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Pratica Madonna di Lugo al vaglio del Consiglio, il Pd spiega i motivi del voto a favore

Redazione

Pratica Madonna di Lugo al vaglio del Consiglio, il Pd spiega i motivi del voto a favore

Gio, 27/03/2025 - 08:35

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Tornerà oggi in consiglio comunale la pratica relativa ad una variante al Prg che prevede la trasformazione in edificabile di un’area di Madonna di Lugo che già in passato (sotto la Giunta de Augustinis) aveva diviso il Consiglio comunale. Dopo le proteste di parte dell’opposizione e l’intervento di alcune associazioni, ad intervenire in vista del Consiglio comunale di oggi pomeriggio è il Partito democratico di Spoleto, dopo che già nei giorni scorsi un altro partito di maggioranza, Ora Spoleto, era intervenuto in merito evidenziando che sul tema non ci fosse alcuna crisi politica in atto. Questo nonostante nell’ultima seduta della massima assise cittadina la maggioranza si sia spaccata al momento del voto, finendo in pareggio con, appunto, la necessità di essere riproposta nel Consiglio odierno.

Di seguito la nota del Pd.

Abbiamo assistito per giorni al clamore e agli interventi scomposti scaturiti all’esito della votazione di una pratica urbanistica senza alcun significato politico. Tutto questo ci ha lasciato francamente basiti e ora, alla vigilia della nuova votazione in consiglio comunale, intendiamo chiarire, ancora una volta, le posizione del partito, soprattutto a beneficio di quanti, in questi giorni, fossero rimasti confusi dalle tante fantasiose interpretazioni e dagli allarmismi di varia provenienza. Vogliamo, quindi, sgombrare il campo da quella che più che una inesistente speculazione edilizia ci appare una vera e propria speculazione politica.  Giova innanzitutto ricordare che la pratica in oggetto rappresenta una delle 240 osservazioni presentate nel 2020 alla variante generale al P.R.G. parte strutturale: avrebbe dovuto quindi seguire, già cinque anni fa, un iter di approvazione diverso come altre decine di osservazioni simili. Così non è stato e sebbene l’attuale amministrazione abbia cercato anche un accordo extragiudiziale per chiudere il caso, l’8 ottobre scorso il T.A.R. dell’Umbria ha emesso sentenza, imponendo al consiglio comunale di esprimersi con un voto sulla questione. Nell’ottica della responsabilità di governo che la posizione di partito di maggioranza relativa ci impone, il Partito democratico ha appoggiato il corretto tentativo messo in campo dal sindaco Sisti per tentare di rimuovere pendenze giudiziarie prima di iniziare i percorsi di programmazione urbanistica, quali l’approvazione della variante “chirurgica” effettuata poche settimane fa e la stesura della parte operativa della variante generale e soprattutto del nuovo P.R.G.

Ora siamo chiamati ad esprimerci e, anche alla luce della sentenza del Tar, abbiamo deciso di superare l’astensione di 5 anni fa e di esprimere voto favorevole a quella che, ricordiamo, è una semplice osservazione. Sentire, quindi, i partiti di  centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), attori del disastro della scorsa amministrazione, che tentano di spiegarci l’importanza della riduzione del consumo di suolo, francamente sfiora il ridicolo. Questo perché, seppure con una riduzione totale, le aree di nuova edificazione sono state individuate in quella variante da loro elaborata, a spot, senza alcuna visione e/o programmazione, totalmente “a macchia di leopardo”. Questo ha determinato situazioni di evidenti disparità tra cittadini, sin dalla fase delle osservazioni e questo ci sembra iniquo e inopportuno, anche a fronte di un dato che non può passare in secondo piano: le numerose incompatibilità dei consiglieri comunali che nella scorsa consiliatura hanno costretto il consiglio comunale a esprimersi con varie votazioni sulle osservazioni alla variante generale del Piano regolatore. La presenza di queste incompatibilità, che non hanno in alcun modo interessato il Partito Democratico, impone a nostro avviso un ulteriore e ancor più puntuale rigore nell’eliminare alla radice situazioni di disparità.

Veniamo al dunque. Occorre innanzitutto evidenziare, ancora una volta, che la pratica in oggetto non comporta automaticamente alcun intervento di cementificazione o consumo di suolo perché non si tratta di una trasformazione in area edificabile, ma in una Zauni (zona agricola per insediamenti abitativi). La differenza è sostanziale, come ha correttamente spiegato nel suo intervento tecnico in aula il geometra Paolo Bordoni. 

La Zauni per diventare zona edificabile avrà infatti bisogno successivamente della parte operativa del P.R.G. Qui il Comune potrà entrare nel merito della questione, incidendo su tre aspetti fondamentali: la quantità di area da destinare al verde, il principio di concentrazione edilizia (le eventuali metrature dovranno essere concentrate in un singolo punto, che non potrà essere stabilito dal privato) e la capacità edificatoria, i cui parametri verranno decisi sempre dal Comune. Votare favorevolmente questa osservazione, quindi, non implica di per sé alcuna cementificazione o consumo del suolo, né distruzione di aree vincolate o di pregio: significa piuttosto, in questa fase, mettere tutti i proprietari dei terreni che insistono in quella zona di essere nelle stesse condizioni. 

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