Per il Tribunale di Perugia, esaminata la documentazione, non serve l'intervento chirurgico per essere considerata donna | Zmali: non può bastare la percezione di sé
Il Tribunale di Perugia ha accolto la domanda di una trans affinché fossero rettificati al femminile i suoi documenti, anche senza intervento chirurgico di cambio di sesso. Nell’istanza, i legali Mattia Masotti, Ludovico Maria Fagugli e Lucia Baldoni hanno argomentato, tra le altre cose, come la presentazione del Green pass costringesse la loro cliente ad un “continuo coming out”.
Nell’istanza veniva ricordat come la trans fin dall’adolescenza avesse manifestato un’identità femminile e come la Asl avesse diagnosticato la disforia di genere.
Da qui la sentenza con cui il Tribunale di Perugia ha accolto la richiesta di modifica del nome maschile in quello femminile e del conseguente status di genere nei documenti di identità. Senza doversi sottoporre a un intervento chirurgico per il cambio di sesso.
Le critiche del Pdf
Una decisione che però viene criticata dal Popolo della famiglia: “Questa sentenza, come altre in giro per l’Italia – commenta il coordinatore regionale Saimir Zmali – conferma un trend nel ruolo dei giudici ad esprimersi non più in base ai dati naturali, partendo dalla base della nostra esistenza, ma in base alla percezione”.
“Tutto ciò è grave – prosegue – essendo che la percezione di sé può essere un terreno scivoloso verso cambiamenti continui dove la legislatura non può giocare in base alle richieste che sopraggiungono, ma deve mantenere quella solidità giuridica che deve basarsi su dati naturali veri”.