di Valentina Ballarani
C'è grande attesa per il concerto che sabato sera a partire dalle 21.30 Fiorella Mannoia regalerà alla città di Spoleto, esibendosi in piazza Duomo nell'ambito della rassegna Spoleto Estate 2008. L'artista incanterà il pubblico con la sua voce calda e profonda. La cantante, dagli inconfondibili riccioli rossi, porterà sul palco la sua ultima creazione: “Canzoni nel tempo”. Una raccolta di 31 grandi successi, che hanno segnato musicalmente tutta la sua carriera di cantante, più due inediti: “Dio è morto” dei Nomadi e “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Artista molto amata dal pubblico e fine interprete di brani tra i più belli nel repertorio della musica italiana, ha risposto gentilmente ad alcune domande fatte da Tuttoggi.info.
TO®: Molti artisti hanno scritto canzoni per lei e lei stessa ha interpretato successi di altri cantanti. Cos'è che la spinge ad interpretare un testo? Che caratteristiche deve avere, cosa le deve trasmettere?
“Deve essere un testo che io possa condividere. Devo condividere i concetti che sto cantando e assumermi quindi la responsabilità di quello che canto. Perché io amo assumere la responsabilità delle parole che dico. Devo condividerne la visione della vita. Mi deve emozionare. Solo così riesco a trasmettere le emozioni agli altri”.
TO®: E' stata in tournèe con Ron, De Gregori e Pino Daniele e ha anche collaborato con artisti giovani come Samuele Bersani e Daniele Silvestri. Pensa che le ultime generazioni di cantautori abbiano da dire cose differenti dalle generazioni precedenti?
“Tra quelli citati non ci sono grandi differenze. Pur essendo anagraficamente così distanti evidentemente hanno avuto le stesse letture, la stessa visione del mondo. Il modo di scrivere è completamente diverso perché ognuno di loro ha la propria personalità. Però non ho trovato grandi difficoltà perché pur essendo diversi generazionalmente siamo più o meno affini, abbiamo tutti delle affinità elettive”.
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