Il 32enne e altri due immortalati dai video mentre imbrattavano la città sabato notte
A tradire il tunisino, 32enne, sono stati i tatuaggi che aveva sulle braccia. Che hanno consentito agli inquirenti di individuarlo come uno dei tre che, nella notte tra sabato e domenica, hanno imbrattato con la vernice spray viola varie vie e monumenti del centro storico di Perugia. Un tatuaggio, in particolare, è il simbolo Dc07 comparso in alcuni punti della città, che identifica un gruppo ultras di Tunisi. Simboli e scritte (alcune in arabo) che sono comparse accanto ad “Acab”, acronimo di “All Cops are bastards” (“tutti i poliziotti sono bastardi”) e disegni che dileggiano le forze dell’ordine.
Scritte e disegni (a cominciare da quelli sulle scalette della Cattedrale e all’interno delle Logge di Braccio) che dopo essere state coperte, nella giornata di lunedì sono state rimosse dagli operai del Comune.
Le indagini
Intanto, i poliziotti della Digos hanno proceduto con le indagini, visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza e anche alcuni video girati da privati. Nei quali comparivano tre giovani.
Uno di loro, appunto il 32enne tunisino, è stato individuato già nella serata di lunedì dalla polizia di Stato in piazza Grimana. Dopo aver tentato la fuga, è stato bloccato dagli agenti, che hanno trovato nel suo marsupio un coltello a serramanico.
I numerosi tatuaggi presenti sul corpo dello straniero, alcuni dei quali raffiguranti il simbolo del gruppo ultras tunisino presente in molte delle scritte murarie comparse in città, dava ulteriore conferma dell’identità del soggetto che tra l’altro ammetteva di essere tra gli autori degli imbrattamenti.
Il giovane, privo di documenti, è stato accompagnato nei locali della Questura per le procedure di identificazione e fotosegnalamento, in seguito al quale è risultato gravato da numerosi precedenti di polizia e irregolare sul territorio italiano. E pertanto è stato avviato l’iter per l’espulsione oltre ad essere segnalato all’autorità giudiziatia per i reati commessi.
Le attività d’indagine proseguono per individuare gli altri autori degli imbrattamenti.