Sistema Museo cambia contratto ai lavoratori. Lo sfogo "Siamo stufi"

Sistema Museo cambia contratto ai lavoratori. Lo sfogo “Siamo stufi ma abbiamo paura”

Redazione

Sistema Museo cambia contratto ai lavoratori. Lo sfogo “Siamo stufi ma abbiamo paura”

La Filcams all'attacco scrive ai comuni appaltanti. Fisascat Cisl e Uiltcus Uil in disaccordo. E i lavoratori ricordano i sacrifici fatti finora
Lun, 13/07/2020 - 12:22

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Diventa un caso la situazione di “Sistema Museo”, la cooperativa a copertura nazionale che in Umbria gestisce vari musei e luoghi di interesse. Sia nei comuni della valle umbra sud, dal Folignate allo Spoletino, che anche nel Ternano, nel Trasimeno, nella media valle del Tevere e nel Tifernate.

Una azienda sana, come ha tenuto a specificare il legale dell’azienda, ma con i sindacati spaccati e i lavoratori che non la pensano allo stesso modo.

Cambio di contratto per i lavoratori Sistema Museo

La Filcams Cgil infatti sottolinea che, in una fase in cui il turismo dovrebbe essere tutelato, il personale di Sistema Museo non lo sarebbe. La colpa? Del nuovo contratto.

Il tema è la migrazione contrattuale, dal turismo al multiservizi, che avrebbe portato alla riduzione della retribuzione, con il personale “che continua a svolgere attività di grande pregio senza il dovuto riconoscimento. Si tratta di guide esperte e titolate, guardasala, addetti ai servizi di biglietteria e accoglienza, lavoratrici e lavoratori che a causa del nuovo contratto di lavoro (da applicare in virtù di un accordo che Filcams Cgil non ha firmato) si ritrovano demansionati e con una retribuzione ridotta a circa 6 euro lordi all’ora. Filcams Cgil – evidenzia il sindacato – non ha ritenuto di dover avallare questo accordo, e per questo motivo vede vanificare ogni tentativo di ulteriore accordo con i vertici della Cooperativa che, invece, proseguono sulla strada scelta applicando norme che deprivano delle loro funzioni le lavoratrici e i lavoratori, demansionati e sottopagati“.

La lettera ai comuni della Valle umbra sud: stato di crisi dal 2013

La Filcams Cgil ha anche inviato una lettera ai Comuni di Montefalco, Bevagna, Spoleto, Trevi, Foligno per evidenziare criticità legate al servizio, con la migrazione del contratto degli operatori di Sistema Museo.

Cristina Taborro, della segreteria Filcams parla della migrazione di contratto, che svilisce la professionalità dei dipendenti. Una situazione nazionale, seguita dalle categorie sindacali nazionali, bloccata dal Covid-19. Per i lavoratori, nel mese di interruzione, c’è stata la cassa integrazione. A marzo, l’incontro con i sindacati: Cgil esclusa e decisione presa. “Il comportamento della cooperativa è inqualificabile – dice la lettera – e per questo è opportuno informare la stazione appaltante“. Ma la situazione viene da lontano: Sistema Museo – si legge nella lettera – “ha dichiarato uno stato di crisi che dura dal 2013, e che ha avuto come conseguenza il taglio, negli anni, della 13° e 14° mensilità, oltre ai Rol (i permessi retribuiti, ndr) per tutti gli addetti”.

Il fronte sindacale spaccato

Fisascat Cisl e Uiltcus Uil – che l’accordo lo hanno firmato – invece minimizzano e tagliano corto: “Il clima tra i lavoratori non è ai ferri corti. Anzi, tra gli addetti si respira un sentimento di tranquillità perché la necessaria transizione contrattuale decisa dai soci a fine 2019 è stata migliorata dall’accordo sindacale siglato con Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Le sigle sindacali, che tra l’altro sono quelle maggiormente rappresentative all’interno della Cooperativa Sistema Museo, hanno infatti vigilato per mesi affinché tale transizione avvenisse senza ledere i diritti dei lavoratori, armonizzando quanto più possibile la distanza tra i due CCNL, ponendosi l’unico obiettivo di salvaguardare il posto di lavoro e la professionalità degli addetti“.

Cisl e Uil: “Polemiche per alimentare guerra tra soci”

Cisl e Uil sottolineano di aver sempre lavorato per la difesa dell’occupazione e definiscono il percorso che ha portato alla firma del nuovo contratto per gli operatori di Sistema Museo come “necessario sia per una effettiva competitività sul mercato anche alla luce dei grandi cambiamenti che l’emergenza Covid19 ha portato al settore dei beni culturali”. Sia perché – fanno sapere dalle due segreterie sindacali – “il precedente CCNL del Turismo era solo sulla carta più vantaggioso in quanto in realtà negli anni passati erano state introdotte progressive e variabili misure di riduzione di alcuni elementi retributivi a seguito di regolari decisioni della compagine sociale finalizzate a contrastare sia situazioni straordinarie, si pensi ad esempio alle ripercussioni in Umbria e Marche degli ultimi eventi sismici, sia una sofferenza oramai strutturale del settore della gestione e valorizzazione dei Beni Culturali“.

Quello che ora si augurano le sigle sindacali e anche gli addetti della Cooperativa Sistema Museo – concludono Fisascat e Uiltucs – è che torni il sereno nella cooperativa e si plachino sterili polemiche volte solo ad alimentare una guerra tra soci che danneggia solamente i lavoratori e il futuro della cooperativa“.

Le rinunce fatte in 10 anni, lo sfogo dei lavoratori

In 10 anni siamo stati costretti ad accettare sacrifici continui e decurtazioni, all’inizio lo abbiamo fatto volentieri, con spirito di sacrificio, ma ora siamo stufi“. Lo sfogo arriva da un lavoratore della cooperativa Sistema Museo, che vuole rimanere anonimo. Diverse le problematiche, anche precedenti al nuovo contratto.

Nessuno tra noi alza la voce, perché abbiamo paura di perdere il posto o di altre ripercussioni, ma il malcontento è diffuso“. “Di questo passo arriveremo noi a pagare la cooperativa per il lavoro che facciamo più che il contrario” è l’amaro commento di un altro lavoratore. “Dal 2010 – ricorda uno dei dipendenti – ci hanno tolto la tredicesima e la quattordicesima. Poi hanno iniziato negli ultimi anni a decurtarci lo stipendio: il primo anno, mi sembra fosse il 2014, del 15%, l’anno successivo del 10% e quello dopo ancora del 5%. Negli ultimi due anni ci sono stati tolti anche i ‘rol’, i permessi retribuiti. Con quanti soldi arriveremo alla pensione? Abbiamo lasciato alla società in questi 10 anni quasi 20mila euro a testa, un conto è togliere 100 euro a chi prende stipendi di tutto rispetto, un conto a chi come noi ne prende 900. E’ vero che Sistema Museo negli ultimi anni ha perso diversi appalti in Umbria, ma questo non può ripercuotersi sempre e soltanto sulla pelle dei lavoratori, anche perché è una situazione che va avanti da dieci anni, non da pochi mesi“.

Oggi l’assemblea dei soci

Intanto proprio questa mattina si tiene l’assemblea dei soci della cooperativa Sistema Museo. E gli scontri sindacali sul nuovo contratto probabilmente si faranno sentire.

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