Continua senza sosta la polemica interna al Partito Democratico di Umbertide. Quest’ultimo, infatti, è tornato sulle dimissioni “silenziose” degli 11 (non più 12) membri dell’unione comunale, autodefinitisi i “renziani di Umbertide”, ma che il Pd preferisce indicare, per semplificazione, come “appartenenti all’area che ha come punto di riferimento il consigliere regionale Marco Vinicio Guasticchi”.
“I dimissionari – dicono dalla segreteria – facevano parte del gruppo di 15 persone che nel 2014 era stato chiamato ad entrare nell’unione comunale del PD di Umbertide, anche nel giusto tentativo di ricomporre le diverse ‘correnti’ nell’anno delle elezioni amministrative; quindi i dimissionari non sono stati eletti nei congressi di circolo ma erano lo stesso membri a pieno titolo di questa assemblea”.
Le dimissioni, va ricordato, erano state comunicate inizialmente ad alcuni organi di stampa e, solo in un secondo momento, erano state rassegnate ufficialmente alla segreteria con una raccomandata. “Nella sostanza – dichiara il Pd – questa scelta non determinerà grandi cambiamenti nel lavoro che siamo chiamati a svolgere in quanto, purtroppo, quasi nessuno degli 11 dimissionari ha in questi anni partecipato all’attività ordinaria del nostro partito”. Tornando sui presunti “nodi irrisolti” (il centro culturale islamico tanto criticato anche da Guasticchi, l’ex fornace e l’impianto a biomasse), che sarebbero stati alla base della decisione dei dimissionari, e sull’ “abusata” autoqualifica di “renziani”, il Partito Democratico sottolinea nuovamente il concetto espresso nell’ultima occasione, ribadendo:
Come PD di Umbertide, stante il lamentato disaccordo sulle ‘grandi scelte politico-amministrative’, riterremmo coerenti e politicamente consequenziali le dimissioni di chi, tra coloro che sono usciti dalla nostra unione comunale, ricopre cariche istituzionali con retribuzione (tra cui il presidente del Consiglio Comunale e l’assessore al Commercio)
La segreteria, infine, ha rinnovato il proprio apprezzamento per l’impegno dei tre assessori del PD, membri del coordinamento comunale (Montanucci, Tosti e Violini), chiamati a continuare con dedizione il lavoro svolto almeno fino a quando le condizioni lo renderanno possibile. “Anzi, – conclude il Pd – sarebbe opportuno che i tre assessori sopracitati fossero messi dal Sindaco nelle condizioni di fornire un contributo ancora più utile, assumendo, come già da tempo auspicato da molti di noi, alcune deleghe (servizi sociali, lavori pubblici e sanità) sulle quali è necessario che l’amministrazione dimostri maggiore cura e spirito di iniziativa”.