Una giornata convulsa, difficile e che forse peserà molto sul futuro della giunta Di Girolamo. A 6 mesi di distanza dall’archiviazione della posizione dell’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi, indagato nell’ambito del filone degli appalti relativi a TerniReti dell’Operazione Spada, il componente della giunta Di Girolamo è nuovamente agli arresti domiciliari.
La notizia di una nuovo blitz di Guardia di Finanza e Polizia negli uffici tecnici del Bilancio è stata data nel primo pomeriggio di oggi dallo stesso sindaco, proprio mentre era in corso il consiglio comunale straordinario sui debiti fuori bilancio. Dopo le perquisizioni di finanzieri e poliziotti, l’assessore è stato invitato a presentarsi presso la caserma “Proietti Divi”, dove è gli è stata notificata la misure restrittiva accolta dal gip Bona Galvagno su richiesta del Pm Marco Stramaglia.
Ovviamente la circostanza ha prodotto un effetto immediato nella seduta del consiglio comunale, dove, contestualmente, la consigliera del M5S, Valentina Pococacio, ha portato all’attenzione dell’assemblea una missiva della Corte dei Conti che, ancora una volta, dava pareri ‘negativi’ sul piano di riequilibrio presentato dal Comune. Su richiesta del consigliere di I Love Terni, Enrico Melasecche, la seduta è stata dunque sciolta.
Pochi minuti dopo è arrivata la notizia della misura cautelare nei confornti dell’assessore D’Ubaldi, che domani sarà ascoltato nell’interrogatorio di garanzia assistito dal suo legale Attilio Biancifiori.
Durissime le posizioni della minoranza.
M5S –“Le notizie che arrivano oggi da Palazzo Spada e questura sono forse l’ultima umiliazione che il PD ha riservato alla nostra comunità. Alcune fonti giornalistiche parlano di 3 arresti, tra cui l’assessore al Bilancio Piacenti D’Ubaldi e l’amministratore unico di TerniReti Vincenzo Montalbano.
Ricordiamo in proposito come il M5S si era già occupato della questione Terni Reti con una relazione della IV commissione di Garanzia e controllo presieduta da Federico Pasculli.
Non sappiamo ancora se i fatti in esame della suddetta commissione rientrino nell’indagine ma è da oltre un anno che l’Amministrazione comunale è oggetto di indagini giudiziarie, indagini che hanno già condotto all’arresto di sindaco, assessore, oltre a numerosi altri provvedimenti a carico di funzionari pubblici e imprenditori locali.
Il PD e Leopoldo Di Girolamo hanno voluto proseguire come se nulla fosse, volendo far credere che era tutto a posto, sfidando cittadini e Istituzioni, nel silenzio complice di alcune opposizioni e di pezzi deviati di città, scudati dietro le parole: non veniteci oggi a parlare di garantismo per la casta, quando nessuno è garantista con famiglie e imprese costrette ad accollarsi maxi debiti, contratti soltanto per ingrassare il ‘sistema’.
Questi ennesimi fatti dimostrano che la sfida politica, amministrativa e gestionale è perduta a Terni, in Umbria e nel Paese: siamo pienamente dentro un collasso morale ed economico che ormai rischia di travolgere anche le tante forze sane della città.
Siamo stati gli unici a ribadire costantemente come la questione giudiziaria fosse tutt’altro che terminata con la ‘scarcerazione’ del sindaco: i gravi indizi di colpevolezza erano e sono ancora tutti lì, così come sono lì i lucrosi affari dei soliti noti.
Seguiremo attentamente gli sviluppi delle prossime ore e se necessario non mancheremo di sollecitare il Prefetto, affinché questi assuma ogni più utile decisione per la città: basta con dilazioni, differimenti, ciniche strategie per evitare il voto sulla pelle dei ternani”.
Lega Nord – “Chi pensava che la Giunta Di Girolamo avesse toccato il suo punto più basso dovrà ricredersi. Ecco infatti arrivare la notizia di nuove perquisizioni a Palazzo Spada e, poco dopo, la decisione del Gip della misura degli arresti domiciliari per l’amministratore unico di TerniReti, il suo consulente e dell’assessore al bilancio, Piacenti d’Ubaldi. Dopo i milioni di euro di debiti contratti, le inchieste, i primi arresti domiciliari tra cui quelli del sindaco, la bocciatura del piano di riequilibrio, la decisione dell’accesso al fondo di rotazione e il conseguente aumento indiscriminato delle tasse locali ecco un’altra, ennesima, brutta pagina di storia politica ternana firmata Pd. Mentre nel resto dell’Umbria si discute di come sviluppare i territori e si ottengono dei risultati, la città di Terni rischia di venire scippata del tribunale e di essere marginalizzata dal sistema trasporti umbro a causa dell’inerzia dei suoi rappresentanti politici di maggioranza alle prese con beghe personali e giudiziarie. La città, inserita in un
contesto di profonda crisi caratterizzato da imprese che chiudono e un tasso di disoccupazione sempre più alto, non riesce a reagire,
paralizzata da una classe politica di centrosinistra arrivata ormai al capolinea, inerme, sofferente, incapace di ogni azione risolutiva. Cosa ulteriormente deve accadere perché possano, finalmente, rassegnare le dimissioni e andarsene a casa?”.
Enrico Melasecche (ILT) – “Questa sera il consiglio comunale, su mia precisa proposta, ha sospeso i lavori imperniati sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio a causa sia della recentissima lettera della Corte dei Conti che contesta ulteriormente altri sei punti della gestione dei conti del Comune ma soprattutto per l’assenza dell’Assessore Piacenti che avrebbe dovuto rispondere ai quesiti che l’opposizione intendeva porre avendo chiesto anche il sottoscritto la seduta straordinaria odierna per definire quali debiti fuori bilancio riconoscere e quali no, ben prima di imporre le misure draconiane imposte ai cittadini per coprire, come noto, responsabilità precise di questo sindaco e della sua giunta.
Il tentativo oggi di chiudere il punto all’ordine del giorno, in fretta e furia, in assenza di Piacenti, pur di metterci una pietra tombale sopra, ha visto il sottoscritto fin dall’inizio assolutamente contrario perché l’emergenza politica che vive la città in questi giorni, frutto anche di una emergenza economica finanziaria senza precedenti, non può essere liquidata con una sorta di chiacchierata da bar come alcuni intendevano fare.
Alla fine è prevalsa la ragionevolezza anche da parte della maggioranza nel votare la mia richiesta rimandando la discussione ed i chiarimenti ad una data successiva quando l’assessore potrà, se potrà, riassumere la pienezza delle sue funzioni, considerato che le notizie giunte nel frattempo sono di una gravità unica in quanto riguardano l’aspetto più delicato delle vicende comunali e cioè la vendita delle farmacie su cui l’Assessore, come da emerso da tempo, era intervenuto direttamente nella gestione del bando, aspetto questo che la legge da tempo ha riservato alla dirigenza impedendo che la politica metta mano ad aspetti gestionali, proprio per evitare i problemi che in passato hanno ampiamente interessato molte vicende giudiziarie del Paese e su cui l’ANAC si è espressa ripetutamente senza esitazioni.
Presento un atto di indirizzo, unitamente ad altri consiglieri, chiedendo che venga discusso quanto prima in consiglio ai primi di gennaio, sulla situazione complessiva che vive la citta, contenente la richiesta di dimissioni del sindaco che non può continuare a far finta di nulla sostenendo che tutto va bene. D’altronde l’aumento dell’IMU e della TASI, che ha voluto imporre alla citta, deliberato ieri insieme alle altre misure contenute nelle manovre di bilancio, come il taglio di molti servizi, unitamente al degrado generale che inficia anche la sicurezza dei cittadini, impone scelte ormai non più rinviabili.
Chiedo a tutti i gruppi di opposizione il massimo della coesione in questa fase delicatissima per la vita della città perché Terni ha bisogno di un’alternanza seria, capace e coraggiosa che sia in grado di portarla fuori da questa palude che ne sta disintegrando il tessuto sociale ed economico e ne sta depotenziano le capacità che pure esistono, come hanno rilevato tutte le associazioni di categoria nell’audizione che il sottoscritto aveva chiesto per un confronto aperto in III Commissione”.