Un nuovo modello di Umbria “per rientrare nel futuro”, ovvero rivalutare la capacità sinergica di più attori, economici, sociali ed istituzionali, per guardare oltre la crisi e premiare idee, merito, competenze, forze vive nei territori e valore. Obiettivi, ma anche opportunità che sono state lanciate ieri sera al Convegno dell’Associazione Idea Umbria alla presenza del Viceministro dell’Economia e delle Finanze Enrico Morando e della Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. “Le idee – ha esordito la Presidente di IdeaUmbria Anna Rita Fioroni di fronte ad una gremita platea di imprenditori, professionisti ed esponenti del mondo istituzionale e sindacale – vincono se vengono fuori da un dibattito serio e condiviso; non dobbiamo aver paura di un confront0 franco ed aperto perché “Ritornare al futuro” significa trarre benefici dall’esperienza e non utilizzarla come motivo di conservazione”.
Poi l’idea di progetto snocciolata in 15 punti dalla Presidente Fioroni che sottolineato i molti fattori di criticità , come la produttività regionale al di sotto di altre regioni del Centro Italia, le debolezze strutturali del turismo o dell’agricoltura, di molti settori del manifatturiero, su tutti l’edilizia, il crollo della domanda interna che ha penalizzato gran parte delle PMI o il progressivo depauperamento dei territori, seguente le molteplici crisi industriali. Fioroni ha toccato tutte le corde sulle quali costruire un nuovo pentagramma di possibilità per l’Umbria. Dall’urgenza di dotarsi di una task force regionale strutturata “che sia interlocutore attento dei processi di crisi industriale, che monitora ed agisce su aree, settori e aziende” al turismo che deve tornare ad essere protagonista dell’agenda regionale e che invece stenta a decollare (appena l’8% del PIL) per la mancanza di un brand che funga da calamita per i turisti e che renda la nostra regione subito distinguibile. Quindi il commercio che necessita di “progetti integrati di marketing urbano e stimoli ad aggregazioni tra piccoli per reggere le sfide” e l’agricoltura dove occorrerà spingere di più in “promozione integrata per l’internazionalizzazione e in progetti di filiera”. E poi ancora la burocrazia, cappio al collo per cittadini e imprese, che deve aprire al mondo dei professionisti, se davvero si vuole semplificare; i fondi europei rispetto ai quali occorre concentrarsi “sui progetti con rapidità attuativa, fissando le priorità, evitando gli aiuti a pioggia” con scelte mirate e indirizzate al merito per tagliare tutto quello che non produce risultati, attraverso un’adeguata azione di monitoraggio e controllo”; le infrastrutture grande freno alla spinta propulsiva allo sviluppo “se non si accelera con soluzioni che azzerino questo GAP”. Fondamentale anche la “connessione tra imprese e università per recuperare il ruolo di quest’ultima nei processi di sviluppo. Più simbiosi tra impresa che investe in innovazione e mondo scientifico che si occupa di ricerca volta allo sviluppo” e maggiore attenzione per favorire il “reinserimento nel mercato del lavoro e dell’impresa di imprenditori e familiari fuoriusciti a seguito della cessazione dell’impresa”.
Risultati che si ottengono, secondo Fioroni, con la “politica della coesione” che “va oltre i tavoli della concertazione e le alleanze per lo sviluppo che non definiscono ruoli e responsabilità, che .assicura percorsi comuni per obiettivi comuni e garantisce autonomia delle funzioni e competenza dei soggetti in campo”. Di altissimo livello gli interventi in scaletta, ognuno con un tema portante: Massimo Cresta, Presidente Federmanager Terni, Dirigente ASM Terni Spa, Roberto Palazzetti titolare di Osmosit srl, Davide Guernaccia, direttore scientifico Laerbium Pharma di Corciano, Luca Rossi di Etexia srl, Claudio Cavallini Direttore struttura complessa di cardiologia dell’azienda ospedaliera di Perugia, Giacomo Chiodini Sindaco di Magione, Dario Bruschi segretario della categoria alimentaristi CISL Perugia, Alessandro Pardini, Direttore Dipartimento CardioChirurgia Azienda Ospedaliera di Terni. Un coro di voci diverse espressione di un’Umbria che vuole guardare ad un progetto comune di rilancio e crescita. Partendo dal protagonismo delle persone e dalle loro capacità e responsabilità. Un concetto ripreso dal viceministro Morando e dalla Presidente Marini nel dibattito che ha animato la serata e coordinato dal giornalista RAI Giuliano Giubilei.
“Sono convinto – ha sottolineato Morando – che occorra investire nel capitale umano. Merito ed autonomia sono i parametri di crescita delle persone, delle imprese e delle istituzioni. Solo così avremo la capacità di reagire alla recessione. Quando c’è capitale umano di qualità c’è successo”. Uno stimolo a guardare nella giusta direzione colto anche dalla Presidente Marini che ha sottolineato come il convegno di IdeaUmbria, gli interventi della Presidente Fioroni e di tutte le vari voci, “spinga ad alzare l’asticella degli obiettivi ambiziosi che ci poniamo”.
Molti dei quali, secondo la Presidente della Regione si giocano su : ricerca, orientamento all’export, propensione all’innovazione e volontà di investimento. “ci sono imprese – ha ricordato Marini- che possono aiutare a solcare la rotta dell’Umbria che necessariamente deve poter spingere ancora di più sull’innovazione, favorendone anche una cultura diffusa, sostenendo quelle imprese che investono per crescere e fare ricerca, facendo ognuno la sua parte, pur giocando la stessa partita”. Da cui l’esigenza di tornare al futuro. E perciò, come ha detto Fioroni, “Fare in modo che istituzioni, economia e sapere siano insieme per costruire il progetto regione, ognuno con un suo protagonismo. E’ arrivato il momento della codecisione (o coesione) della condivisione di responsabilità, della costruzione di un progetto comune che guarda all’interesse collettivo. “Fare Rete “ è per noi un vincolo”.
L’ Umbria del Futuro – ha concluso Fioroni -deve tornare ad essere il baricentro d’Italiaper andare oltre la bella solitudine e l’immagine verde, culturale e medievale del Paese, per non sentirsi solo “ il cuore verde dell’Italia” e per uscire dall’idea di “piccola regione “.