Al Centro Pace di Assisi si può finalmente tirare un respiro di sollievo. L'organizzazione, grazie alle donazioni di privati e associazioni come la Fondazione Giulio Loreti di Campello sul Clitunno, ha ripreso attivamente il controllo del progetto umanitario che sta realizzano in Uganda. La raccolta fondi serve a realizzare una struttura sanitaria ad Oluko, villaggio del distretto di Arua, nel nord del paese; da utilizzare come reparto di maternità e medicina perinatale. L'obiettivo è quello di limitare la mortalità materna e neonatale in un distretto in cui la popolazione vive in estrema povertà e in condizioni igienico-sanitarie talmente scadenti da causare la morte di quasi seimila donne all'anno e di 32 bambini ogni mille nati.
A metà Luglio, il Centro assisano era stato costretto ad interrompere bruscamente i lavori e richiamare in Italia la collaboratrice che li stava seguendo sul posto, Caterina Costa. Causa del rimpatrio improvviso, l'attacco terroristico compiuto durante la finale dei mondiali di calcio nella capitale ugandese Kampala, poi rivendicato da una cellula somala di Al Qaeda, che causò la morte di quasi 70 persone e il ferimento di un centinaio.
Ora che le acque sembrano essersi calmate, la struttura potrà essere ultimata con i controsoffitti e gli impianti di cui ancora è sprovvista: quello idraulico e quello elettrico. Il vicepresidente del Centro Pace e responsabile dell'iniziativa Luciano Giannelli raggiungerà Oluko il 21 settembre e vi rimarrà fino al 6 ottobre per valutare lo stato dei lavori, che a quel punto si presumerebbero terminati. Poi, il via all'ultima fase del progetto.
“Entro il 15 ottobre – si augura Giannelli – partiranno per Oluko due container con materiale sanitario, tra cui un'incubatrice e un polmone d'acciaio, e di arredamento, per completare definitivamente il reparto. I container sono stati messi a disposizione dal Ministero degli Esteri e il loro ritardo è dovuto alle stesse cause che ci hanno imposto di interrompere i lavori durante l'estate”.