Walter Orlandi lascia la Direzione regionale sanità. La Giunta regionale dell’Umbria, dopo il parere dell’Avvocatura di Stato in merito alla rotazione dei vertici di alcune direzioni regionali tra cui appunto quella di Orlandi indagato dalla Procura di Perugia, “in sede di seduta politica”, come chiarisce una nota dell’Ente, ha deciso di dare seguito alla rotazione ai vertici di alcune direzioni regionali, che era stata approvata nella seduta dello scorso 15 aprile, subito dopo gli arresti per lo scandalo Sanitopoli, ma sospesa per verificare giuridicamente le obiezioni sollevate dal direttore regionale Walter Orlandi, che aveva inviato una diffida tramite il proprio legale.
Sanitopoli, quel contratto “blindato” che fa tornare tutto come prima
Nel corso della seduta di Giunta si è preso atto sia del complesso parere dell’Avvocatura regionale, sia delle varie disponibilità dei direttori ad una rotazione su base volontaria, senza variazioni di spesa. L’esecutivo di Palazzo Donini ha espresso apprezzamento “per la disponibilità manifestata in tal senso dai direttori regionali, ed in primo luogo del direttore Walter Orlandi”.
Del resto, la rotazione era stata indicata conformemente a quanto previsto dall’Anac (l’Aurità anticorruzione) a proposito dei dirigenti sottoposti ad indagine giudiziaria. Ed è proprio sulla base del pronunciamento dell’Anac che le opposizioni, e in particolare il consigliere Sergio de Vincenzi, hanno continuato ad invocare in queste settimane la rotazione dei dirigenti in Regione.
Il contratto di Walter Orlandi – per il quale nel 2016 si era creata una profonda frattura tra l’allora presidente Catiuscia Marini e l’allora assessore alla Sanità Luca Barberini, entrambi dimessisi dalla Giunta dopo essere stati indagati per la Sanitopoli perugina – scadrà a fine anno.
In base al piano di rotazione dei dirigenti deciso a metà aprile, Walter Orlandi era stato spostato all’Area programmazione affari internazionali ed europei, mentre la Sanità era stata affidata a Luigi Rossetti, il personale a Lucio Caporizzi.
I relativi atti – ivi compresi quelli afferenti altre posizioni dirigenziali – saranno pertanto adottati nel corso della prossima seduta della Giunta regionale, prevista per martedì 11 giugno.
Sanitopoli, la Asl 1 blocca tutti i concorsi
Concorsi, verso altri stop: critici i sindacati
Intanto, in attesa che il gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze politiche provveda a stilare le nuove regole per i concorsi nelle società della Regione, dopo la scelta della Asl1, anche le altre Aziende sanitarie sarebbero intenzionate a bloccare, in autotutela, i concorsi che erano stati previsti.
Ed i sindacati vanno all’attacco su questo fronte: “I concorsi pubblici in sanità non vanno fermati, vanno fatti rispettando le regole”. E’ quanto affermano in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, preoccupate per il blocco di tutti i concorsi in atto nelle Usl e negli ospedali della regione, oltre che nelle partecipate di palazzo Donini. “Non vorremmo che questo stallo, aggravato dal fatto che l’Umbria è attualmente senza un governo in carica – proseguono i tre sindacati umbri – porti a situazioni analoghe a quelle che si stanno vivendo in altre regioni, dal Molise, dove si pensa ai medici dell’esercito per tappare le falle, al Veneto, dove si richiamano i pensionati”.