Trovati resti di un edificio d'epoca Romana durante lavori stradali a San Givanni Profiamma - Tuttoggi.info

Trovati resti di un edificio d’epoca Romana durante lavori stradali a San Givanni Profiamma

Redazione

Trovati resti di un edificio d’epoca Romana durante lavori stradali a San Givanni Profiamma

Ven, 13/08/2021 - 08:12

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I lavori dovevano realizzare un nuovo braccio viario a servizio della locale scuola d’infanzia nella frazione del folignate

Sono stati ritrovati resti monumentali di un edificio d’epoca romana durante l’intervento per la realizzazione di un nuovo braccio viario a servizio della locale scuola d’infanzia nella frazione di San Giovanni Profiamma (inaugurata nel settembre 2020),

I lavori, che prevedono l’immissione delle acque del canale di derivazione del Topino, proprietà del molino Bordoni, in una tubatura che rimarrà sotto la sede stradale, hanno preso avvio in concomitanza con le operazioni di manutenzione, attualmente in corso di esecuzione, a opera dei proprietari.

In occasione dell’ampliamento dell’alveo, effettuato sotto sorveglianza archeologica, così come richiesto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, sono tornate alla luce stratigrafie archeologiche e strutture d’epoca romana di particolare rilievo storico e archeologico.

Sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP Umbria, e in accordo con il Comune di Foligno, sono così state avviate, e sono ora in corso, le operazioni di pulizia e di indagine di quest’importante contesto archeologico.

I resti

Al momento è stato riportato alla luce un edificio – è detto in una nota congiunta di Comune di Foligno e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria- con strutture murarie di dimensioni considerevoli, dello spessore di 1,50 / 2,00 m.

La porzione scoperta, tre muri che delimitano uno spazio interno, si infila nella parete che sostiene l’attuale via Brunelleschi, sotto la quale ricadeva il quarto lato, quello affacciato sul tracciato dell’antica via Flaminia. I muri sono realizzati con una doppia faccia a vista, formata dall’alternanza di fasce di blocchetti rettangolari in pietra calcarea e di laterizi (tegole), e contengono un nucleo di ciottoli e pietrame cementati da una malta tenace di calce e sabbia. Le strutture murarie prendono avvio da un piano di spessi lastroni realizzati in scaglia rossa fissati da grappe di ferro, le cui dimensioni, insieme all’imponenza dei muri, contribuiscono a dare l’idea della grandiosità dell’edificio. Al di sotto di esse correva una fistula aquaria, un tubo in piombo che i Romani utilizzavano per distribuire le acque dell’acquedotto; le dimensioni del diametro, circa 15 cm, confermerebbe l’appartenenza a un edificio di grande rilievo. Questo, sebbene abbia subìto danni nel corso della realizzazione del canale, nel 1912, quando la porzione interessata dal passaggio delle acque venne in parte demolita, è ancora chiaramente leggibile. Nel corso dei sopralluoghi congiunti la competente Soprintendenza ha preso accordi con il Comune di Foligno per ampliare sui due lati l’area d’indagine, allo scopo di potere meglio definire i caratteri e la datazione degli elementi riportati alla luce. Tale approfondimento sarà inoltre di fondamentale importanza per cogliere il rapporto di questo importante complesso con quelli limitrofi, tornati alla luce nei secoli scorsi e mai indagati scientificamente. Nell’area posta a valle della chiesa di san Giovanni Battista si segnala infatti il ritrovamento di un vasto complesso termale scoperto nel 1811, del quale si conosce una pianta ricostruttiva, e quello di un grande edificio con esedra, interpretata come fontana monumentale, dal quale proviene il ritratto giovanile di Livia, moglie dell’imperatore Augusto e madre del suo successore Tiberio, oggi esposto nel Museo della città a Palazzo Trinci.

Tale indagine potrebbe portare nuova luce sul centro di Forum Flaminii, la cui importanza è inversamente proporzionale alla sua conoscenza. Vale forse la pena ricordare che nel 220 a.C. il censore Gaio Flaminio portava a compimento quella che costituirà una delle più importanti arterie viarie romane, la via Flaminia, che da Roma raggiungeva il mare Adriatico a Fano, l’antica Fanum Fortunae, e che venne in seguito prolungata fino a Rimini. La strada, partendo da Roma, si divideva in due bracci all’altezza di Narni: il ramo più orientale passava per Spoleto, l’antica colona latina di Spoletium, fondata appena qualche anno prima nel 241 a.C., e per Fulginiae, localizzata nella zona di Santa Maria in Campis a Foligno; l’altra invece, più occidentale, transitava per Carsulae e Mevania, l’attuale Bevagna. I due rami, che abbracciavano la catena del Monti Martani sui due lati, si andavano a ricongiungere in un punto che gli itinerari collocano a nord di Foligno, presso Forum Flaminii, il cui sito viene concordemente identificato con San Giovanni Profiamma, località che nel nome tradisce il legame con l’antica via. La sua collocazione nel punto d’innesto dei due itinerari e della viabilità trasversale di collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno, contribuisce a esplicitare l’importanza del centro che venne fondato in concomitanza con l’apertura della via censoria per fungere da luogo di incontro e di scambi commerciali sotto il diretto controllo di Roma e il cui nome –Forum Flaminii– deriva direttamente da quello del costruttore della via, Gaio Flaminio.

Didascalie foto

  1. Veduta dell’edificio da sud
  2. Il tubo in piombo (fistula aquaria)

3 Particolare del pavimento a lastre calcaree e di una grappa in ferro

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