continuato Marini – è che i lavoratori siano  utilizzati nelle controversie imprenditoriali tra impresa e sistema bancario del credito. Domani l’imprenditore ci dovrà esporre le condizioni materiali, a questo punto definite le risorse economico-finanziarie del Governo e delle Regioni, definito il percorso giuridico, definito anche l’approccio di confronto con il sistema bancario si dovrà essere conseguenti. È finito il tempo dello svicolare rispetto all’avvio del percorso materiale dell’impianto di investimento e quindi anche occupazionale, e JP Industries si è presa l’impegno di realizzare quel tipo di investimento e quindi ha trovato i canali finanziari anche messi a disposizione dal Mise e dalle Regioni, sui 400 occupati e sul numero  dell’assorbimento di lavoratori”.

L’assessore e vice presidente Fabio Paparelli, dal suo canto, ha messo l’accento sulle risorse messe in campo dalla Regione Umbria e dalle Marche. “In particolare abbiamo provveduto a apportare modifiche e integrazioni alla procedura in corso di cui all’avviso over 30, incentivo a lavoratori e lavoratrici in mobilità disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali, in costanza di rapporto con le aziende cessate o in procedura concorsuale prevedendo la applicazione del regolamento UE. Con riferimento all’area oggetto dell’accordo di programma Merloni, inoltre, il 9 maggio scorso a fronte di risorse disponibili pari a 1milione 344 mila euro da poter ancora assegnare alle imprese abbiamo deliberato di intervenire ulteriormente a favore della crisi Merloni prevedendo 1milione delle risorse stanziate e ancora disponibili per l’assunzione dei lavoratori provenienti da quel bacino, a fronte di iniziative industriali ricadenti nell’ambito territoriale dei 17 comuni di quell’Accordo programma vigente. Il Governo e Regione in tutti i suoi aspetti hanno rispettato patti e percorsi, sia con le parti sociali, sia in ambito governativo, ora tocca all’imprenditore rispettare i patti e i percorsi attuati e messi in campo fino ad oggi. Senza se e senza ma.

Alla discussione in aula hanno partecipato con i loro interventi anche i consiglieri Valerio Mancini (Lega Nord), Claudio Ricci (Ricci presidente) e Andrea Liberati (Movimento 5 Stelle). Per Mancini, “qualcosa è stato fatto per la crisi ex Merloni, ma sicuramente si sarebbe dovuto fare qualcosa di più. Le responsabilità sono di chi ha governato l’Umbria finora e più in generale di Europa e governo“. Per Ricci, “è necessario porre attenzione alla tutela dell’occupazione e puntare su un nuovo piano industriale che tenga conto dell’evoluzione nei settori produttivi tecnologici e dei mercati“. Infine per Liberati, “diciamo sì alla mozione di Smacchi, ma invece di insistere, a ragione, come in questo caso, con industrie novecentesche, rendiamo l’Umbria più attrattiva per le industrie che guardano al futuro”.

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