Terni, presentato il libro di Stefano De Majo "Ascolta! Il nemico non tace" - Tuttoggi.info

Terni, presentato il libro di Stefano De Majo “Ascolta! Il nemico non tace”

Redazione

Terni, presentato il libro di Stefano De Majo “Ascolta! Il nemico non tace”

“il nemico peggiore è sempre all'interno”
Lun, 15/12/2014 - 13:44

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Musica dal vivo, poesia, recitazione, una vera e propria performance multidisciplinare quella attraverso la quale Stefano De Majo ha presentato ieri, presso la Libreria Feltrinelli di Terni, il suo libro “Ascolta! Il nemico non tace”. Una presentazione “per flash” l’ha definita lo stesso De Majo, sottolineando come lo scopo dell’incontro fosse quello di presentare, non tanto il libro in sé e per sé, quanto piuttosto le emozioni e i sentimenti a cui il libro dà voce. Più che sulla guerra e sui bombardamenti che nel 1943 colpirono Terni, quello di De Majo è un libro incentrato su come quegli stessi bombardamenti siano stati vissuti e interiorizzati da coloro che ne sono stati spettatori diretti.

“Il mio è stato un approccio non da storico, ma da curioso”, ha detto l’autore, iniziando la presentazione proprio parlando di quella fase di ricerca e raccolta di testimonianze che costituisce lo scheletro del testo. Tra le numerosi voci ascoltate da De Majo figurano innanzitutto quelle degli anziani cittadini di Terni, bambini al momento dei bombardamenti, “intervistandoli ho potuto notare che c’era sempre in loro un certo riserbo nel parlare di quegli eventi” ha raccontato l’autore, spiegando come questa componente del riserbo si sia riversata anche in un personaggio del romanzo, il nonno di Giulia, la più attiva e curiosa tra gli studenti protagonisti. De Majo ha poi raccolto, presso il Museo dell’Aviazione statunitense, le testimonianze degli ormai più che 80enni ex piloti USA, dunque attori principali dei bombardamenti del ’43 ai danni di Terni. “Ho notato che c’era in loro, da una parte il senso di aver fatto qualcosa di doveroso, dall’altra un non detto” ma percepibile “senso di disagio”. A partire da queste memorie, dal “basso” ( gli anziani ternani allora bambini) verso “l’alto” (i piloti statunitensi) De Majo ha costruito una narrazione corale, in cui lo stesso medesimo evento (i bombardamenti dell’11 agosto 1943, alle 10.30 del mattino) viene letto attraverso molteplici punti di vista che si intrecciano nel testo senza mai sovrapporsi. De Majo ha poi spiegato quelle componenti che concorrono a fare del suo libro una sorta di “fiaba onirica”.

Nel testo, infatti, la dimensione storica è filtrata da quella fiabesca: le vicende di un gruppo di studenti che nel 2013 decidono di indagare sulla storia della loro città, sotto la guida esperta di un abile e astuto professore che in una mattinata come tante, rompe la routine delle lezioni e scrive sulla lavagna una data, 11/08, il giorno dei bombardamenti del ’43. Da qui tutto ha inizio. Dopo aver spiegato brevemente l’intreccio della storia, l’autore è passato alla lettura di una scelta di alcuni versi delle poesie presenti nel romanzo, avvalendosi anche dell’accompagnamento musicale dal vivo di un violino e due chitarre classiche. Una performance suggestiva che ha visto alternarsi e sovrapporsi canto, musica e poesia, in inglese e italiano, per rappresentare fisicamente quel flusso di emozioni, ricordi e paure che costituisce il filo rosso del romanzo. Come ha ben spiegato De Majo, lo scopo ultimo di quella narrazione plurale e pluridisciplinare che compone il romanzo, è quella di porre l’uomo di fronte ad una sola e dolorosa certezza: non esistono nemici esterni, aldilà delle divise e degli schieramenti opposti, “il nemico peggiore è sempre all’interno”.

L’incontro si è concluso con la lettura, con accompagnamento musicale, di alcuni brani del testo incentrati sui momenti più forti e cruenti dei bombardamenti del 1943. In un vero e proprio climax ascendente, De Majo ha interpretato con un coinvolgimento emotivo sempre maggiore, le testimonianze da lui raccolte da coloro che al momento dei fatti erano poco più che bambini, suggerendo al pubblico immagini cariche di pathos. Un lungo e sentito applauso ha seguito la fine della performance. “È stato tutto improvvisato, abbiamo fatto tutto tranne che quello che avevamo progettato di fare” ha ironizzato De Majo.

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