C’è chi ha costruito tettoie in assenza di autorizzazioni paesaggistiche, chi ha realizzato piste di atterraggio senza permessi e condomìni che hanno messo sbarre e dissuasori senza l’ok degli uffici competenti. In periferia come in corso Vannucci. Non è di certo lungo l’elenco degli abusi contestati in fatto di immobili, opere o lottizzazioni nel Comune di Perugia, ma incuriosisce. Pochi nomi, una decina, quelli finiti nell’occhio del mirino per piccoli abusi e ora oggetto dei rapporti da parte di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria o del nucleo di controllo, nel periodo compreso tra il primo aprile e il 30 giugno.
Segnalazioni che, nelle scorse settimane sono state verificate e laddove sono state confermate le irregolarità sono scattate le ordinanze di sospensione lavori e dei provvedimenti sanzionatori emessi dal dirigente dell’unità operativa competente. Gli abusi più ricorrenti sono rappresentati da ristrutturazioni o costruzione di pertinenze senza titolo edilizio – autorizzazione, Scia (segnalazione certificata di inizio attività), permesso di costruire – opere edili fatte in difformità del titolo edilizio (ad esempio costruire una porta al posto di una finestra) o in contrasto con il regolamento edilizio (come il mancato rispetto delle distanze dai confini, la costruzione di pergolati troppo grandi.
La pista d’atterraggio. Cosi, ad esempio, in località Sant’Orfeto un cittadino ha realizzato elisuperficie in assenza di permessi per costruire. Nella periferia perugina, invece, è stato realizzato un soppalco su una porzione di un capannone ad uso artigianale oltre che il cambio d’uso ad abitazione, ma senza il permesso di costruire. Un condominio fuori dalle mura cittadine ha invece installato la sbarra automatica e i dissuasori in assenza di permessi di costruire in sanatoria nè autorizzazioni paesaggistiche.
Nel cuore del centro storico, in corso Vannucci, in un’abitazione sono stati realizzati manufatti ed altre opere su un terrazzo in assenza di Scia (segnalazione certificata di inizio attività) e senza autorizzazione paesaggistica. Per quest’ultimo caso è scattata l’ordinanza di demolizione e il ripristino dello stato originario.