Nel 2019, prima del Covid, l'Umbria al 127esimo posto tra le 254 regioni europee, ha perso 70 posizioni dal 2000
L’Umbria nel 2019, prima della pandemia dunque, è scivolata al 127esimo posto, tra le 254 regioni dell’Unione Europea, per produzione di ricchezza pro capite a parità di potere d’acquisto. Collocandosi 13esima tra le regioni italiane, dietro a tutte quelle del Nord e a quelle del Centro, ad eccezione di Abruzzo e Molise.
Uno scivolone pesante, soprattutto se confrontato con quanto avvenuto negli ultimi 20 anni, come ha fatto per Il Sole 24 ore Ugo La Malfa, utilizzando gli indicatori dell’European Regional Competitiveness Index. Nel 2000 l’Umbria occupava la 57esima posizione. Un arretramento di ben 70 posizioni che ne fanno di gran lunga la regione italiana che è indietreggiata di più nella classifica europea in questi venti anni. Per una classifica che vede ancora davanti il Lussemburgo e le regioni tedesche più industrializzate. Con la Provincia autonoma di Bolzano alla 17esima posizione e la Lombardia alla 36esima. Anch’esse, comunque, in posizioni peggiori rispetto al 2000, segno che tutto il sistema Italia è stato sorpassato.
Gli interrogativi sull’Umbria
Un confronto che conferma il declino conosciuto dall’Umbria negli ultimi anni e la difficoltà del suo sistema (produttivo e pubblico) di rendersi competitivo e attrattivo.
Gli indici di competitività
La stessa cartina delle regioni europee che assegna i colori in base agli indici sintetici di competitività conferma che l’Umbria sta scivolando verso i livelli del Meridione italiano, staccandosi anche dalle regioni più dinamiche del Nord Italia, che pure faticano a restare attaccate alle locomotive dell’area centro-settentrionale d’Europa.