Così come aveva fatto nelle scorse settimane Gianpiero Bocci, anche l’ex governatrice umbra Catiuscia Marini, interrogata per tre ore davanti al gup nell’udienza preliminare per il processo sulla Sanitopoli perugina ha respinto le accuse che le vengono mosse dalla Procura.
Bocci e la rivalità con Marini
L’ex segretario del Pd, nel ricostruire il suo rapporto con l’allora presidente della Regione, aveva rimarcato soprattutto le profonde distanze politiche. Raccontando una rivalità che avrebbe insomma reso impossibile, anche sul piano politico, una qualche forma di accordo per orientare concorsi ed assunzioni in sanità, come ipotizzato dai pm titolari dell’inchiesta. Una “totale ostilità politica“, quella raccontata da Bocci, che imputa a Marini di aver contribuito a non farlo rieleggere in Parlamento.
Sanitopoli, Bocci: “Marini? Io non rieletto in Parlamento
anche a causa sua”
I rapporti con Bocci e le pressioni del Pd per le dimissioni
Marini, rispondendo ai magistrati, non si è voluta rifugiare nella storica rivalità politica tra i due. Del resto nota, così come noto fu lo scontro con il bocciano assessore Barberini proprio sulla sanità. E l’accordo politico che portò poi Bocci a prevalere su Verini nella corsa per la segreteria del partito. Quel Verini che poi, da commissario del Pd, ha avuto un ruolo determinante, tramite il segretario Zingaretti, nella sofferta scelta di Marini di dimettersi da presidente. Aspetto, anche questo, ricostruito dall’ex governatrice rispondendo alle domande dei pm.
Rapporti istituzionali
Marini, a differenza di Bocci, non ha quindi puntato sulla rivalità politica tra i due, ma ha raccontato di rapporti certamente non stretti e comunque legati ai ruoli istituzionali ricoperti, di presidente della Regione e di sottosegretario all’Interno prima e segretario regionale del Pd poi. Senza mai trattare con Bocci di temi legati alla sanità, ha però ribadito l’ex governatrice.
Il presunto favore alla candidata
Del resto, diversi sono gli elementi raccolti e le contestazioni fatte ai due fatte dai pm. Marini ha ribadito la correttezza del proprio operato anche in merito all’episodio che le viene contestato circa i presunti favori ad una candidata ad uno dei concorsi finiti sotto la lente della Procura. Una vicenda sulla quale, in fase di indagine preliminare, pesante è stata la deposizione dell’allora consigliere politico di Marini, Valentino Valentini.
L’avvocato Pepe fiducioso
Una ricostruzione dei fatti, rispondendo a tutte le domande dei pm, che per il difensore di Catiuscia Marini, l’avvocato Nicola Pepe, non solo farebbe cadere l’ipotesi di associazione per delinquere, ma anche l’accusa di abuso e rivelazione d’ufficio legata a quel concorso.
Le intercettazioni col Trojan
La difesa di Marini, così come quella di Bocci, contesta anche l’ammissibilità delle intercettazioni. Nel caso dell’ex governatrice, le conversazioni contestate sono state captate dal trojan installato sul cellulare di Emilio Duca, all’epoca direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia. Un metodo d’indagine che per l’avvocato Pepe presenta elementi di incostituzionalità, violando il diritto alla riservatezza.
La difesa giudiziaria e quella politica
Ma per Marini l’interrogatorio davanti al gup, nell’auditorium del Capitini dove si tiene il processo per la Sanitopoli perugina, è stato anche l’occasione per rivendicare la bontà della sua amministrazione nella gestione della sanità umbra. Perché ci sono accuse da confutare per essere scagionati ed evitare il processo penale, ma c’è anche un operato politico che Catiuscia Marini vuole difendere.