Paolino, in bici fino a Capo Nord per dare una speranza ai bambini malati

Paolino, in bici fino a Capo Nord per dare una speranza ai bambini malati

Redazione

Paolino, in bici fino a Capo Nord per dare una speranza ai bambini malati

Dom, 09/07/2023 - 09:17

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Il 15luglio l'imprenditore - sportivo partirà da Mantignana per un viaggio di un mese e mezzo il cui ricavato sarà donato al Reparto di Oncoematologia Pediatrica di Perugia

In bici da Mantignana a Capo Nord per dare una speranza ai bambini malati. L’atleta Giuseppe Paolino devolverà i fondi ricavati da questa impresa al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Santa Maria delle Misericordia di Perugia.

“Quando arriva un male che non dà preavviso – spiega Paolino – entri in un viaggio per il quale non hai fatto le valigie. Non sai cosa troverai né dove ti porterà. Questo viaggio Mantignana – Capo Nord in bici è un po’ questo. Poi, non c’è ricchezza più grande che veder sorridere i bambini e leggere nei loro occhi la voglia di sognare e essere protagonisti della loro vita”.

Viaggio di un mese e mezzo

Il 15 luglio Giuseppe Paolino partirà dal centro di Mantignana diretto a Capo Nord, dove arriverà alla fine di agosto. Attorno al progetto è già crescente l’interesse della comunità e delle istituzioni corcianesi, con l’assessore allo sport Francesco Cocilovo in testa, vista anche la finalità benefica dell’evento. Il rientro a Corciano di Giuseppe è previsto il primo settembre, nell’ambito della Festa paesana, a cui seguirà la consegna dei fondi ricavati al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.

La malattia del papà

La scelta del destinatario ha a che fare con la vita di questo ciclista unico. “Il mio papà si è dovuto arrendere al cancro – racconta – ha lottato con tutte le sue forze ed è morto tra le mie braccia dopo 6 mesi di lotta, con dignità, dicendo che anche se lui non ce l’avrebbe fatta un giorno si sarebbe trovato il modo di sconfiggere questo ingombrante avversario. Dopo la sua morte è toccato a me affrontare un viaggio molto doloroso ed incerto ed ho trovato nello sport un grande alleato”.

L’imprenditore sportivo

Figlio di un imprenditore e imprenditore lui stesso, Giuseppe, che dal 2006 risiede a Corciano – perché, dice ancora, “credo sia giusto far crescere mio figlio in un ambiente dove ancora si può vivere la socialità” – ha sempre praticato sport con risultati lusinghieri. “Da piccolo ho ottenuto grandi successi nel tennis e nella corsa, da grande, dopo i duri viaggi per la mia salute, ho iniziato a partecipare a manifestazioni dove la sfida è massima. Ho corso ad esempio la Titan, 780 km nel deserto del Marocco e mi sono piazzato al 12 posto su oltre 800 atleti partecipanti e tra il 2018 e il 2022 sono diventato Campione Regionale di Ciclocross per due anni consecutivi e Campione Regionale Marathon MTB; ho anche ottenuto la vittoria di categoria nella Hero a Dubai e un anno fa ad Assisi sono stato premiato come eccellenza sportiva umbra dell’anno”.

La sfida Capo Nord

L’idea di arrivare fino a Capo Nord in bicicletta scatta comunque “circa 8 mesi fa, per mettere in atto un altro insegnamento del mio papà – spiega ancora – che essere in tanti a sognare, amplifica i sogni. Ho pensato così ad un viaggio con tante avversità da raccontare e far vivere grazie ai social (sulla pagina di Giuseppe tutte le indicazioni per partecipare alla raccolta fondi – ndr). Può essere una formula che funziona per sensibilizzare soprattutto i più giovani a unirsi per sognare insieme”. Il progetto ha trovato l’appoggio e la condivisione dei medici del Santa Maria della Misericordia di Perugia, Fabio Gori, primario di anestesia e Fabrizio Caniglia  del reparto oncologico, nonché dell’amico Fabio Panciarola, papà di Giorgia, morta a soli 19 anni in un incidente stradale a San Feliciano mentre si recava a scuola, fondatore della “Giorgissima”, gara podistica sulle sponde del lago Trasimeno sempre con finalità benefiche.

“Voglio credere che gli Angeli  vicino a noi ci aiutano a rendere possibile l’impossibile – conclude Giuseppe – da genitore trovo bellissimo insegnare ai figli il buono della vita e la vita vista non solo con due occhi ma con tanti occhi è ancora più bella!”.

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