Carlo Calandri lascerà il Pd per l’Italia dei Valori. La notizia, più volta circolata nelle ultime settimane e destinata ora a innescare non poche polemiche, trova oggi una autorevole, indiretta conferma. Non è infatti sfuggito a quanti erano in Piazza della Libertà, l’arrivo in città dell’onorevole Leoluca Orlando, esponente di spicco dell’Idv. L’ex sindaco di Palermo, seguito a vista dalla scorta che gli è stata imposta dopo le minacce ricevute dalla mafia, si è accomodato al Bar Canasta insieme al collega avvocato Carmelo Parente e a Davide Placidi, i due spoletini che stanno portando avanti la raccolta di firme per il referendum di Beppe Grillo. Una iniziativa che, solo a Spoleto, ha già raccolto più di 1.100 firme. Fin qui nulla di strano, atteso che il partito di Di Pietro sostiene il referendum del comico genovese.
La curiosità politica si è però innescata quando, nella centralissima piazza, è arrivato Carlo Calandri che, sottobraccio a Orlando, si è avviato verso il ristorante Pentagramma. Appresa la notizia, è scattato il blitz di TO®, come documenta la photogallery, che ha trovato i due intenti a degustare la crescionda di Alberto Massarini. I due esponenti politici non erano però da soli. A tavola c’era anche il noto imprenditore perugino Stelvio Zecca, Marcello Bigerna della segreteria regionale e Nando Tomassoni del circolo spoletino. Sia Orlando, sia Calandri sono rimasti abbonatissimi.
Alla domanda se l’addio al Pd di Calandri può esser considerato cosa fatta, Orlando se l’è cavata dicendo che “questo incontro era stato organizzato solo per parlare del referendum. Nulla di più. Calandri è stato utilissimo per la raccolta delle firme che mi pare abbia già conseguito un risultato straordinario”. Difficile però credere che sia stato solo per questo, visto che i due, durante l'intervista, si sono scambiati reciproci sorrisi come a dimostrare una certa intesa.
“Ammetto che sono molto interessato al programma dell’Italia dei Valori e stimo molto i suoi esponenti – ha detto Calandri – ma non ho sciolto ancora alcuna riserva”.
Tutti i presenti, all’arrivo del cronista, sono rimasti in religioso silenzio. Attenti a non dire una parola di troppo. Ma il papatrac c'è stato. Ed è arrivato di lì a poco quando, usciti dal ristorante e convinti di non aver più il giornalista, Nando Pietro Tomassoni ha chiesto “e per la sede?”. Immediata la risposta di Calandri, di cui è nota la voce imponente: “quella già ce l’ho. Bastano cinque stanze?”.
Il dado dunque è tratto. Per l’Idv si tratta di un bel colpo assestato al Pd, visto che Calandri alle scorse amministrative è risultato il secondo consigliere, quanto a voti, eletto nelle file della Margherita. Ma i veltroniani potrebbero anche non risentire più di tanto di questa uscita di scena: è evidente infatti che, se questo matrimonio si farà, Calandri, ultracorteggiato anche dal centro-destra, rimarrà nell’area di centro-sinistra. E questo, per il Pd, risulterà di sicuro un vantaggio alle prossime amministrative.
E pensare che solo ieri pomeriggio, in commissione consigliare, Amedeo Marcelli aveva spronato Calandri ad andare alle iniziative della Festa del Pd. Chissà, forse il capogruppo diesse sperava ancora di poterlo recuperare.