“Da sempre denunciamo problemi di organici, di mezzi e di strutture, anche nella nostra regione. Dopo 20 anni abbiamo l’occasione storica, grazie anche alle risorse che abbiamo ottenuto con la nostra battaglia sindacale, di ottenere un riordino interno delle carriere necessario per far funzionare meglio le forze dell’ordine e dare più sicurezza ai cittadini; invece nei giorni scorsi è stato emanato un decreto assolutamente irricevibile che ci penalizza ancora di più. Per questo venerdì saremo davanti alle Questure anche in Umbria per un presidio e un volantinaggio. Un’iniziativa che si svolge contemporaneamente in tutta Italia perché pensiamo che ci siano ancora chance di modificare il provvedimento in Parlamento”. Lo affermano Libero Luchini, segretario regionale del sindacato di polizia Silp Cgil, Mirko Cerasoli segretario provinciale Perugia e Orazio Scuderi segretario provinciale Terni
“In genere il sindacato pretende nuove risorse – spiega Luchini -, invece stavolta chiediamo che i soldi già stanziati siano spesi meglio. Un agente deve avere la possibilità di progredire in carriera, non rimanere bloccato a vita come avviene adesso perché non si fanno più concorsi interni. I titoli, i meriti e le professionalità di chi fa il poliziotto da una vita devono essere valorizzati, non depauperati. L’intero sistema Polizia di Stato deve funzionare in maniera più efficiente e per farlo il personale in divisa va fatto crescere professionalmente e culturalmente, non costretto a ‘morire’ nel suo ruolo e nella sua qualifica attuali“.
“Con una Polizia sempre più anziana – conclude il sindacalista -, con una età media di 47 anni e con 18.000 poliziotti in meno in tutta Italia, in un contesto di esigenze crescenti in materia di sicurezza, un riordino interno delle carriere malfatto rischia di compromettere ancor più la nostra ‘mission’. Che è quella di garantire la sicurezza dei cittadini. Questa azione di protesta che si svolge il 3 marzo dalle 9 alle 13 è solo il primo passo della mobilitazione del Silp Cgil, i cui toni sono destinati ad aumentare se le nostre richieste, volte a ottenere un provvedimento più equo ad invarianza di spesa, non troveranno ascolto”.