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POVERTA', ANALISI ISTAT: IN UMBRIA SI RIDUCE AL 6.2 PER CENTO IN CONTROTENDENZA RISPETTO AL DATO NAZIONALE

Redazione

POVERTA', ANALISI ISTAT: IN UMBRIA SI RIDUCE AL 6.2 PER CENTO IN CONTROTENDENZA RISPETTO AL DATO NAZIONALE

Gio, 30/07/2009 - 20:03

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“Nel 2008 in Umbria, nonostante la crisi economica in atto e le preoccupazioni che ne derivano, la percentuale delle famiglie e persone relativamente povere rispetto al totale dei residenti si riduce di oltre un punto percentuale rispetto all'anno precedente, a differenza di quanto avviene in Italia”. È quanto si sottolinea dall'Area programmazione della Regione Umbria, commentando i dati dell'analisi su “La povertà in Italia nel 2008”, diffusi oggi dall'Istat. “C'è soddisfazione nel constatare come in Umbria, secondo lo studio – rilevano dagli uffici regionali – l'incidenza della povertà relativa scende, infatti, dal 7,3 per cento del 2007 al 6,2 per cento del 2008. In Italia, invece, aumenta dall'11,1% del 2007 all'11,3 per cento del 2008”. Secondo l'Istat, fanno presente dall'Area Programmazione regionale, in Italia nel 2008 le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2 milioni 737mila; nel complesso, sono 8 milioni 78mila gli individui poveri, il 13,6% dell'intera popolazione. La soglia di povertà relativa, si spiega, è calcolata sulla base della spesa familiare rilevata dall'indagine annuale Istat sui consumi (“I consumi delle famiglie Anno 2008” del 14 luglio scorso). La stima dell'incidenza della povertà relativa, appunto la percentuale di nuclei familiari e persone relativamente povere in rapporto al totale di famiglie e persone residenti, viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale, “linea di povertà” che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. “La riduzione del numero delle famiglie umbre che si trovano in condizioni di povertà relativa – rilevano ancora dall'Area Programmazione della Regione – rappresenta un buon risultato, pur tenendo conto dell'errore statistico, ovvero della significatività per una regione piccola come l'Umbria di indagini di tipo campionario. Per questa analisi, è stato infatti intervistato un campione di 28mila famiglie in tutta Italia estratte casualmente in modo da rappresentare il totale delle famiglie residenti”. Si rileva, infine, come “mentre in Umbria si stima la riduzione al 6,2 per cento, l'incidenza della povertà relativa aumenta dal 2007 al 2008 sia per l'intera ripartizione del Centro Italia (dal 6,4 al 6,7 per cento), sia in regioni come la Toscana (dal 4% al 5,3 per cento) e il Veneto (dal 3,3% al 4,5 per cento)”.


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