Una via ad Angelo Mancia: infuria la polemica

Una via ad Angelo Mancia: infuria la polemica

Alessandro Orfei

Una via ad Angelo Mancia: infuria la polemica

Ven, 05/05/2023 - 16:01

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Scatta anche l'interrogazione parlamentare

La via dedicata ad Angelo Mancia infiamma la città, fino ad arrivare in Parlamento. Il presidente dell’Anpi di Foligno, l’avvocato Stefano Mingarelli, ha scritto direttamente al Prefetto: “Il Comune di Foligno, alle 10,30 di domenica 7 maggio 2023, intitolerà una piazza nella frazione di Borroni ad Angelo Mancia, giovane neo fascista ucciso a Roma il 12 marzo 1980. Angelo Mancia non era di Foligno, seppur vi fosse casualmente nato il 17 ottobre 1957, ma non vi abitó mai in quanto la sua famiglia era di Nocera Umbra poi trasferitasi a Roma. Infatti non è stato mai iscritto nell’anagrafe della popolazione residente e, dunque, non ha alcun legame con la nostra città, nè è mai stato rilevante per la nostra comunità .
Chi è stato Angelo Mancia lo ha scritto esplicitamente il Messaggero, il giorno dopo il suo omicidio., come da allegati ed anche Guido Ingrao, figlio del Presidente della Camera. La figura risulta quantomeno divisiva e non gli si può di certo intitolare uno spazio pubblico, per di più in una città come Foligno, medaglia d’argento per quello che ha dovuto subire e sopportare durante l’occupazione nazi fascista. Inoltre alcuni cittadini stanno raccogliendo firme per chiedere l’annullamento e/ o la revoca della intitolazione. Per tali ragioni Chiediamo dunque al signor Prefetto della Provincia di Perugia di disporre l’annullamento e/o la revoca della intitolazione della Piazza al predetto Angelo Mancia”,

L’interrogazione parlamentare

L’escalation di protesta è proseguita con l’interrogazione parlamentare di Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra): “Domenica 7 maggio 2023 il Comune di Foligno intitolerà una piazza nella frazione di Borroni ad Angelo Mancia, giovane neo fascista ucciso a Roma il 12 marzo 1980. Angelo Mancia non era di Foligno, seppur vi fosse nato. Ed era pluripregiudicato, picchiatore, sprangatore di Luigi Schepisi a cui fracassò il cranio, condannato per possesso di armi, violenza privata, lesioni aggravate, associazione a delinquere, ricostruzione del partito fascista. Come ovvio nulla giustifica la violenza, e la morte di Mancia ha provocato dolore e si inserisce in una drammatica scia di sangue che è giusto ricordare. Ma la scelta di intitolare uno spazio pubblico, per di più in una città come Foligno, medaglia d’argento per quello che ha sopportato durante l’occupazione nazi fascista, è quantomeno inopportuno. Credo che Prefetto della Provincia di Perugia dovrebbe revocare la necessaria autorizzazione all’intitolazione della piazza e per questo che ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Piantedosi. La strada per conquistare una vera pacificazione nazionale passa dal riconoscimento unitario e unanime dei valori antifascisti della nostra Costituzione forgiata nella mobilitazione per la libertà e la democrazia, negli anni della Resistenza e poi anche in quelli che seguirono della violenza politica e per questo l’Italia non può permettersi di vivere oggi una stagione di rinnovato uso politico della Storia per cui commemorazioni, ricordi e intitolazioni servano a riscrivere la storia, a ridefinire le responsabilità, a mettere in luce alcuni fatti mettendone in ombra altri”.

La replica di Zuccarini

Il sindaco Stefano Zuccarini, attraverso una lunga e articolata nota diffusa attraverso l’ufficio stampa del Comune, risponde: “A seguito dell’approvazione di una mozione votata in Consiglio comunale, l’Amministrazione Comunale di Foligno ha provveduto ad intitolare una piazza nella frazione di Borroni ad “Angelo Mancia – Folignate Vittima dei Compagni Organizzati in Volante Rossa”. L’intenzione, come riportato nella mozione è quella di “ricordare le dolorose vicende della nostra storia, al fine di promuovere e garantire con forza i diritti di libertà e condannare e contrastare ogni forma di terrorismo, che rappresenta un pericolo per le istituzioni democratiche e repubblicane”. Pertanto, proprio in occasione della Giornata in Memoria delle Vittime del Terrorismo il 9 maggio, verrà scoperta la targa, già apposta in loco dallo scorso 9 febbraio, con tutte le autorizzazioni necessarie previste dalle normative in materia“.

Tra l’altro – prosegue Zuccarini già nel marzo del 2010 il Comune di Roma intitolò un viale ad Angelo Mancia, con una cerimonia ufficiale alla presenza dell’allora Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, in rappresentanza del Governo Italiano, e dell’allora sindaco Gianni Alemanno. Angelo Mancia nacque a Foligno il 17 maggio 1953 e il 12 marzo del 1980 a soli 27 anni venne ucciso dal ‘Gruppo Anarchico Eversivo denominato Volante Rossa’. In base al certificato penale rilasciato dalla Prefettura di Roma in data 1 settembre 1979 risultava del tutto incensurato. Angelo Mancia venne commemorato dall’allora Presidente della Camera dei Deputati On Nilde Jotti, esponente del Partito Comunista Italiano, ed il suo nome compare nella lista ufficiale del Ministero dell’Interno come ‘Vittima dei Compagni Organizzati in Volante Rossa’. Ricordo a tal proposito, che già il 9 maggio del 2010 l’allora sindaco di Foligno Nando Mismetti, scrisse una lettera ufficiale ai familiari di Angelo Mancia, dicendo, tra l’altro “mi preme esprimere a Voi, a trent’anni dall’accaduto, la vicinanza umana e istituzionale del Comune di Foligno per l’uccisione di Angelo Mancia”; anche l’allora assessore alla memoria Rita Zampolini ricordò la figura di Angelo Mancia esprimendo vicinanza ai suoi familiari. I familiari, invitati alla cerimonia di scopertura della targa, dal cugino Francesco Maria Mancia già vicepresidente del Consiglio Comunale di Foligno, non potranno presenziare perché invitati alle cerimonie istituzionali di commemorazione, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’on. Piccolotti sostiene che “Mancia non era di Foligno, seppur vi fosse nato” ma di fatto era folignate a tutti gli effetti; sostiene poi che fosse un ‘pluripregiudicato’ cosa non vera, come confermato dal certificato penale e dall’assenso di competenza rilasciato dalla Prefettura per l’intitolazione, con parere favorevole della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”.

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