La voce di Radio Luce, una piscina con paperelle gialle e il dramma di un operaio che ha smarrito la sua identità; parallelamente arriva un salvagente, una fiaba, quella di Hansel e Gretel, ma neanche il sogno è una via d’uscita dalla piscina. L’operaio è in vacanza, ha accettato la buonauscita da circa 60mila euro della fabbrica, è uno dei 300 che galleggiano nell’acqua della piscina, è una paperella. Nuota in pochi centimetri, da solo, ringrazia il padrone per i soldi perché “nella piscina non si formano le onde”.
Carolina Balucani, diretta da Marco Plini, nella prima nazionale di “Thyssen”, mette in scena il dramma della solitudine, del lavoro offerto e tolto a piacere dalle multinazionali, senza pensare agli effetti che questa condizione produce su operai e lavoratori.
L’operaio è in uno stato di delirio rabbioso, violento; sputa rancore, grida amore, fingendo benessere, contro chi gli ha tolto il suo ruolo nella catena di montaggio, nonostante l’alienante e ciclico ripetersi delle operazioni che svolgeva in fabbrica.
Arriva il tramonto, poi è l’alba; inizia un nuovo giorno. “Penso alla fabbrica mentre nuoto. Mi piaceva il mio lavoro”, è la terribile confessione della paperella-operaio che per non sentirsi solo inizia a contare le sue simili: “Uno, due, tre…centouno, centodue…duecentotrentatre, duecentotrentaquattro…duecentonovanta”.
È il guardiano dello stagno, arrivato dal piano parallelo dell’incoscienza della fiaba di Hansel e Gretel che ordina all’operaio-Gretel di contare le paperelle e di isolarne sette.
Ordina che quelle sette facciano il gioco dell’incendio. Ecco la regola: devono rimanere più tempo delle altre e se arriva l’onda che incendia devono attivare l’estintore. Ma le paperelle non vogliono giocare, hanno paura che qualcuno non riesca a prendere in tempo l’estintore.
Quelle paperelle prima di diventare animali erano 7 persone, e ognuna di queste sette persone aveva una mamma che ora visita il proprio figlio al cimitero.
È forse questo il picco drammatico più intenso; il riferimento al rogo Thyssen di Torino del 2007, nella dinamica del quale persero la vita 7 lavoratori. Non hanno potuto rifiutare il gioco e le regole imposte dal padrone.
L’operaio è spaventato, l’angoscia gli si è cucita addosso e chiama ancora in soccorso Hansel e Gretel. Ma neanche la fiaba offre il conforto di una carezza, un’illusione. Buio. Si sentono gli spruzzi dell’acqua. Hansel e Gretel non riemergono.
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