'Show must go on', arrestato in Svizzera il boss dello spaccio di Perugia - Tuttoggi.info

‘Show must go on’, arrestato in Svizzera il boss dello spaccio di Perugia

Redazione

‘Show must go on’, arrestato in Svizzera il boss dello spaccio di Perugia

Era fuggito subito dopo la prima ondata di arresti / Preso grazie all'aiuto dell'Interpol, ora è in carcere a Como
Sab, 20/12/2014 - 10:04

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L’operazione “S.M.G.O.” (Show Must Go On) della Squadra Mobile della Questura di Perugia, eseguita lo scorso Ottobre, è giunta ad una significativa svolta: grazie alla cooperazione internazionale tra la Polizia di Stato, la polizia svizzera e gli organismi di collegamento internazionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è stato individuato, estradato e catturato il “boss” del sodalizio criminale, prevalentemente di origine maghrebina, stroncato e disarticolato dalla predetta operazione di Polizia Giudiziaria.

L’operazione “SHOW MUST GO ON”, diretta da Marco Chiacchiera e coordinata da Roberto Roscioli, è stata volta a ricostruire nel dettaglio varie dinamiche relative al fenomeno del c.d. “spaccio di piazza” su Perugia. Il primo arresto di un giovane pusher tunisino, particolarmente attivo nello spaccio di cocaina ed eroina sulla “piazza” del centro città, aveva consentito di isolare un importante canale internazionale di spaccio che aveva di fatto alimentato, negli anni e per larga parte, i gruppi che gestivano l’attività di vendita al minuto delle sostanze stupefacenti. Su iniziativa della Procura della Repubblica, DDA, p.m. Dr.ssa Manuela Comodi, era stata svolta un’attività di intercettazione telefonica che aveva di focalizzare, in modo chiaro, alcuni dei suddetti gruppi, fornendo peraltro ulteriori elementi per la ricostruzione dell’intera rete di spaccio locale, in continua evoluzione.

L’indagine aveva permesso di individuare tre gruppi operativi nel perugino:

–  un primo gruppo attivo nella zona di Via Cortonese

–  un secondo gruppo attivo nelle zone di Ponte San Giovanni e Ponte Felcino

–  un terzo gruppo attivo nella zona dell’Alto Tevere nonché, in Perugia, nelle zona di Madonna Alta e Fontivegge.

L’aspetto di maggiore interesse investigativo dell’indagine è risultato certamente quello dell’esistenza di una vera e propria rete di ramificazioni che l’organizzazione investigata aveva su tutto il territorio nazionale. Sono stati dimostrati infatti collegamenti tra soggetti magrebini stanziali a Como, Varese, Genova, Grosseto e Livorno. All’esito dell’indagine, con l’operazione conclusiva, sono state emesse 36 misure di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti, ai quali sono stati contestati i reati previsti e puniti dall’art. 73 e dall’art. 74 del D.P.R. 309/1990 (Testo Unico Stupefacenti): associazione per delinquere finalizzata alla importazione, trasporto, raffinazione e commercio di stupefacente del tipo eroina e cocaina. Nel corso dell’intera attività investigativa sono stati inoltre sequestrati oltre 9 Kilogrammi di droga tra “eroina” e “cocaina”.

BERKANE Krachaj Karim, cittadino francese del 1978, che usava come “alias” il nominativo KHELIFA Dario, era il “braccio destro” di KAABI Ahmed, ritenuto il “capo dei capi” dell’organizzazione criminale, ma era soprattutto il “capozona” prima di Perugia e successivamente di Livorno.Lo spessore criminale di Karim, detto “l’algerino”, ma soprattutto il suo ruolo di rilievo nell’organizzazione criminale internazionale, erano emersi fin dalle primissime intercettazioni telefoniche dalle quali appariva incontrovertibile la sua presenza nella maggior parte delle operazioni di “movimentazione” della droga, per coordinarle e dirigerle secondo la volontà e gli interessi del “capo”, che dava disposizioni dalla Tunisia o dall’Olanda. Singolare, cosa tipica di chi è abituato a gestire affari illeciti di un certo livello, la sua capacità di rimanere sempre “fuori” dagli scambi, senza mai “toccare la roba”, ma essendo comunque sempre presente e vigile su qualsiasi attività del gruppo di spaccio.

Karim curava l’ingresso di ingenti quantitativi di eroina” e cocaina a Perugia mantenendo un costante contatto, attraverso i propri collaboratori più fidati, con il vertice all’estero. Comunicazioni telefoniche ridotte allo stretto indispensabile o per interposto interlocutore e sempre con schede telefoniche diverse, conversazioni con i referenti ed i collaboratori tenute per lo più all’aperto ed in luoghi poco affollati, continua condivisione delle decisioni con il capo superiore: nelle modalità operative di Karim, come l’indagine della Squadra Mobile ha evidenziato, vi erano tutti i tratti distintivi di un vero e proprio “boss”, caratterizzato dal profilo tipico di chi gestisce un’organizzazione criminale di un certo spessore. Un’ulteriore elemento distintivo dell’algerino, da vero capo-clan, è emerso a seguito delle catture: Karim, appena ha appreso dell’operazione in corso a carico dei suoi subalterni, ha fatto perdere ogni traccia di sé, scomparendo da Perugia.

Le ricerche internazionali – Gli uomini della Mobile non si sono arresi ed hanno continuato le ricerche attivando le procedure per la localizzazione internazionale grazie alla collaborazione di Interpol, Divisione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Il trafficante, individuato in Svizzera dalla locale polizia, è stato catturato e sottoposto ad estradizione per l’Italia. Lo scorso martedì 16 dicembre la polizia svizzera ha proceduto alla consegna del BERKANE ad un pool composto dal personale della Squadra Mobile di Perugia e della Polizia di Frontiera di “Como-Ponte Chiasso”. Dopo la notificazione dell’ordine di custodia cautelare che lo attendeva, il catturato è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Como a disposizione del Sost. Proc. Della Direzione Distrettuale Antimafia di Perugia, Dott.ssa Manuela Comodi.

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