di Carlo Petrini (*)
La nuova normativa comunale delle medie strutture di vendita in materia di commercio, infliggerà un colpo mortale ai piccoli commercianti di Spoleto, ma sopratutto evidenzia una chiara politica protezionistica di questa Amministrazione di sinistra, a favore della Grande Distribuzione, ed a favore di una chiara speculazione edilizia, nonchè fondiaria.
Questo è il vero fine che giustifica la delibera approvata a maggioranza, sulle nuove strutture di vendita, con il voto decisamente contrario dei Consiglieri del Popolo della Libertà, che permetterà un insediamento di ben 15 nuovi supermercati di cui 3 alimentari e 12 non alimentari, di dimensioni che variano dai 900 ai 2500 mq.
Considerando pertanto le strutture già esistenti e le nuove, a Spoleto avremo una giungla di supermercati così suddivisi:
Settore alimentare:
8 M1 (fino a 900 mq)
4 M2 minori (fino a 1500 mq.)
5 M2 maggiori (fino a 2500 mq.)
Settore non alimentare:
20 M1 (fino a 900 mq)
9 M2 minori (fino a 1500 mq.)
9 M2 maggiori (fino a 2500 mq.).
Un totale di 55 attività.
Ma come se ciò non bastasse, si potrà inoltre fare richiesta per progressione dimensionale, così suddivise:
Settore alimentare:
5 da esercizio di vicinato (fino a 250 mq.) a M1 (fino a 900 mq)
2 da M1 ad M2 minori (fino a 1500 mq.)
Settore non alimentare:
10 da esercizio di vicinato (fino a 250 mq.) a M1 (fino a 900 mq)
10 da M1 ad M2 minori (fino a 1500 mq.)
Pertanto potranno aggiungersi ai 55 sopra citati altre 27 attività, quindi in totale, più di 80 medie strutture di vendita.
Una situazione inverosimile che darà un colpo mortale all’economia dei commercianti Spoletini.
Errori su errori, che nascono da lontano, da responsabilità chiare delle varie Amministrazioni succedutesi in questi anni, incapaci di difendere il territorio Spoletino quando nel ‘99 la Regione Umbria, definì le Grandi Strutture di tipo G1 e G2 (fino a 30.000 mq.), favorendo i territori del Perugino e del Folignate
Già da allora la nostra parte politica chiedeva ad alta voce una struttura di tipo G2, per intenderci tipo il Centro Commerciale di Collestrada, che avrebbe evitato l’emigrazione degli Spoletini, e avrebbe concentrato l’interesse su Spoleto anche dalle città a noi limitrofe ed in particolare da tutta la Valnerina.
Ma allora l’attenzione era tutta concentrata all’abbattimento di mezza collina di MontePincio.
Ed ancora la storia si è ripetuta nel 2005, con la revisione della Legge Regionale e con l’Amministrazione Brunini, che ancora una volta stava a guardare, invece di far valere le ragioni del nostro territorio.
Ora che il comprensorio Spoletino è circondato da mega strutture Commerciali, sia a Nord che a Sud, con le scuse della migrazione del consumatore, (peraltro fenomeno da certificare e comunque comune e presente anche alle realtà a noi vicine), si corre dietro a soluzioni tardive e vecchie e per giunta dannose, invece di guardare a nuovi fronti ed a nuovi indirizzi, quali una diversificazione ed una specializzazione qualitativa dell’offerta o ad un vero sviluppo turistico, con la capacità di trarre profitto dall’immenso patrimonio storico ed architettonico della città di Spoleto.
Il commercio Spoletino ha bisogno che la Città dapprima si ripopoli nei suoi Borghi e per i Corsi antichi, sempre più deserti ed abbandonati, e non sentiva affatto la necessità di supermercati né grandi né piccoli.
(*) Consigliere comunale Alleanza Nazionale