Pochi, precari, mal pagati, la sanità: "Ecco perché il 9 scioperiamo"

Pochi, precari, mal pagati, la sanità: “Ecco perché il 9 scioperiamo”

Massimo Sbardella

Pochi, precari, mal pagati, la sanità: “Ecco perché il 9 scioperiamo”

Ven, 04/12/2020 - 08:42

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Carenza di personale, precariato e trattamento economico. Il personale della sanità ha ribadito in Terza commissione consiliare regionale le criticità, specie nell’affrontare la pandemia. Criticità, quelle ribadite dai sindacati di categoria, che stanno portando allo sciopero indetto per il 9 dicembre.

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L’audizione

La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha ascoltato i rappresentanti sindacali dei lavoratori della sanità (Fp Cgil, Uil Fpl, Ugl medica, Cisl Funzione pubblica, Nursind, Fsi Usai), per elaborare proposte ed indirizzi condivisi volti a fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria nella nostra regione.

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Le criticità nell’emergenza Covid

Le criticità segnalate dai sindacati, che stanno portando allo sciopero
indetto per il 9 dicembre, riguardano la carenza di personale sanitario, la
precarietà dei contratti che sta portando alla fuga di molti professionisti
formati in Umbria verso le regioni limitrofe (che offrono contratti di lavoro
migliori) e le richieste economiche del personale impegnato nella seconda
ondata della pandemia.
Per i sindacati è stato disatteso il verbale dell’accordo con la Giunta regionale del 5 maggio scorso, che prevedeva assunzioni a tempo indeterminato per dare un assetto più stabile alle strutture sanitarie e incentivi al personale per il riconoscimento dell’impegno profuso e dell’esposizione al rischio. Il sistema ha dovuto affrontare una seconda ondata dieci volte superiore alla prima per numero di contagi, con il doppio dei ricoveri in terapia intensiva ma con lo stesso organico.

Gli operatori hanno fatto il possibile e l’impossibile, è stato detto, ma questa situazione non può durare troppo a lungo, serve un forte inserimento di personale e occorre farlo con rapporti stabili, per cercare di consolidare la presenza di professionisti nel servizio sanitario dell’Umbria.

Le risorse economiche per i prossimi dieci anni sono state già stanziate, hanno ricordato i sindacati, e saranno importanti per le assunzioni a tempo indeterminati di personale che è indispensabile.

Chiesto un tavolo di confronto con le Aziende e l’assessorato per tamponare
l’emergenza e progettare anche il dopo, con un sistema territoriale di
sanità più vicina a cittadini.

Il dibattito in Commissione

Dopo avere ascoltato i rappresentanti sindacali, i commissari del Partito
democratico Tommaso Bori e Michele Bettarelli, che hanno sollecitato il
confronto, hanno rimarcato che il Servizio sanitario regionale sta
affrontando la seconda ondata con meno personale sanitario rispetto alla
prima, quindi il tema centrale è quello del sotto organico. “Le Regioni
limitrofe – ha sottolineato Bori – hanno assunto medici e infermieri che si
sono formati da noi: in Umbria ci sono state 19 assunzioni a tempo
indeterminato, in Toscana 5mila e in Emilia Romagna 8mila. Ma le risorse,
nazionali e europee, ci sono. Dobbiamo sapere come e dove investirle, è una
questione politica di programmazione sanitaria”.

Per Andrea Fora (Patto civico) si dovrebbe presentare in Aula una proposta di risoluzione che impegni la Giunta a potenziare le dotazioni organiche.

La presidente della Commissione, Eleonora Pace, ha ricordato che l’Umbria
“sconta criticità più grandi delle altre regioni perché non erano state
fatte assunzioni ma a questo si sta ponendo rimedio, come dimostrano le 499 assunzioni, le 432 stabilizzazioni e l’istituzione di 92 Usca. L’emergenza non ha consentito finora di sedersi con calma ad un tavolo comune sulla sanità per programmare il futuro. Oggi occorre lavorare tutti
in un’unica direzione, andando a colmare criticità e carenze”. Il capogruppo della Lega, Stefano Pastorelli, ha sottolineato la “bontà dell’operato della Giunta regionale, che con il tempo emergerà. I problemi sono noti e l’ascolto non mancherà mai. I conti si faranno alla fine”.

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