A Campi di Norcia si stanno allestendo in queste ore le piazzole per il montaggio dei magazzini temporanei di servizio alle stalle per il ricovero del bestiame a cura dell’Agenzia Forestale Regionale dell’Umbria Compartimento della Valnerina. Un primo intervento diretto delle istituzioni umbre per una di quelle emergenze del terremoto che sono state il cruccio di molti imprenditori del settore agricolo e della filiera agroalimentare nell’area colpita dal sisma del 30 ottobre. E a Campi, nella sede della ProLoco, si è anche recata la Presidente della Regione Catiuscia Marini per illustrare i provvedimenti per la gestione post-sisma.
Oltre ai primi interventi sul campo si aggiungono anche gli appelli delle associazioni animaliste che parlano ugualmente di emergenza animali feriti dopo il crollo delle stalle e in alcuni casi ancora sotto le macerie. Le Associazioni chiedono che siano soccorsi e curati come gli animali “d’affezione”.
Se questo terremoto ha risparmiato gli uomini non si può dire altrettanto per gli animali. Mucche, pecore e maiali, soprattutto, in molti casi non sono potuti scappare e sono morti o in molti casi feriti
“E’ una situazione disumana. C’è chi ha cominciato ad abbattere gli animali”, è quanto hanno dichiarato alcuni allevatori di Norcia nei giorni scorsi alla stampa. E la domanda immediatamente successiva è che fine faranno gli animali feriti.
Una situazione che deve emergere in questa tragedia, che ha colpito terre a vocazione prevalentemente agricola, con oltre centomila animali negli allevamenti secondo la stima di Coldiretti.
“Facciamo un appello alle istituzioni – dalla Protezione civile al Corpo forestale dello Stato, ai Vigili del Fuoco – affinché collaborino con le associazioni animaliste presenti nelle zone colpite dal terremoto per prestare soccorso anche a questi animali, che nulla hanno di diverso rispetto agli animali d’affezione– spiega Dora Grieco, presidente dell’associazione Progetto Vivere Vegan onlus- tutti sono in grado di provare gioia e dolore e il loro destino è nelle nostre mani”.
Nel frattempo il numero di emergenza ambientale 1515 del Corpo forestale dello Stato è stato dedicato anche a raccogliere tutte le segnalazioni e le richieste di aiuto degli allevatori e agricoltori provenienti dalle regioni colpite dal terremoto.
In particolare, gli operatori del 1515 provvederanno a compilare una prima scheda dei bisogni di allevatori e agricoltori, per evidenziare se l’azienda ha subìto crolli, perdita di animali e se ci sono difficoltà con i servizi elettrici ed idrici. Tutte le richieste verranno lavorate dal personale del coordinamento tecnico interregionale, attivato da fine agosto dai Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole, insieme a Protezione civile e Regioni.
(modificato h 17,36)