di Carlo Ceraso
Sarà il capolavoro più conosciuto di Bertolt Brecht, “L’Opera da tre soldi”, ad aprire la 51.ma edizione dello Spoleto Festival Internazionale. E’ quanto Tuttoggi.info è in grado di anticipare in merito al programma stilato dal maestro Giorgio Ferrara che sarà presentato in settimana al Comitato della Fondazione Festival e, lunedì prossimo, al direttore generale del ministero Salvatore Nastasi. Una rappresentazione dal forte impatto sociale, ancor oggi di grande attualità, sulla quale Brecht, insieme al genio musicale Kurt Weill, lavorò ispirandosi alla celebre Beggar’s Opera (L’opera del mendicante di John Gay, musiche di Pepusch, presentata a Londra nel 1728).
L’Opera – Forse non fu un caso che Die Dreigroschenoper (L’opera da tre soldi) andò in scena il 13 ottobre 1928 al teatro Schiffbauerdamm di Berlino, proprio nel secondo centenario della prima Beggar’s Opera. Ambientata nei bassifondi, vede protagonisti una serie di personaggi ‘scomodi’, fra poliziotti corrotti, prostitute e criminali. Brecht ipotizza che il metodo della malavita non è poi tanto diverso da quello attuato dalla borghesia e dai potenti, aggiungendo però la teoria della lotta di classe, dove anche i ladri e gli sfruttatori risultano vittime del sistema.
Tutto si concentra sulla battuta di uno dei protagonisti “la pappatoria viene prima, la morale dopo!”. Il drammaturgo tedesco ci si impegnò anima e corpo, pensando al suo pubblico ideale, il proletariato (non a caso il titolo dell’opera indica provocatoriamente il prezzo del biglietto), contro il mondo borghese che avrebbe dovuto scandalizarsi di fronte all’ambiente, ai personaggi e al loro linguaggio. Invece avvenne il contrario, con disappunto dell’autore che non scrisse più con intenti simili, e proprio la borghesia decretò il successo di questa opera che venne replicata per un intero anno.
Brecht e Weill – Fu Weill ad aver l’idea di realizzare una Zeitoper, una rappresentazione contemporanea, per descrivere il momento che la Germania stava attraversando quello di Weimar, destinato di lì a poco a sfociare nel nazismo. Weill fu altrettanto abile nell’adattare le musiche, ispirandosi a quelle che, negli anni ’20, cominciavano ad entrare nella cosidetta musica colta: dal jazz alla musica d’intrattenimento, dall’opera lirica alla musica sacra. Ballate quali “Lied der Seeräuber-Jenny” e “Wovon lebt der Mensch” sono ancora oggi canticchiate in tutto il mondo.
La prima della 51.ma edizione – a differenza di quanto era stato anticipato da TO®, la produzione della Prima della 51.ma edizione non sarà europea ma americana, dove Brecht è uno degli autori più amati e le sue opere riproposte dai maggiori teatri con cadenza quasi annuale. Non è possibile al momento sapere quale sarà la compagnia che arriverà a Spoleto. Fra le rappresentazioni italiane resta celebre quella del 1972 al Piccolo di Milano per la regia di Giorgio Strehler e che vide la partecipazione di Milva, la più importante interprete dei song brechtiani.
Il dubbio di Ferrara – il maestro Giorgio Ferrara sarebbe stato fino all’ultimo in dubbio se aprire la prossima edizione con Brecht o con “Tristano e Isotta”, la celebre opera di Wagner, anche questa rappresentata a dicembre scorso in America al Metropolitan Opera at Lincolm Center di New York
La curiosità – Proprio un anno fa (il 13 gennaio 2007) la città del festival ospitò la Giornata Brechtiana che vide Milva grande protagonista al Caio Melisso.