Propaganda fascista e odio razziale su Telegram e Tik Tok, un arresto e quasi 30 indagati | C'è un umbro - Tuttoggi.info

Propaganda fascista e odio razziale su Telegram e Tik Tok, un arresto e quasi 30 indagati | C’è un umbro

Davide Baccarini

Propaganda fascista e odio razziale su Telegram e Tik Tok, un arresto e quasi 30 indagati | C’è un umbro

Un 21enne gestiva una rete virtuale di estrema destra, con posizioni radicali neonaziste, xenofobe e antisemite, 26 perquisizioni in tutta Italia ad internauti tra i 18 e i 25 anni
Gio, 17/07/2025 - 11:46

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È coinvolto anche un giovane umbro – residente in Altotevere – nell’operazione nazionale condotta dai Carabinieri del ROS, coordinata dalla Procura di Brescia in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Si tratta di uno dei 26 soggetti, sottoposti in queste ore a perquisizione personale e domiciliare, nell’ambito di un’inchiesta che ha acceso i riflettori su una rete virtuale di estrema destra, con posizioni radicali neonaziste, xenofobe e antisemite, diffusa su Telegram e TikTok.

Secondo quanto comunicato ufficialmente dalla Procura, l’inchiesta dell’Anticrimine di Brescia è partita nel dicembre 2023 dal monitoraggio del profili social di un 21enne bresciano, arrestato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, tra cui vi erano l’apologia del fascismo e la negazione della Shoah.

L’indagine si è poi estesa ad altri canali e gruppi digitali – con nomi eloquenti come “White Lives Matter Italia”, “Spirito Fascista”, “Casa del Fascio” e “Sangue e Suolo” – portando ad identificare altri 29 internauti, molti dei quali tra i 18 e i 25 anni (in 5 minorenni all’epoca dei fatti), tutti indagati e coinvolti nella diffusione di contenuti suprematisti, neonazisti, antisemiti, omofobi e inneggianti alla violenza contro persone di colore, immigrati, musulmani e comunità LGBTQ+. In alcuni casi si invitava esplicitamente gli utenti a compiere atti incendiari contro locali frequentati da stranieri, in cambio di premi in denaro.

Il giovanissimo altotiberino – secondo le prime informazioni – farebbe parte di uno di questi gruppi e sarebbe stato perquisito dai militari. La sua posizione, anch’esso risulta indagato, è al vaglio degli inquirenti per definirne le effettive responsabilità.

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