Umbria Jazz Winter festeggia venticinque anni e lo fa con una special edition in cui novità e graditi ritorni vanno a disegnare un cartellone degno dell’anniversario.
Il festival per l’occasione conferma la sua formula, che è stata e ancora è uno dei punti forti del successo, e presenta musica per cinque giorni, dalla tarda mattinata a notte fonda, senza soluzione di continuità, nel centro storico di Orvieto. Le location sono le stesse che raccontano la storia e il patrimonio artistico della città, dal teatro Mancinelli al Duomo, dal Palazzo del Capitano del Popolo a Palazzo dei Sette, dal Museo Emilio Greco all’ex convento di San Francesco.
E tutto il centro della città è coinvolto dalla musica itinerante e festosa della marching band. Complessivamente Umbria Jazz Winter #25 mette in scena 100 eventi con 25 band e circa 150 musicisti. Non di sola musica vive il festival, perché Orvieto è terra di cucina e vini di qualità e Umbria Jazz trova qui una felice coesistenza con l’enogastronomia del territorio nei jazz lunch e jazz dinner in due locali del centro e, tutto il giorno, nel Palazzo dei Sette. Qui per pranzo e per cena si potrà gustare una “Spaghetti Swing” con spaghetti, come si dice, cotti e mangiati (ma anche, vino e formaggi). Umbria Jazz Winter insomma non tradisce, soprattutto nella edizione del venticinquesimo anniversario, la vocazione di evento culturale e turistico nello stesso tempo, per tutti e aperto a tutti. La musica per intenditori convive con l’intrattenimento, con il filo rosso della qualità per comune denominatore.
Come da tradizione, due appuntamenti rappresentano altrettanti tratti fortemente caratterizzanti della manifestazione e della sua identità: i cenoni per attendere con la musica live l’arrivo del nuovo anno e i concerti a cavallo e dopo la mezzanotte fino alle prime ore del 2018; il concerto gospel nel Duomo nel pomeriggio di Capodanno dopo la celebrazione della Messa della Pace. Allo stesso modo, è ormai imprescindibile la marching band che sfila per le vie del centro, sinonimo di festa e di partecipazione. Umbria Jazz Winter #25 si propone di consolidare il ruolo di protagonista di primo piano della scena jazz nazionale. Il festival invernale con il suo quarto di secolo di vita è un pezzo imprescindibile della storia del marchio UJ.
UMBRIA JAZZ WINTER #25 A ORVIETO,
26 DICEMBRE -1° GENNAIO UN CARTELLONE DI STAR PER CELEBRARE L’ANNIVERSARIO
Il programma di Umbria Jazz Winter #25 (Orvieto, 28 dicembre – 1° gennaio) si caratterizza per l’elevata qualità artistica e l’originalità delle sue proposte. È il caso di “IN MY MIND – MONK AT TOWN HALL”, tributo di JASON MORAN al centesimo anniversario della nascita dì Thelonious Monk: non solo la rilettura del celebre concerto della Town Hall, New York, del 1959, con un organico più ampio di quelli che Monk era solito usare, ma uno spettacolo multimediale in cui la musica si fonde con le immagini e le parole di Monk. In questo contesto va inserito anche l’interessante “Monkfold test” che l’inviato del DownBeat farà allo stesso Moran. È anche il caso di uno dei più creativi chitarristi delle ultime generazioni del jazz (e non solo), MARC RIBOT, che si esibirà con il suo TRIO e con THE YOUNG PHILADELPHIANS, progetto che coniuga il Philly Sound dei ’70 con il Prime Time di Ornette Coleman. Una novità assoluta per il l’Italia è JAZZMEIA HORN: in America la considerano il nuovo astro della vocalità jazz al femminile dopo che ha vinto, due anni fa, la prestigiosa Thelonious Monk Institute International Jazz Competition e ancora prima la Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition. Da New Orleans arrivano due artisti che rappresentano al meglio le tradizioni della patria del jazz: il blues di LITTLE FREDDIE KING, cantante e chitarrista saldamente ancorato alle radici della musica del sud degli Stati Uniti, e la classicità del quartetto vocale, formula da sempre molto popolare, con THE MYSTICS, mentre è della South Carolina il BENEDICT GOSPEL CHOIR, forte di ben quaranta elementi che garantiscono un grande impatto emotivo e spettacolare. Il jazz italiano è ben rappresentato. Il TRIO DI ROMA è una band storica perché, formatasi nella metà dei ’70 nella Capitale, è stata il punto di partenza del lungo percorso artistico di DANILO REA, ENZO PIETROPAOLI e ROBERTO GATTO. Rea suonerà anche in duo con GINO PAOLI, con ospite speciale FLAVIO BOLTRO. Uno spazio importante è riservato a MARIA PIA DE VITO, presente in duo con la signora del pianoforte jazz italiano, RITA MARCOTULLI; con il progetto “So Right”, un omaggio alle raffinate canzoni di Joni Mitchell con JULIAN OLIVER MAZZARIELLO e ENZO PIETROPAOLI, e con [Core/Coração], in equilibrio tra Napoli ed il Brasile con HUW WARREN, GABRIELE MIRABASSI e ROBERTO TAUFIC. Ancora jazz italiano con il trio formato da GIOVANNI GUIDI (che sarà protagonista anche di una solo performance) LUCA AQUINO e MICHELE RABBIA, con il quartetto di FABRIZIO BOSSO, con THE LICAONES, band che mette insieme alcuni dei più originali interpreti del jazz tricolore (FRANCESCO BEARZATTI, MAURO OTTOLINI, OSCAR MARCHIONI, PAOLO MAPPA), con il trio RICCARDO BISEO, MASSIMO MORICONI, GEGÈ MUNARI. Il trio sarà anche il cuore delle jam session round midnight, un classico del jazz. Altro trio è quello formato da MARCO TAMBURINI e ROBERTO GATTO con il bassista americano DARYL HALL. Immancabili i toscani FUNK OFF, da anni presenza fissa delle edizioni estive e invernali del festival e resi popolari da Umbria Jazz anche all’estero. Il jazz classico di LUCA VELOTTI, sassofonista per anni nell’orchestra di Paolo Conte, l’ironia e l’originalità di SUGARPIE & THE CANDYMEN, il quartetto del sassofonista orvietano FILIPPO BIANCHINI completano un cartellone degno dell’anniversario del festival. Una sottolineatura, infine, va fatta sulle esibizioni dei vincitori del JAZZ CONTEST e delle BERKLEE SUMMER SCHOOL AT UMBRIA JAZZ CLINICS 2017, segno dell’attenzione che Umbria Jazz rivolge alle nuove generazioni di musicisti.
IL 2017 DI UMBRIA JAZZ, SI CONCLUDE A ORVIETO UN ANNO RICCO DI EVENTI
Comincia e finisce a Orvieto l’anno di Umbria Jazz. Un anno, il 2017, ricco di eventi e iniziative: il primo gennaio si era conclusa Umbria Jazz Winter # 24, ed il 28 dicembre prende il via l’edizione del venticinquesimo anniversario. In mezzo, in ordine cronologico:
* il concerto in Cina (25 febbraio) in occasione della visita di Stato del presidente Mattarella, affidato a Umbria Jazz: un recital pianistico di Rita Marcotulli;
* l’edizione zero di Umbria Jazz Spring a Terni (14 – 17 aprile);
* il concerto di Assisi (4 maggio) generosamente “donato” al festival da Pat Metheny, con il suo più recente quartetto, per raccogliere fondi per le popolazioni terremotate;
* il week end (1-2 luglio) organizzato a Norcia in piazza San Benedetto ad ingresso gratuito con, tra gli altri, Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana ed i Brand New Heavies;
* il festival estivo a Perugia (7 – 16 luglio);
* Umbria Jazz ha proseguito i suoi impegni in Cinacon il tour (9 -17 ottobre) di Karima dal titolo Close to You – le canzoni di Burt Bacharach rilette con un quartetto jazz – organizzato in collaborazione con MIBACT: in tutto, sei tappe a Pechino, Qingdao, Shanghai, Changsha e Jinan.
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1993, IN UMBRIA L’INVERNO SI ADDICE AL JAZZ – NASCE A ORVIETO UN NUOVO FESTIVAL
Nell’inverno 1993 il panorama del jazz italiano si arricchì di un nuovo festival. E che festival! Dal 28 dicembre di quell’anno al 3 gennaio del 1994 andò in scena a Orvieto la prima edizione di Umbria Jazz Winter. La più famosa manifestazione italiana del settore, già allora una delle più importanti del mondo, aveva deciso di regalarsi una “sorellina” più giovane che delle edizioni estive a Perugia riprendeva alcune caratteristiche peculiari – prima tra tutte l’interazione con la città, la sua storia, le sue bellezze – ma se ne distingueva per una precisa personalità. Da un lato, Umbria Jazz Winter, che si svolgeva per ovvi motivi tutta in spazi chiusi e non molto grandi, poteva permettersi di proporre artisti e formule più ricercate, espressamente rivolte ai fan del jazz senza se e senza ma. Dall’altro, rispondeva alle esigenze del calendario: i festeggiamenti di fine anno comportavano anche una scelta artistica più ludica e votata all’intrattenimento. Umbria Jazz d’inverno voleva essere dunque un appuntamento imperdibile per ascoltatori curiosi ed esperti e nello stesso tempo una serena vacanza in Umbria con una adeguata colonna sonora. L’equilibrio tra queste due anime è stato da subito il tratto identitario della nuova manifestazione, consolidato e affinato negli anni, assieme a un altro che ha dimostrato nel tempo di funzionare: quasi tutti gli artisti del cartellone sono residenti, e spesso si possono ascoltare nella stessa edizione con progetti diversi che ne restituiscono i diversi aspetti delle loro personalità. Non secondaria, infine, era nella nuova manifestazione la ricerca di un incrocio virtuoso con le eccellenze del territorio, sia dal punto di vista ambientale (i concerti si svolgono in luoghi simbolo del patrimonio storico-artistico di Orvieto) sia dal punto di vista enogastronomico, perché Orvieto è terra di ottima cucina ed eccellenti vini. Il successo premiò subito l’esordiente festival, che era certamente una scommessa, ma una scommessa meditata. Nel 1993, edizione estiva, Umbria Jazz aveva festeggiato i suoi primi venti anni di vita, e lo aveva fatto con una edizione che tornava all’antico e che riscosse un clamoroso successo. Tranne il secondo week end fisso a Perugia, il festival si svolse con la formula itinerante degli anni settanta: ogni sera in una città diversa, e l’ingresso era gratuito. Inoltre, dopo alcuni eventi di grande impatto comunicativo, come la performance di Sting allo stadio Curi di Perugia (1987) o il concerto gospel dei cento cantanti di New Orleans nella Basilica di San Francesco ad Assisi (1998), entravano come finanziatori grandi aziende che operavano nel mercato mondiale. Sull’onda di questa crescita Umbria Jazz pensò di raddoppiare con un nuovo festival in un periodo dell’anno interessante ma privo di eventi di quel genere. Orvieto, che oltretutto copriva un’area importante dell’Umbria, parve la città giusta, anche per il grande interesse dimostrato subito dalle istituzioni. Sono passati venticinque anni da allora, e scorrendo i cartelloni si può comprendere quanta musica di qualità sia risuonata sulla Rupe, con una sottolineatura per il jazz italiano che a Orvieto ha potuto disporre di un palcoscenico attento e di assoluto rilievo internazionale. La Fondazione Umbria Jazz è grata a tutti coloro che hanno reso possibile questa bella avventura: Regione Umbria, Comune di Orvieto, Associazione TeMa, sponsor privati, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Un ringraziamento speciale alla Diocesi di Orvieto-Todi per aver accolto i cori gospel e reso possibile il loro canto nel magnifico Duomo, e averne recepito il messaggio di spiritualità e di fratellanza che va oltre le differenze di lingua, culture, storie. Grazie soprattutto agli orvietani e alla città tutta, perché a Orvieto Umbria Jazz ha trovato un ambiente ospitale e partecipativo.
Buon compleanno, Umbria Jazz Winter!