Verde e rosa, la tela del Perugino Romizi - Tuttoggi.info

Verde e rosa, la tela del Perugino Romizi

Massimo Sbardella

Verde e rosa, la tela del Perugino Romizi

Giunta, rebus Lega, donne e Cultura | Le ragioni di Arcudi e gli strali del Pd contro il Traditore
Gio, 06/06/2019 - 16:01

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Verde e rosa. Sono questi i due colori che il riconfermato sindaco Andrea Romizi deve saper impastare per disegnare la sua nuova Giunta. Un’opera più semplice dell’altra volta, con l’astratto inedito multicolori che però è rimasto in bella mostra a Palazzo dei Priori per tutti e cinque gli anni del mandato.

Questa volta sono ben otto i barattoli da cui attingere. Ma solo sulla carta, perché almeno due (quello con il verde ambiente e quello blu) non sono stati riempiti a sufficienza dalle urne. Questa volta c’è, e lo si sapeva dall’inizio, quel verde acceso leghista che rischia di stonare con i colori sobri che solitamente veste Romizi.

Ed è proprio legata alla Lega l’incognita che poi, a cascata, rischia di costringere il sindaco a spostare le altre caselle più o meno tutte riempite. Perché le incognite, al momento, sono proprio quelle del secondo nome leghista ed eventualmente, nel caso in cui Caparvi proponga una rosa di nomi al maschile da affiancare a quello del pediatra Gianluca Teuteri (già vice sindaco in pectore), quello di un’altra donna per rispettare le quote rosa. Verde e rosa, appunto.

Certo, se la Lega proponesse una donna non ci sarebbe bisogno di troppi sconvolgimenti. Le ipotesi sono allora quelle di una sorta di cooptazione della tecnica Cristina Bertinelli in area Lega (nella lista salviana c’era l’altra Bertinelli, Chiara, che ha preso ben 237 voti), con un ritorno al Bilancio. Oppure, sempre al Bilancio, con la scelta di Patrizia Angeli, che in lista con la Lega c’era ed ha fatto benino, con 163 preferenze ottenute.

Chi darà invece un apporto tutto rosa alla Giunta, salvo stravolgimenti da effetto domino, sarà Fratelli d’Italia, con Clara Pastorelli allo Sport e Fotinì Giustozzi a cui dovrebbe andare il Commercio.

L’incontro con Progetto Perugia

Oggi Romizi ha incontrato Progetto Perugia. Sicura della riconferma al Welfare Edi Cicchi, mentre Leonardo Varasano e Otello Numerini aspettano il via libera. Il primo per la Cultura, il secondo per le Opere pubbliche. Sulla Cultura, però, c’è affollamento, con le ipotesi Gatti e soprattutto Grandi rimaste sul tavolo qualora la ragion di Stato imponga un ridimensionamento del peso di Progetto Perugia.

Tra gli esterni, Romizi manterrà Michele Fioroni, il pacchetto di deleghe dovrebbe irrobustirsi con quella all’Urbanistica.

L’apporto dato alla causa del centrodestra da Perugia Civica (5.319 voti pesanti, perché molti pescati nel campo avversario) potrebbe essere riconosciuto con una delega, da consigliere, al sindacalista del Silp Massimo Pici, e con la carica di presidente del Consiglio comunale affidata a Nilo Arcudi.

Il Pd contro il Traditore Arcudi

I 1.030 voti portati dall’ex vicesindaco delle amministrazioni Locchi e Boccali proprio non vanno giù al Pd. Che accusa Romizi di utilizzare nella scelta dell’esecutivo il “peggior manuale Cencelli” ed altri di “trasformismo gattopardesco“. I dem perugini ricordano, per darsi forza, di essere il primo partito della città. Quindi attaccano il centrodestra per “lo spettacolo poco edificante“, conseguenza di una “eterogenea alleanza elettorale“.

Ma è soprattutto su Nilo Arcudi, il Traditore, che si concentra il fuoco del Pd. Indicato appunto come possibile presidente del Consiglio comunale. “Nilo Arcudi – ricordano i dem – già vicesindaco socialista nelle giunte Locchi e Boccali e da pochi mesi fulminato sulla via di Damasco dall’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia“.

E per far capire che è proprio l’ex alleato socialista il loro obiettivo, i dem spiegano che la scelta degli assessori è prerogativa del sindaco, mentre “la presidenza del Consiglio comunale, invece, è organo di garanzia e dovrebbe essere rappresentativo dell’intero Consiglio comunale, non essere designato dal sindaco e tanto meno dalla sola maggioranza uscita dalle urne, o peggio da una sola lista”. E annunciano: “Se si pensa di far ‘tornare i conti’ interni alla maggioranza con una simile forzatura, il Pd non è disponibile: per un organo di garanzia come la presidenza del Consiglio comunale occorre una figura di garanzia per la città e non un ‘ritorno al passato’, degno del peggior manuale Cencelli e trasformismo gattopardesco“.

Quel “coraggio di cambiare percorso”

Il diretto interessato, appreso l’esito incredibile delle urne, aveva già anticipato i comprensibili attacchi seguiti alla sua elezione nella coalizione di centrodestra.”Di certo con un esito imprevisto – aveva commentato a caldo Nilo Arcudi sui social il risultato delle urne – quando, diversi anni fa, con Perugia Civica amici liberi e coraggiosi iniziarono una battaglia politica contro un potentissimo gruppo dirigente del centrosinistra umbro (già da decenni nelle istituzioni) che aveva ruoli di potere assoluto nel partito della mia area politica e culturale, in Regione ed al Governo e che però, per Noi, era dedito solo all’autoconservazione delle poltrone, piuttosto che, come avrebbe dovuto, concentrato sulle aspettative ed i bisogni dei Perugini e degli Umbri“.
Aggiungendo: “In ragione di quella scelta coraggiosa negli anni, come Perugia Civica abbiamo subito attacchi, veti ed umiliazioni politiche di ogni genere in tanti comuni e addirittura cacciate di nostri rappresentanti dalle istituzioni come nel caso del Vicesindaco Lucchetti a Marsciano. Ma noi siamo rimasti convinti delle nostre scelte di persone libere e perbene. E non siamo tornati indietro neanche quando, per farci desistere dalle nostre posizioni, mi sono stati prospettati ruoli ed incarichi prestigiosi e ben remunerati, come ben sanno diversi attori della scena politica perugina ed umbra. Io, pertanto, alle poltrone ho rinunciato per difendere le mie idee e la scelta fatta da Perugia Civica. Voglio dirlo a Giubilei che invece in campagna elettorale insultando ha ripetuto (come Ambra con l’auricolare a Non è la Rai) pensieri di altri senza nemmeno conoscere le persone e gli eventi di cui parlava“.

E dopo quello a Giubilei, l’attacco diretto al Pd, spiegando i motivi del cambio di casacca: “Il coraggio di cambiare percorso ci ha consentito di incrociare una persona straordinaria come #AndreaRomizi, che con il suo profilo umano, con la sua umiltà ed umanità, con la sua capacità di ascolto ed inclusione, ha fatto sentire le nostre idee ed i nostri valori accolti ed ancora importanti per Perugia. Di questo lo voglio sinceramente ringraziare. E non ora che sarebbe stato facile, ma con il Pd al 41% (come Andrea sa bene) siamo stati capaci di intuire e credere che valeva la pena superare vincoli ideologici obsoleti e schemi politici utilizzati in maniera strumentale solo per difendere piccole caste e privilegi per pensare solo al bene di Perugia e dei Perugini. Ed il bene dei Perugini era ed e’ avere ancora Sindaco per altri cinque anni #AndreaRomizi“.

Nilo Arcudi concludeva così la sua nota: “Grazie alle cittadine ed ai cittadini di Perugia per averci capito e per aver compreso tutto questo. Grazie per lo straordinario risultato di #PerugiaCivicacon più di 5300 voti e Grazie per l’incredibile consenso personale che ancora una volta mi avete accordato. Restero’ come sempre tra la gente con umilta’, onestà e rigore, continuando a scegliere solo il bene della nostra amata Perugia“.

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