Prostituzione, il maxi processo: in 54 alla sbarra | Coinvolti 4 night dell'Umbria - Tuttoggi.info

Prostituzione, il maxi processo: in 54 alla sbarra | Coinvolti 4 night dell’Umbria

Sara Minciaroni

Prostituzione, il maxi processo: in 54 alla sbarra | Coinvolti 4 night dell’Umbria

Associazione a delinquere, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione anche di minori: queste le pesanti accuse
Sab, 23/01/2016 - 08:15

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Sfruttamento della prostituzione, anche di minori, associazione a delinquere e tratta di persone oltre che riduzione in schiavitù. E’ il mercato delle donne, soprattutto dell’Est Europa, che rifornisce i teatri del sesso a pagamento, per strada e nei locali dell’Umbria quello che è finito sotto inchiesta e che adesso vede 54 persone davanti al bivio del rinvio a giudizio per accuse che pesano come il piombo. Giovedì l’udienza davanti al Gip D’Andria (che ha ereditato il procedimento dal giudice Claudiani che si trasferirà ad Arezzo) si è conclusa con un prevedibile rinvio al 23 marzo per vizi di notifica e all’8 giugno per la discussione.

La vicenda parte da un’indagine della procura distrettuale antimafia firmata dal procuratore aggiunto Antonella Duchini e descrive un sodalizio criminoso finalizzato allo sfruttamento della prostituzione di avvenenti ragazze originarie dell’Europa dell’Est all’interno di night club. Cinquanta euro per dieci minuti di prestazioni sessuali, ricostruirono i carabinieri del Ros e delle compagnie che operarono. Dopo il reclutamento nei Paesi d’origine, soprattutto dell’Est, le ragazze, tra cui anche alcune minorenni,  avrebbero subìto, secondo l’accusa, minacce fisiche e psicologiche al fine di costringerle a offrire sesso a pagamento ai clienti dei locali notturni dove venivano spedite.

Private della possibilità di “autodeterminarsi”, scrive il pm nella richiesta di rinvio a giudizio dei 54 (il 55esimo è deceduto), e quindi “ridotte in schiavitù. A capo dell’associazione tre soggetti, secondo la procura, tra cui una donna rumena che avrebbe anche (con l’aiuto di altri) provveduto alla sistemazione delle ragazze in appartamenti o alberghi nella disponibilità degli indagati. Non mancava la figura del “cassiere” che teneva i conti dei ricavi e dell’autista che provvedeva allo spostamento delle ragazze anche al loro arrivo in Italia. Per la procura, il sodalizio più numeroso era costituito da 12 persone e avrebbe sfruttato le ragazze in quattro locali situati in altrettanti centri delle due province dell’Umbria.

Un “esercito” di avvocati quello impegnato  nelle difese tra cui Mancini, Viti, Francescangeli, Caforio, Panzarola, Mattiangeli, Budelli e Rastelli.


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