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Perugia1416 quanto costerà al Comune?

Cristiana Mapelli

Perugia1416 quanto costerà al Comune?

La lista delle spese, tra costumi, rimborsi e notaio, siaggirerebbe già 40mila euro| I consiglieri Pd chiedono alla Giunta di chiarezza
Mer, 16/03/2016 - 21:05

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Giochi rionali, taverne, sfilate. Una bella immagine, quella di Perugia nel Quattrocento, ma più si avvicinano le date dell’11 e il 12 giugno, le date della rievocazione storica, più la polemica si fa aspra. Tra chi è favorevole e chi è contrario ancora non è ben chiaro a nessuno quanto la manifestazione verrà a costare al Comune. Quattro consiglieri del Pd, sulla vicenda vogliono fare chiarezza e mercoledì hanno presentato un’interrogazione orale alla giunta Romizi per avere risposte precise, ad esempio, anche sui criteri e le modalità di selezione dei soci fondatori.

Al contrario di altre manifestazioni e rievocazioni storiche – si legge nel documento – a Perugia è stata costituita un’associazione privata anziché una fondazione, di cui il comune di Perugia è socio fondatore assieme ad un gruppo di privati cittadini di cui non si conosce il criterio e le modalità di selezione. Questi avranno diritto o, meglio, il privilegio di selezionare e di votare, attraverso il direttivo, l’ingresso di altre persone nell’associazione”. Intanto le note di spesa, rintracciabili in alcune determine, si sommano. È dello scorso due marzo l’impegno dell’Amministrazione a pagare 8.174 euro per la realizzazione di cinque costumi da alfiere e altrettanti da console alla costumista Rosignoli di Assisi come “soggetto umbro altamente stimato per le sue progettazioni e realizzazioni artistiche di costumi d’epoca”’ forte di un’esperienza ventennale come scenografa per importanti compagnie teatrali in Italia e all’estero, nonché per altre manifestazioni come la corsa dei Ceri a Gubbio, quella all’Anello a Narni. Pochi giorni dopo, il 4 marzo, una nuova determina prendeva la decisione di far realizzare altri dieci costumi da priore e tutti i suoi accessori, per la cifra di il Comune ha determinato di far realizzare altri dieci costumi da priore completi di accessori al prezzo di 29.755,80 euro. A realizzare gli abiti, Gelsi costumi d’arte di Gualdo Tadino, che si è aggiudicato “l’affidamento immediato del servizio stante l’urgenza di provvedere alla realizzazione dei costumi per la manifestazione pervista per giugno 2016”. A queste spese dobbiamo inoltre sommario il costo del notato per l’ufficializzazione dell’associazione (500 euro) e alti 500 euro riservate alle giornata di incontro con la cittadinanza in cui un rinomato studioso ha illustrato illustrare e definire le caratteristiche del territorio perugino nel periodo storico corrispondente al passaggio tra Medioevo e Rinascimento. Al momento, però, nelle varie delibere e negli atti approvati non risulta da nessuna parte “né l’importo complessivo né le specifiche spese suddivise per singoli capitoli e attività che si sono già realizzate e che verranno poste in essere che saranno sostenute dal Comune di Perugia”. In sintesi, l’Amministrazione quanto dovrà sborsare?
Nonostante l’assessore Severini abbia più volte specificato come non verrà utilizzato il milione di euro proveniente dal Ministero per il dossier Perugia capitale della cultura, secondo i consiglieri del Pd “è dovere di questa amministrazione informare la cittadinanza, precisando con chiarezza e trasparenza quale sarà il reale sostegno economico che il Comune ha intenzione di dare a questa manifestazione, sia in termini di finanziamenti pubblici si in termini di uso degli spazi, di promozione e di comunicazione, sia in termini di utilizzo delle risorse umane interne dello stesso ente”, come previsto dalla legge 241 del 1990 in termini di trasparenza e accessibilità totale alle informazioni della pubblica amministrazione.
Ma la nota del gruppo comunale del Pd non ci va leggera e chiede alla Giunta di “spiegare la scelta amministrativa, oltre che politica, di destinare la somma di quasi 40mila euro per la realizzazione di vestiti e costumi, in netto contrasto con i tagli sui servizi sociali e dopo aver sostenuto più volte ed in sedi ufficiali che l’iniziativa non avrebbe utilizzato soldi del Comune o finanziamenti provenienti dal milione di euro per la Capitale italiana della cultura”. Infatti, come già ricordato nei giorni scorsi, l’opposizione ha sottolineato come tra i soci fondatori dell’associazione si ritrovino alcuni dei candidati al consiglio comunale mai eletti, tra cui Nucciarelli (Perugia Rinasce), David Orsini (Romizi Sindaco), Fabrizio Mosci (assistente in un gruppo politico retribuito dal Comune di Perugia e candidato con Perugia Rinasce), Francesco Forlin (Scelta Civica) e Michele Antonioni (Romizi Sindaco), fatto che farebbe apparire “politicamente schierata l’associazione privata che il comune di Perugia ha contribuito, anche economicamente, a fondare”.

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