Treni, Spoleto contro Trenitalia, Rfi e Regione "Vergogna” - Tuttoggi.info

Treni, Spoleto contro Trenitalia, Rfi e Regione “Vergogna”

Carlo Ceraso

Treni, Spoleto contro Trenitalia, Rfi e Regione “Vergogna”

Sindaco “Ferrovie chiede 350.000 euro per la fermata; Raddoppio, minaccia denuncia a Trenitalia” | Le proposte, quella ‘fregnaccia progettuale’ | Tanti politici alla manifestazione del Comitato viaggiatori
Dom, 26/03/2017 - 15:23

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Treni, una “vergogna”. E’ il termine più ripetuto tra i partecipanti alla manifestazione di protesta tenutasi sabato 25 marzo alla stazione di Spoleto per protestare contro Trenitalia e Rfi. Il disinteresse che le ferrovie e le istituzioni continuano a dimostrare verso la città del Festival, la quarta dell’Umbria, anticamera di quella  Valnerina piegata dal terremoto, è a dir poco imbarazzante.

Così la rivolta, più volte annunciata, ieri ha cominciato a prendere corpo. Oltre 200 persone si sono ritrovate sul piazzale antistante la stazione per l’appuntamento promosso da Cittadinanzattiva e Comitato pendolari. Ma stavolta con loro sono arrivati anche molti politici, seppur con molti distinguo. Erano assenti, ad esempio, le gerarchie della attuale maggioranza parlamentare e regionale (Pd in primis), quelle che possono vantare Del Rio come Ministro ai Trasporti, ma anche del centrodestra umbro che nel 2013-2014 ha vantato un Sottosegretario ai Trasporti quale Girlanda (il Frecciabianca non ferma più dal 2012).

Sarà che la quasi totalità, casualmente, risiede o ha scelto di risiedere tra Perugia, Terni e Foligno, dove è facile incontrarli sotto le pensiline in attesa del treno per Roma ma anche per Firenze e Milano. A Spoleto tornano, sempre casualmente, ogni volta che c’è aria di elezioni (con la Valnerina è un carniere da 30-35mila voti), o per fare la passerella agli eventi, festivalieri e non.

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Basta aprire il sito di Trenitalia per accorgersi che la città sembra una Piccola fiammiferaia, costretta ad accendere un fiammifero dietro l’altro per poter almeno sognare quello che per i più è un ‘diritto’: il diritto alla mobilità.

Pochi i treni che fermano a Spoleto: quello delle 6.53 impiega addirittura 2 ore per raggiungere Roma. E non è tutto. Guardando a nord, ovvero a destinazioni come Firenze, si scopre che i treni in partenza da Foligno anticipano di 5’ l’arrivo di un convoglio da Spoleto, così da costringere i passeggeri ad attendere anche 2 ore prima di un’altra possibilità. Lo stato di abbandono poi della stessa struttura completa il quadro. Insieme al fatto che non c’è più neanche il bar e l’edicola.


Gli interventi

A tutti i politici presenti è stato concesso di parlare. L’assessore comunale ai trasporti Vincenza Campagnani ha fatto il punto della situazione circa lo stallo delle trattative con la Regione dell’Umbria. Il consigliere regionale Attilio Solinas (Art 1 – Mdp) ha preso l’impegno di coordinarsi con gli altri colleghi presenti (Claudio Ricci della omonima lista civica, Maria Grazia Liberati e Andrea Liberati per il M5S) al fine di sollecitare la Giunta Marini a individuare immediatamente una soluzione.

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Il Consigliere regionale Attilio Solinas

Puntuale l’intervento di Ricci che ha ricordato la “mozione approvata all’unanimità lo scorso anno di pretendere la fermata a Spoleto del Freccia Bianca. Purtroppo quella mozione non è stata resa operativa perché la Regione deve ricontrattualizzare il sistema di trasporto con Trenitalia. Eppure questo treno – ha proseguito l’ingegnere – qui rallenta a passo d’uomo e molto spesso si ferma qualche centinaio di metri dopo”. Poi la proposta: “siamo in una dolorosa fase sismica, dobbiamo pretendere che questa iniziativa della fermata come pure dei lavori di raddoppio diventino una misura compensativa per questo territorio”.

Chiara Profili, presidente del Teatro lirico sperimentale, e Tommaso Barbanera, presidente di Confcommercio, hanno ricordato quali gravi ricadute vi sono per il territorio per l’assenza di treni e soprattutto di treni veloci. Applaudito l’intervento del sindaco di Vallo di Nera Agnese Benedetti, che portava sulla giacca lo stemma “L’Umbria di rimette in moto”: “Porto il sostegno a questa iniziativa di tutta la Valnerina – ha detto la prima cittadina -, Spoleto deve tornare ad essere un punto nevralgico per i collegamenti con il nostro territorio. Quel gioiello della ferrovia Spoleto-Norcia era stato costruito proprio per unire questi territori, non possiamo permetterci di perdere anche la stazione di Spoleto”.

A seguire il senatore Lucidi (M5S), la consigliera Zampa (Pd), il rappresentante degli studenti universitari Riccardo Colangeli che ha evidenziato come questo disinteresse crei non pochi problemi anche ai più giovani che devono raggiungere le sedi universitarie.


La denuncia del Sindaco

Il sindaco Cardarelli è stato un fiume in piena denunciando i ritardi delle istituzioni sovraordinate e le responsabilità di Trenitalia e Rfi. “Trenitalia chiede 350mila euro l’anno per prevedere la sosta a Spoleto” comincia il primo cittadino “non entro nel merito dei costi che non mi pare paghino le città delle altre fermate. Qui è a rischio l’intero sistema di mobilità. Non voglio offendere la poca intelligenza di alcuni nostri interlocutori; poche settimane fa sollecitavo la fine della Tre Valli e mi è stato risposto: “ho parlato con l’Anas, mi dice che tanto sono pochi chilometri non c’è bisogno”. Non capendo – continua il professor Cardarelli – che concludere quei 15 chilometri significa congiungere i 2 mari. Ecco, questa è la sensibilità di coloro con cui ci dobbiamo confrontare tutti i giorni”.

VIDEO: L’INTERVENTO DEL SINDACO

La Regione dell’Umbria ci dica se ci vuole dare una mano, non continuiamo a girarci intorno, il boccino è nelle mani della Regione – prosegue il sindaco -; faccio quindi un appello alla unità; di fronte a problematiche come queste dobbiamo essere capaci di fare tutti mezzo passo indietro per farne uno avanti insieme. Inoltre utilizziamo la nostra capacità di persuasione nelle sedi opportune”.

In sala i pendolari ironizzano: “ma non si era preso carico la Governatrice di rappresentare gli interessi di Spoleto?” dice una signora di mezza età; “ma non abbiamo un Sottosegretario a Roma?” le ribatte un uomo che è al suo fianco.

Non è finita. Cardarelli svela un altro retroscena legato al passaggio a livello di Cortaccione, tra Spoleto e Campello, chiuso a causa dei decennali lavori per il raddoppio: “Siamo stati costretti a minacciare le Ferrovie dello Stato di fargli causa per danni perché non è possibile gestire un appalto da 15-20 anni in quella vergogna, non è possibile aver isolato Bazzano, San Giacomo. Per non parlare della fregnaccia progettuale di non aver considerato quelle comunità costrette a fare una gimkana. Siamo stufi di essere trattati in questa maniera”.

Tra gli altri presenti gli assessori comunali Loretoni e Profili, i consiglieri comunali di maggioranza Dell’Anno e Frascarelli, il capogruppo comunale Pd Dante Andrea Rossi per la minoranza con Bassetti (M5S) e Morelli (Gruppo misto), l’ex senatore Domenico Benedetti Valentini, Vanessa Pallucchi di Legambiente, il presidente degli Amici di Spoleto Dario Pompili, il portavoce del City forum Sergio Grifoni. A chiudere i lavori Maria Bianca Morichelli del Comitato Pendolari.


L’ultimo fiammifero?

treni-manifestazione-spoleto-contro-trenitalia-rfi-e-regione-4Certo è passato un secolo da quando Spoleto era un potente centro politico-amministrativo con forti influenze su Terni e Foligno e una importante sede ferroviaria. Autorizzata da Pio IX nel 1846 per unire Roma con Ancona (il progetto esecutivo si chiamava Strada ferrata “Pio Centrale”) fu completata e inaugurata nel 1866 con il Regno d’Italia. Il declino ferroviario cominciò negli anni seguenti il secondo conflitto mondiale, quando gran parte della tratta venne portata a doppio binario. Ma non, fra gli altri, la tratta Terni-Campello (32,6 km), in cui ricade il ventennale appalto della Spoleto-Campello (9,4km). Segno dei tempi che cambiano, delle rappresentanze politiche pressoché inesistenti, delle diverse disponibilità finanziarie, dei treni che non passano più. Certo. Ma la scatola dei fiammiferi si sta svuotando. E la Piccola fiammiferaia rischia sempre più di essere ritrovata sotto una coltre di neve.

© Riproduzione riservata

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