“Il mio rapporto con Catiuscia Marini? Di totale ostilità politica. Fu lei a premere perché nel marzo del 2018 venissi candidato nel collegio di Foligno anziché in quello di Perugia, per non essere rieletto in Parlamento“. Ha usato la chiave politica, l’ex segretario del Pd umbro, Gianpiero Bocci, per difendersi dall’impianto accusatorio dei pm Mario Formisano e Paolo Abbritti, che hanno indagato sul presunto sistema della Sanitopoli perugina. Un sistema attraverso il quale, secondo la Procura perugina, Bocci e Marini, insieme all’assessore regionale Barberini, pilotavano le assunzioni in sanità. Con la compiacenza dei manager e, a cascata, dei vari dipendenti che prendevano parte alle procedure dei concorsi.
Un teorema inesistente, secondo gli imputati. Bocci, questa mattina, difeso dall’avvocato David Brunelli, ha voluto spiegare il perché, sottoponendosi volontariamente ad interrogatorio nell’udienza che si è celebrata nell’Auditorium del Capitini.
La “totale ostilità politica” tra Bocci e Marini
Per l’ex sottosegretario non poteva esserci una qualche forma di spartizione tra lei e l’ex governatrice Marini proprio per la loro “totale ostilità politica“. Svelando appunto la sua versione del retroscena delle candidature alle politiche del 2018, con esito disastroso per Bocci (finito nel collegio di Foligno, ritenuto più difficile) e per tutto il Pd.
Il caso Barberini e l’accordo anti Verini
Una frattura politica nota, quella tra Bocci e Marini, che portò anche, nel 2016, alle dimissioni (rientrate dopo settimane) dell’allora assessore alla Sanità, Luca Barberini. Anche se proprio il “compromesso storico” tra Marini e Bocci portò quest’ultimo a prevalere nettamente su Walter Verini (oggi commissario del Pd umbro) nella corsa alla guida del partito regionale.
Bocci ha anche replicato alle domande dei pm sostenendo di non occuparsi più di sanità da molti anni.
La posizione di Marini momentaneamente stralciata
La posizione di Catiuscia Marini è stata momentaneamente stralciata da questo processo per un vizio di forma nella notifica di conclusione delle indagini.
Ammesse le intercettazioni
Ma quella di oggi è stata una giornata importante anche perché il giudice per l’udienza preliminare, Angela Avila, ha sciolto la riserva sulle istanze delle difese, ritenendo ammissibile la quasi totalità delle intercettazioni. Le carte migliori che ha in mano la pubblica accusa, oltre ad alcune ammissioni rese da testimoni in fase di indagine.
Si torna in aula il 3 novembre per le requisitorie dei pm.