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Umbria Journey, i Festival del’Umbria si presentano a Roma | Tre più uno

Sara Cipriani

Umbria Journey, i Festival del’Umbria si presentano a Roma | Tre più uno

Festival dei Due Mondi, Umbria Jazz e Festival delle Nazioni sul palco del Teatro Argentina | Il Todi Festival ritira il manifesto
Mar, 24/05/2016 - 10:41

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Umbria Journey. Viaggio in Umbria. O viaggio dell’Umbria, definizione forse più appropriata, almeno per oggi, per descrivere la ‘trasferta’ dei principali festival della regione che ieri si sono spostati nella Capitale che per presentarsi, raccontarsi e anche, perché no, farsi notare.

I Festival della Regione

Umbria Journey - I Festival dell'Umbria a Roma0723Si è mostrata con i suoi gioielli più importanti, l’Umbria dei festival, sul palco del Teatro Argentina a Roma. Un appuntamento che ormai si ripete da alcuni anni nella Capitale, per presentare la regione che il patron del Festival dei due Mondi, Giorgio Ferrara, non si risparmia a definire il cuore d’Italia e dell’arte”.

Sul palco a far da madrina alle tre manifestazioni di punta del cartellone regionale, tutte e tre a vario titolo sostenute dal Mibact, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Come introduzione alla sobria ma efficace promozione, un video delle tre kermesse di punta, in ordine di esibizione: il Festival di Spoleto, che canta un assaggio delle nozze di Figaro, Umbria Jazz sulle note dell’immancabile tromba con un cameo di Pagnotta e il Festival delle Nazioni con un passaggio di violoncello tra le logge e i giardini della città.

“I nostri festival sono un veicolo molto importante di promozione della nostra terra” così la governatrice Marini nell’introdurre i tre direttori artistici Giorgio Ferrara, Renzo Arbore e Giuliano Giubilei, che siedono al suo fianco.


Il parterre 

Di fronte, una platea di giornalisti e di professionisti della cultura o semplici estimatori che saranno ambasciatori della terra in cui si “si fa arte”. A sostenerlo è sempre la Presidente della Regione, passando la parola, in rigoroso ordine cronologico, ai tre direttori. Presenti in platea il vicepresidente della Camera, Marina Sereni, l’onorevole “umbro” Walter Verini, la senatrice Ada Spadoni Urbani, i sindaci di Città di Castello e Spoleto, il vicepresidente della Regione Umbria, con delega al turismo Fabio Paparelli, l’assessore regionale alla cultura, Fernanda Cecchini  e il consigliere regionale Attilio Solinas.


Spoleto59

Umbria Journey - I Festival dell'Umbria a Roma0688È un Ferrara abituato a far mostra dei suoi numeri quello che parla dal palco dell’Arentina: 8 anni di Festival in continua crescita, 17 giorni di spettacoli, 150 aperture di sipario. 4 le discipline: danza, musica, teatro, opera lirica per una platea complessiva che, l’anno scorso, ha toccato le 70mila presenze. Non si dilunga sul programma, il direttore Ferrara, presentato ufficialmente al Mibact già 20 giorni fa. Ma non si risparmia una battuta al contendente di sempre, rivolto al direttore Arbore, nel ricordare gli appuntamenti ‘fuori stagione’ del Festival: “Non abbiamo il festival di inverno (riferito al Winter Jazz di Orvieto ndr) ma 2 manifestazioni ormai fisse a Natale e Pasqua. Se ci dai qualche consiglio?”.

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Umbria Jazz

Umbria Journey - I Festival dell'Umbria a Roma0693“Io devo ringraziare Carlo Pagnotta” così esordisce Renzo Arbore, ormai da anni direttore artistico al fianco del patron che lo segue dalla platea. UJ è un marchio italiano fortissimo. Secondo solo al Festival di Venezia e forse a quello di San Remo, anche se quello è un po’ provinciale”, non se ne avrà a male la Riviera dei fiori. Anche perché Arbore alla musica di qualità ci crede veramente “Il jazz italiano è il secondo del mondo, dopo quello americano e a volte gli diamo del filo da torcere”. E molto di quel jazz passerà anche quest’anno dal palco di Perugia sulle note di Rea, Fresu, Marsalis, Mika, decine di di altri artisti di fama e spessore tra cui Bollani. Ecco che scatta la risposta a Spoleto, “Bollani, che ci avete rubato!” L’artista è infatti presente in tutte e due i programmi, ma è una schermaglia che dura poco, almeno quella sul palco. La musica vince e unisce, così si torna al programma di Perugia che suona il jazz e che il jazz lo “promuove anche tra chi non lo conosce”.

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Il Festival delle Nazioni

Umbria Journey - I Festival dell'Umbria a Roma0731Un concetto che non può non essere raccolto dal Giuliano Giubilei, presidente della ormai storica manifestazione di Città di Castello, che dell’unione tra i popoli grazie alla musica ne fa manifesto.
“La nazione che il Festival ha scelto quest’anno è la Francia” spiega Giubilei. “Un paese che ha molto da dire nel mondo dell’arte”. E anche il messaggio, oltre al paese non è da sottovalutare, la musica che sarà suonata sui palchi tifernati sarà quella del periodo tra le due guerre del secolo scorso e la grande produzione artistica di quegli anni di una Parigi “capace di rinnovarsi e rinascere dalle proprie ceneri”.
Non mancherà un passaggio sul periodo delle colonie francesi e sulla contaminazione culturale che ne è derivata per la Francia. Di questo aspetto sarà testimone la cantante del Mali, Rokia Traoré, così come sarà protagonista la chanson francese di quegli anni messa in scena dai musicisti di Musica Nuda, Mangoni e Spinetti, oltre a tutto resto del cartellone ancora non ufficialmente presentato.
“La qualità della scelta e il programma legato da un unico filo conduttore porta il pubblico ad andare oltre il concerto”, conclude il Presidente “raccogliendo risultati straordinari, soprattutto e sorprendentemente tra i giovani”.


E chi cerca di farsi notare

La chiusura della presentazione passa di nuovo dal microfono della Presidente Marini, che prima di invitare tutti all’immancabile brindisi con l’eccellenza dei vini umbri, si rinnova nelle vesti di conciliatrice oltre che in politica anche in ambito artistico “i nostri festival sono un ottima promozione per la nostra terra e anche un modo per scambiarsi il pubblico riferendosi alla sovrapposizione di programma tra Spoleto e Perugia. Un invito che suona quasi come uno ‘scambiamoci un segno di pace’.

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Gesto che non sembra appartenere al provocatore Eugenio Guarducci, novello organizzatore, pardon direttore artistico, del Todi Festival, che ieri, non invitato alla festa dei festival se ne è andato a Roma per conto suo per ricevere insieme al sindaco Rossini il manifesto della kermesse, direttamente dalle mani degli artisti Piero Pizzi Cannella e Rossella Fumasoni. All’incontro provato con una foto dei quattro, della serie ‘C’ero anch’io. No, tu no!’, segue comunicato, con tanto di spiegazione dell’opera artistica: “Un disegno su carta a quattro mani dedicato al Todi Festival nella sua trentesima edizione. Il rosso e il nero dei numeri della roulette, il mago e la sua complice sembrano suggerire che l’arte, il teatro, la musica e la danza sono un perenne gioco d’azzardo e di prestigio di cui tutti noi abbiamo bisogno”. Che ci voglia un mago per tirare fuori almeno qualche anticipazione di programma dal cappello?

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