L’introduzione dell’imposta di soggiorno a Terni avrebbe pesanti ripercussioni negative sulla già precaria situazione dell’economia cittadina. Federalberghi e Confcommercio esprimono perciò forte preoccupazione, e completo disaccordo, rispetto all’applicazione della tassa di soggiorno da parte del Comune di Terni, prospettata dal Commissario in un recente incontro.
Dopo il braccio di ferro con il Comune di Narni, Confcommercio esprime il suo dissenso anche per quanto riguarda la città di Terni. A Narni, di fatto, l’amministrazione comunale è stata ‘costretta’ a rimandare la proposta, ma vista la situazione di palazzo Spada, in reggenza da parte del Commissario prefettizio, le cose potrebbero essere diverse.
“Pur consapevoli del ruolo che si trova ad affrontare il Commissario Straordinario, chiamato ad amministrare nella condizione di dissesto dell’Ente – afferma Alessandra Guagliozzi, rappresentante di Federalberghi della provincia di Terni – esprimiamo la nostra assoluta contrarietà all’imposta di soggiorno, che riduce la competitività del sistema turistico locale.
Il provvedimento aggraverà le difficoltà degli operatori del settore, riducendo la competitività dell’offerta ricettiva. L’imposta infatti disincentiva la permanenza sul territorio, soprattutto se non c’è una omogenea applicazione da parte dei comuni limitrofi.
L’applicazione dei massimi importi, prevista dalla normativa in caso di dissesto, seppur con principi di gradualità, esenzioni ed agevolazioni, porterà nel concreto all’adozione di una tariffazione fissa, molto articolata, conseguentemente poco comprensibile per il turista ed a volte anche iniqua. L’applicazione dell’imposta di soggiorno a ridosso della stagione estiva, inoltre, riverserebbe inevitabilmente l’onere sui gestori delle strutture ricettive, che non potranno richiedere ai clienti il pagamento di un prezzo superiore a quello contrattualmente già definito.
Considerando l’impatto delle altre imposte locali, in primis IMU e TARI – aggiunge la rappresentante di Federalberghi – riteniamo sia doverosa una equilibrata ed equa distribuzione del carico fiscale, senza penalizzare ulteriormente la nostra città e gli operatori del settore ricettivo”.
Secondo l’associazione di categoria sarebbe invece opportuno contrastare il dilagante fenomeno dell’abusivismo nel settore della ricettività extralberghiera visto che cresce il numero di appartamenti e bed and breakfast che, mediante la collaborazione con siti specializzati nell’ospitalità, lavorano senza le necessarie autorizzazioni.
“Negli ultimi anni – afferma Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni – sono stati profusi sforzi per sviluppare il turismo; settore che nel comprensorio ternano, se supportato da idonee strategie ed azioni pubbliche e private, può diventare un fattore di sviluppo territoriale. L’introduzione dell’imposta di soggiorno rischierebbe di vanificare molte delle iniziative intraprese, con danni diretti alle strutture ricettive e a ricaduta su altri settori, come pubblici esercizi, servizi e commercio”.