Gli assessori Vincenza Campagnani (ambiente) e Angelo Loretoni (lavori pubblici) hanno effettuato nei giorni scorsi una serie di visite nelle realtà estrattive della Cementir, della Tecnocal e degli Eredi Marcucci Alfio per conoscere lo stato di salute del settore. In un periodo di crisi economica nazionale e locale, che sta facendo sentire i suoi effetti anche sulle attività che operano nel settore edilizio ed estrattivo, gli assessori Campagnani e Loretoni hanno voluto verificare le eventuali ripercussioni su investimenti e occupazione.
“In un contesto economico che spesso restituisce dati e cifre preoccupanti – sono state le parole degli assessori – è obbligo delle istituzioni prestare particolare attenzione allo stato dell’economia locale. Per quanto riguarda le attività estrattive abbiamo potuto verificare non solo un sistema di gestione rispettoso delle norme che regolano il settore, ma anche un importante sviluppo socio-economico in termini occupazionali. Sviluppo che garantisce un’adeguata salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione e recupero che hanno attenuato l’impatto ambientale legato a tali attività”.
Un quadro positivo frutto del lavoro di pianificazione effettuato in questi ultimi quindici anni, che ha privilegiato il completamento delle cave esistenti sull’apertura di nuove cave, evitando quindi un aumento dell’impatto paesaggistico e di incidenza sulla biodiversità. Fondamentale in tal senso è la costante attività di screening dei progetti realizzata dagli uffici comunali, provinciali e regionali che prevedono l’accertamento dei giacimenti di cava e la verifica di impatto ambientale che, alla fine di un lungo processo, termina con l’autorizzazione alla coltivazione.
“E’ importante sottolineare – hanno aggiunto Campagnani e Loretoni – come la crisi economica del settore, che ha colpito in maniera forte il comparto a livello nazionale, non ha prodotto comunque un calo occupazionale nelle aziende estrattive presenti nel territorio, seppur in grande sofferenza e non ha inciso sulle attività di recupero ambientali previste nei progetti autorizzati, che vengono realizzate in modo attento dalle aziende”.