Una mozione sul ventennale della caduta del muro di Belino (1989 – 2009) è stata presentata al presidente della Provincia di Perugia dai consiglieri provinciali del Pdl. La ricorrenza, come si ricorda nel documento, cade il 9 novembre giorno in cui si celebra la Festa della Libertà istituita con legge 15/04/2005 n.61 la quale richiede di organizzare nelle scuole cerimonie ed eventi commemorativi. Per questa occasione il Pdl propone “di tenere illuminato il palazzo della Provincia durante la notte del 9 novembre in ricordo dell'evento ed in tributo alle vittime del regime sovietico, prevedendo contestualmente un presidio di Consiglieri e di organizzare per lo stesso giorno in seno alla Sala del Consiglio la proiezione di filmati storici dell'evento rivolti alle scuole”. “Il 9 novembre 1989 – recita la mozione – veniva ufficialmente comunicato che la Germania Est aveva eliminato i posti di blocco e che era stata deliberata ufficialmente la libertà di attraversare il confine. In seguito all'annuncio, tanta era la voglia di libertà della popolazione, che si riversò presso i posti di frontiera un numero di cittadini spaventoso, tale da rendere impossibile ogni controllo ed ogni procedura per la concessione dei relativi permessi, al punto da costringere il Governo a riconoscere come non più necessaria, ogni forma di autorizzazione all'uscita; la vergognosa spartizione dell'Europa, operata a Yalta nel 1945 dalle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, senza distinguere le forze democratiche di liberazione dai nuovi tiranni, ha creato i presupposti perché la DDR, impossibilitata a controllare il flusso di emigranti, erigesse in maniera clandestina durante la notte del 12 agosto 1961 un muro divisorio che attraverserà l'intera città di Berlino per 28 anni, definendolo una “misura antifascista”, mentre invece era evidente l'intento di circoscrivere il proprio ignobile dominio sulla popolazione, con il colpevole silenzio del resto del mondo rimasto a guardare; dopo una prima barriera, vennero successivamente adottate misure ancora più repressive fino alla creazione della famigerata “striscia della morte” (lo spazio vuoto compreso tra le due cinte murarie), luogo ideale per i cecchini della DDR che senza possibilità di nascondigli o ripari, potevano colpire a morte i fuggiaschi. Si ricordi soltanto il sacrificio del giovane Peter Fechter che nel 1962 davanti agli occhi del mondo, venne lasciato morire dissanguato tra le urla, impedendo con le armi, l'intervento dei medici da parte occidentale dal momento che “quel suolo era territorio della Germania dell'Est”; i moti rivoluzionari interni al blocco sovietico del 1989, portarono alla fine della guerra fredda e alla caduta dell'Unione Sovietica, restituendo all'Europa libertà e dignità politica”. Il Pdl ritiene che il Muro di Berlino “sia simbolo della tirannia comunista che ha affamato popolazioni intere il cui prezzo sociale ed economico viene ancora oggi pagato dal mondo occidentale in termini di flussi migratori dovuti a sistemi economici arretrati ed impossibilitati a reggere il confronto in una realtà di sviluppo globalizzata. La caduta del Muro di Berlino – conclude la mozione – è il momento più alto della riunificazione europea e contestualmente il segno indelebile della sconfitta delle politiche comuniste nel mondo”.
