Un percorso partecipato, attento ad ogni sensibilità, per raggiungere la migliore soluzione per la ricostruzione di San Benedetto di Norcia. Con un’unica priorità: la basilica che sorgerà da questa nuova progettazione dovrà essere migliore e perfettamente antisismica. Come? Con un concorso internazionale.
L’Umbria al Fuorisalone
Se n’è parlato durante il Fuorisalone 2018 di Milano nell’incontro intitolato “La Basilica di San Benedetto a Norcia. Un progetto Europeo per la ricostruzione”, organizzato su iniziativa del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, fortemente voluto dalla Regione Umbria, dall’Istituto Nazionale di Architettura e di Interni e dove sono intervenuti l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il segretario generale del Mibact, Carla di Francesco, il direttore della rivista di Architettura Domus, Michele De Lucchi, Massimo Locci dell’Istituto Superiore di Architettura in qualità di moderatore. Perché se è vero che la ricostruzione dell’Umbria post sisma impone un cambio di passo dal “dov’era, com’era” ad una riflessione sulla qualità, il dialogo è iniziato proprio da qua.
L’iter
Un protocollo sottoscritto già da qualche mese ma che giovedì 19 aprile, giorno della presentazione alla Fiera milanese, ha visto la firma del ministro Franceschini al decreto per la nomina del gruppo di indirizzo e mettere mano alla ricostruzione post sisma, restituendo alla città uno dei simboli dell’identità regionale. Un percorso che si snoderà in diverse fasi. Prima una relazione metodologica realizzata dal Mibact con l’ausilio di una commissione sotto la presidenza di uno dei più autorevoli esperti dei beni culturali italiani, il professor Antonio Paolucci. Poi, con un bando internazionale, si arriverà al progetto esecutivo per la ricostruzione del bene comunitario. Una priorità per l’Umbria, quella della ricostruzione di San Benedetto, sia dal punto di vista artistico, spirituale e identitario. Importanti le risorse finanziarie messe a disposizione dal presidente della Comunità europea Junker insieme a quelle dello Stato e il sostegno della Regione Umbria.
Cosa ricostruire
Ma cosa andrà ricostruito della struttura? Quello che si vede adesso a Norcia è una facciata, sostenuta da colossali opere provvisionali realizzate dal ministero. C’è ancora da portare a termine la raccolta delle macerie, una fase che necessità di molto tempo ma che è fondamentale. E, secondo quanto specificato dalla Regione, nella Basilica “sono crollati la copertura, ad eccezione di parte dell’abside e del transetto di sinistra, il muro perimetrale destro della navata e il portico delle misure”. Infine, è collassata sulla chiesa metà della torre campanaria. Il Mibact ha realizzato una complessa struttura provvisionale per mettere in sicurezza la facciata del monumento, sta completando i lavori di messa in sicurezza della parte absidale e sta provvedendo alla rimozione ordinata e alla selezione delle macerie. Il bando permetterà di raggiungere la giusta sintesi tra la volontà di ricostruire un bene importante nel rispetto delle normative sismiche che impongono per un bene inserito nel centro storico di Norcia. Una grande scommessa per Norcia e per l’Umbria.
L’Umbria diventa arte
Oltre all’evento sul bando internazionale per la rinascita della Basilica, la Regione Umbria, presente per la sesta volta alla settimana milanese dedicata al design, si presenta con una installazione artistica espressione di un avvenimento: la rinascita della Valnerina. Si chiama Canapa Nera “Guardavo le macerie e immaginavo il futuro” ed è allestita fino al 22 aprile nel chiostro centrale della Ca’ Grande, un progetto che vede l’Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci diretta da Paolo Belardi lavorare con l’atelier milanese dell’artista Daniela Gerini. Una scomposizione caotica di macerie, prelevate nelle zone rosse del cratere umbro del terremoto, contrapposte a un polittico di undici tele dipinte e che scandiscono un percorso verso un presente e un futuro di resilienza. Nel muro bifronte c’è il grigio, memoria della pietra urbana della Basilica di San Benedetto a Norcia, e poi ci sono i colori esplosivi della fiorita di Pian Grande. Due lati di una stessa opera legati da un sottile ed emozionante filo comune.