Scomparsa Carla Fracci, la lunga frequentazione con Spoleto | Quella volta con Misha - Tuttoggi.info

Scomparsa Carla Fracci, la lunga frequentazione con Spoleto | Quella volta con Misha

Carlo Vantaggioli

Scomparsa Carla Fracci, la lunga frequentazione con Spoleto | Quella volta con Misha

Gio, 27/05/2021 - 14:57

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Scompare a 84 anni "L'eterna fanciulla danzante", come la definì Eugenio Montale che scrisse per lei una poesia. Il rapporto con Spoleto e il Festival

La scomparsa a 84 anni dopo una lunga malattia di Carla Fracci , in un periodo recente e terribile in cui molti protagonisti dell’arte e della cultura ci hanno lasciato, spalanca le porte alla memoria incancellabile di quanto questa splendida protagonista è riuscita a dare alla danza e di quanto la danza ha ricevuto da lei.

La solida e incrollabile radice popolare, il precoce talento e il durissimo lavoro quotidiano da quando a 10 anni entrò alla Scala per la prima volta, tutto questo e molto altro ha creato il mito della Carla Fracci come “L’eterna fanciulla danzante”, come la definì Eugenio Montale che scrisse per lei una poesia.

Protagonista del ‘900 e icona Pop

Carla Fracci ha attraversato tutto il Novecento, nel campo della danza, come un soffio leggero e con schiere di osannanti cultori delle sue interpretazioni, in compagnia dei più importanti ballerini del mondo. Due nomi per tutti: Rudol’f Nureev e Michail Barysnikov.

Ma senza fare torto a tutti gli altri tra cui un giovanissimo Antonio Gades (icona indiscussa mondiale del Flamenco) che ballò con lei e Nureev proprio a Spoleto nel 1963, Carla Fracci diventava protagonista prima ancora dei suoi partner. Merito del carattere, della consapevolezza dei propri mezzi e di una intelligente disponibilità “artistica” che l’ha portata ad essere anche una icona Pop nell’Italia degli anni ’70-’80, l’Italia della televisione che non ha mai rifiutato con sospetto, come altri artisti puri e “duri”, verrebbe da dire. Celebri i balletti televisivi con le Sorelle Kessler

Una esposizione mediatica che non ha mai stravolto la vita della Fracci che è sempre stata legatissima alla famiglia, al marito-regista Beppe Menegatti e il figlio Francesco.

Lunghissima la sua frequentazione con il Festival di Spoleto e il M° Gian Carlo Menotti. Dal debutto nel 1962, alla uscita di scena nel 1992 come “mentore” per il settore danza del Due Mondi, poco prima della scomparsa dell’amato Rudol’f Nureev avvenuta nel 1993. Un amore che non si limitava solo a Spoleto ma all’intera Umbria dove per altro proprio a Orvieto è stata da poco girata la fiction dedicata alla sua vita, con protagonista Alessandra Mastronardi.

Rudy e Misha

«La nostra storia cominciò nel 1963, esattamente 50 anni fa al Festival di Spoleto. Danzavamo insieme una creazione su musiche di Gluck. Accanto a noi anche Antonio Gades, Ferruccio Soleri, Andrè Prokovski, Giancarlo Vantaggio, Anna Razzi», ricordava la Fracci in una intervista del 2012 al Sole24Ore sulle origini del suo legame artistico con il “Tataro volante” Rudol’f Nureev.

Famosa e ricchissima di protagonisti e bellezza coreografica la sua consulenza artistica per il lungo ciclo delle Maratone di Danza del Festival, ideate dalla fedele amica e celebre critica della danza internazionale, Vittoria Ottolenghi e dal M° Alberto Testa

Quando arrivava a Spoleto la Fracci, sicuramente c’era anche la Ottolenghi e viceversa.

Nella nostra personale, lunga frequentazione con la manifestazione spoletina, siamo stati anche testimoni di uno dei tanti episodi con i protagonisti di epoche artistiche meravigliose. Come quando nel 1982 nel programma della danza era prevista una delle tappe del Tour europeo dell’American Ballet Theatre, con etoile proprio Michail Barysnikov e la presenza straordinaria del mitico coreografo Jerome Robbins. Pochi anni prima, nel 1975, la Fracci era stata protagonista proprio a Spoleto con il celebre ballerino russo, di una messa in scena della Medea.

Inevitabile l’incontro con Misha che avvenne nei camerini del Teatro Nuovo, durante una pausa delle prove, alla presenza di Robbins e della Ottolenghi.

Come sempre dopo la morte di straordinari protagonisti del palcoscenico come era Carla Fracci, saranno molte le testimonianze ed i ricordi sulla vita dell’artista.

L’eredità

Ma quello che riteniamo sia più importante di tutto, oltre i singoli episodi di vita, è il valore del sacrificio fisico, creativo e mentale che l’artista ha compiuto nel corso della sua vita artistica, per dare forma ad un sentimento, ad una espressione assoluta di bellezza, come testimonianza di cosa l’umano può fare e creare oltre se stesso, ad un passo dal divino.

La vera eredità di Carla Fracci, che nessuno potrà mai dimenticare.

Foto copertina: Festival dei Due Mondi di Spoleto

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