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Politiche 2013, Rivoluzione Civile è contro il fiscal compact. L'analisi di Stefano Vinti

Redazione

Politiche 2013, Rivoluzione Civile è contro il fiscal compact. L'analisi di Stefano Vinti

Gio, 07/02/2013 - 16:05

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di Stefano Vinti

Il «fiscal compact» è un trattato europeo che prevede l’impegno delle parti contraenti ad applicare e ad introdurre, entro un anno dall’entrata in vigore del trattato, con norme costituzionali o di rango equivalente, la ‘regola aurea’ per cui il bilancio dello Stato deve essere in pareggio o in attivo. In particolare questo perverso meccanismo prevede che qualora il rapporto debito pubblico/Pil superi la misura del 60%, (in Italia siamo al 120%) le parti contraenti si impegnano a ridurlo mediamente di 1/20 all’anno per la parte eccedente tale misura.

Per il nostro paese sta a significare, in soldoni, l’esborso di 43 miliardi di euro all’anno alla spesa pubblica con la definitiva cancellazione di ogni ipotesi di ruolo pubblico nello sviluppo (già peraltro ottenuto con la recente l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione).
Una vera e propria macelleria sociale ed un’ ipoteca sulle prossime due generazioni che pagheranno il prezzo della svendita, sull’altare delle grandi banche private, delle conquiste sociali che hanno caratterizzato la storia recente del nostro paese.
In questo scenario anche le sorti dell’Umbria sono segnate. Il rispetto dei parametri europei impedirà qualsiasi intervento per il rilancio del suo tessuto produttivo, della sua coesione sociale; sarà impossibile difendere l’universalità dei servizi locali, sociali e sanitari; l’architettura istituzionale, il patrimonio culturale e democratico, la qualità della vita per cui la nostra regione è conosciuta in tutto il mondo rischiano di diventare un ricordo.
E questo non per un fato avverso ma per una scelta politica precisa assunta, nel silenzio generale dei media, dalle forze politiche che hanno sostenuto fino a ieri il governo Monti e che oggi, come i “ladri di Pisa”, fanno finta di essere alternative l’una all’altra pur avendo condannato, di comune accordo, l’Italia alla regressione da qui ai prossimi vent’anni.
Per questo Rivoluzione Civile pone tra i punti del proprio programma la ferma opposizione al Fiscal Compact che peserà sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale e con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati prevedendo l’introduzione di un indicatore che, accanto al Pil misuri il benessere sociale e ambientale.
Per questo chiediamo un voto per le nostre liste e i nostri candidati, un impegno concreto ed una battaglia che porteremo avanti in Parlamento dopo lo sfacelo causato da Berlusconi e Monti.

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